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Populisti e riformisti

Populisti e riformisti

Populisti e riformisti

E’ dall’avvento del governo Renzi che è iniziata la terza repubblica, anche se con la sconfitta del referendum sembra si sia tornati indietro. Addirittura si vuole sostituire l’Italicum con una legge elettorale totalmente proporzionale. Inizia un nuovo capitolo della storia di un paese quando di considera le stesse cose in un altro modo; quando ci si divide in modo diverso.

Proprio per questo credo che il vecchio modo di dividersi (destra/sinistra) sia obsoleto e non più rappresentativo di quello che è la realtà italiana. Partiamo dal presupposto che dall’avvento del Movimento 5 stelle non ci sono più due coalizioni, ma tre. Dopodichè anche le coalizioni ufficiali sono molto sfibrate e litigiose al proprio interno e neanche la speranza di vittoria stando unite le riuesce a tenere più assieme. A destra c’è il Nuovo Centrodestra che ha abbandonato ogni prudenza e già da anni governa col Pd. Forza Italia è più ondivaga e alterna momenti di dialogo col Pd e altri di dialogo con la Lega e quando fa una cosa sotterraneamente fa l’altra. Il poco che esiste dell’Udc è tornato a destra; ma senza Casini non conta davvero più. Casini è restato fedele al patto con l’Udc in Area Popolare (che ormai non conta più nulla, se non come gruppo parlamentare, ma è limitato a questa legislatura). Poi c’è la Lega Nord che da quando c’è Salvini segretario verte verso l’estremismo di sinistra modello Le Pen e assieme a Fratelli d’Italia della Meloni e di La Russa cerca di spingere l’alleanza di centrodestra tutta sulle loro posizioni. Il problema di Salvini è che pur essendo riuscito a guadagnare molto consenso da quando lui è segretario; non riesce a imporre la sua linea ne a diventare stabilmente il primo partito di destra e quindi lui l’eventuale candidato leader. Non solo, anche al suo interno incontra difficoltà; con Bossi e Maroni molto poco convinti della sua linea.

Nel centrosinistra è rottura da quando l’avvento di Renzi ha fatto riemergere la tendenza maggioritaria e autonomista del Partito Democratico. Sopratutto ciò che era a sua sinistra è stato azzerato. La crisi l’ha sopratutto vissuta Sinistra Ecologia e Libertà che ha deciso di sciogliersi in un contenitore che in teoria dovrebbe essere più grande; ma che in realtà aggiunge solo degli estremi oppositori di Renzi provenienti dal Pd e per contro ha dei fuori usciti che credono nel centrosinistra a prescindere. In nuovo contenitore è Sinistra Italiana. I fuori usciti sono Pisapia, Zedda ecc. Scelta Civica è invece partito dal 10% dell’esordio nel 2013, all’irrilevanza attuale in decine di scissioni, che ne hanno cancellato il partito stesso. Il partito adesso si chiama Civici e Innovatori e contiene quelli fedeli al centro sinistra organico che non hanno voluto seguire il segretario Zanetti nell’avventura con Verdini. La cosa assurda è che anche l’altro pezzo Ala-Scelta Civica è in teoria al centro sinistra di Renzi; ma lo fa non organicamente e con la possibilità un domani di riconfluire in Forza Italia o in qualcosa di centro tendente a destra.

Insomma, ormai, anche se la politica non l’ha ancora capito; non ci divide tra destra e sinistra; ma tra populisti e riformisti. I populisti sono coloro che con la scusa delle ingiustizie che subisce il popolo armano la piazza contro qualunque cambiamento. Il loro problema è proprio governare, poichè le loro leggi sono volte tutte al consenso elettorale immediato. Alla lunga o comunque con il miglioramento della crisi economica (e non è detto arrivi nei prossimi decenni) sono destinati al ridimensionamento. I riformisti sono coloro che cercano di vedere aldilà della congiuntura attuale cercando di mettere le basi per riforme che cambino radicalmente (in meglio) la situazione del popolo. Il loro problema è che fanno fatica a comunicare il loro messaggio è spesso paiono lontani dagli stessi fruitori delle loro riforme. Puoi fare anche la risorsa migliore del mondo, ma se non riesci a comunicarla sei spacciato.

La classe politica e ancora meno l’opinione pubblica lo capisce; ma di coalizioni presto torneranno ad essercene due: i populisti e i riformisti. La coalizione populista sarà formata da Movimento 5 stelle, Lega Nord, Fratelli d’Italia ed eventualmente La Destra, Forza Nuova ecc. Attualmente, però, il movimento di Grillo ancora frena sulla possibilità di allearsi con chicchessia. Ed è questo diniego che una volta tolto farà scattare la frana definitiva a questo sistema politico. Perchè a quel punto Lega e Fdi smetteranno di cercare Forza Italia e il fronte populista sarà per la prima volta visibile all’opinione pubblica. Il movimento di Grillo farà cadere questo dogma quando capirà definitivamente che non riesce a governare da solo e che non hanno classe politica preparata (la Raggi ci sta mettendo del suo). In questa coalizione parteciperanno anche quelli che ora sono in Sinistra Italiana e che presto credo non faranno parte di nessun partito o saranno parte di un mini satellite.

Nella coalizione riformista gira tutto attorno a Renzi, perchè a differenza dell’altra coalizione qui un leader sicuro c’è. C’è anche il primo problema. Matteo Renzi è politico populista che porta avanti istanze riformiste. Questo ovviamente tenendo presente i significati che ho dato prima a questa parole. Della coalizione sarà sicuramente il perno il Pd, che però sarà sicuramente il perno il Pd. Il Pd sarà un multi partito; come la Dc nella prima Repubblica; ma è sbagliato paragonare questi due partiti per il diverso modo di pensare; ma in comune hanno che tutte le componenti hanno un plus comune che le faranno stare nello stesso partito. Poi c’è il mondo post berlusconiano che è a diritto in questa coalizione. Il problema è proprio Berlusconi. Finchè l’ex Cavaliere resterà nell’agone politico (seppur azzoppato come è adesso) non renderà possibile la riunificazione di quel centro che non ha mai creduto fino in fondo in una collaborazione in forze come la Lega Nord; di quelli che fin qui si sono chiamati i moderati. Quindi Forza Italia, Nuovo Centro Destra, Udc, Ala, la nuova Scelta Civica senza Lega (grazie a Grillo) e senza Berlusconi si riaffiancheranno al Pd. Allo steso tempo a sinistra del partito di Renzi ci sarà qualcosa che adesso non esiste e che credo che il primo embrione sia nelle iniziative di Pisapia e di Zedda, ma anche nella Democrazia Solidale di Andrea Olivero e altri che navigano in quella zona.

Sono quando tutte queste condizioni si saranno verificate l’Italia avrà quello slancio che forse il 4 dicembre è mancato e questa nazione prenderà la strada che deciderà di intraprendere.

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