Governo

Manifestazione Cgil contro il governo

Manifestazione Cgil contro il governo

Manifestazione Cgil contro il governo

Serrare le fila dei sindacati contro la riforma del lavoro messa in campo da Matteo Renzi. E’ questo l’auspicio di Susanna Camusso, leader della Cgil, che parlando alla manifestazione del sindacato del 25 ottobre a Roma auspica la presenza degli altri sindacati (che però non hanno partecipato). Presenti sono invece, oltre alla Cgil in tutte le sue forme (dai pensionati di Carla Cantone, ai metalmeccanici di Maurizio Landini), anche Sel e la minoranza del Pd (da Civati, a Fassina e a Rosy Bindi). Secondo gli organizzatori i partecipanti sono vicini a un milione di persone.

Inevitabile  il confronto con la quinta edizione della Leopolda, che per tutto il fine settimana a Firenze sarà il centro di una serie di tavoli di proposte e si farà il punto su quello che nelle scorse edizioni è stato discusso e diventato provvedimento governativo. Ma è inevitabile anche un commento di distensione da parte di uno degli organizzatori dell’evento di Firenze. Ci prova il sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio: “Questo è un governo di sinistra, che non sta chiuso nel Palazzo ma va in tutti i luoghi dove è più forte la crisi, nei distretti industriali, nelle fabbriche a rischio chiusura, con un premier che non rinuncia mai al confronto con i lavoratori anche se aspro e difficile. Sbaglia la Cgil a scendere in piazza contro un governo così e contro una riforma che non toglie diritti ma li amplia”. Delrio assicura che il Jobs Act serve a “proteggere i lavoratori:non toglie tutele, ma le mette, è fatta per creare più lavoro. Il governo sta valutando se unificare le misure di riduzione fiscale, con un taglio drastico degli oneri contributivi, sarà un intervento pesante”.

Gianni Cuperlo, Pippo Civati, Stefano Fassina, l’ex segretario della Cgil Guglielmo Epifani e Rosy Bindi sono tra i parlamentari Pd presenti al corteo. Cuperlo e Civati hanno scelto di iniziare il corteo dietro lo striscione dei poligrafici dell’Unità. Diversi anche i consiglieri regionali democrat presenti ad un corteo dove, sporadicamente, è comparsa anche qualche bandiera del Pd. Anche se c’è chi non ha gradito la presenza della minoranza dem. «Fuori da questo corteo i parlamentari Pd che voteranno il Jobs act» recitava un cartello esposto nel corteo.

“Questa è una piazza che rivendica risposte – ha detto Camusso rivolta a Matteo Renzi- Si sappia a palazzo Chigi e alla Leopolda che noi non deleghiamo a nessuno le questioni del lavoro, se qualcuno è ossessionato dal numero 80 noi siamo ossessionati dalla percentuale della disoccupazione”. “Non si può continuare con la guerra fra poveri – ha continuato il leader Cgil – Si faccia subito una patrimoniale per creare posti di lavoro immediati e qualificati, si comincia a tassare la ricchezza”. E sull’articolo 18: “Nessuno in buona fede può sostenere che licenziare senza giusta causa sia un totem ideologico e non una tutela concreta. L’articolo 18 non va abolito, ma esteso a chi non ce l’ha”. Sulla riforma della giustizia: “Che legge è se non c’è il falso in bilancio?”. E sulla manovra: “Renzi dice una cosa all’Ue e in Italia fa altro. Il rigore dell’Unione europea continuerà a mantenere il Paese nella stagnazione e la legge di stabilità non cambia verso, non è sufficiente a cambiare strada”.

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