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Jobs Act: incontro governo-sindacato

Jobs Act incontro governo-sindacato

Jobs Act incontro governo-sindacato

Una sola ora per l’incontro tra il governo e i sindacati in sala Verde a Palazzo Chigi per parlare del Jobs Act. Quel tempo basta appena per illustrare il provvedimento; non certo per ascoltare consigli e migliorie. Segno che il premier Matteo Renzi ha convocato le parti sociali pro-forma e non per vero interesse. Oltre che di articolo 18, si è parlato anche di Tfr, salario minimo, rappresentanza e contrattazione decentrata. L’intenzione del governo sarebbe quella di privilegiare i contratti aziendali rispetto a quelli nazionali. “E di innovazione e di cambiamento del mondo del lavoro, anche sul versante della contrattazione“, ha anticipato il ministro Poletti.

All’incontro hanno partecipato per il governo il premier Matteo Renzi, il sotto segretario Graziano Delrio, i ministri del Lavoro Giuliano Poletti e della pubblica amministrazione Marianna Madia e infine colui che manovra i cordoni della borsa Piercarlo Padoan. Per il sindacato i quattro segretari conferedali: Susanna Camusso per la Cgil, l’appena nominata Annamaria Furlan per la Cisl, Luigi Angeletti per la Uil e Geremia Mancini per l’Ugl.

Sono state illustrate le regole sui licenziamenti e il reintegro in alcune fattispecie, oltre alla precisazione dei casi nei quali si potrà ricorrere al giudice. In sostanza quello che è stato scritto nel documento approvato dalla direzione del Pd. Fredda la reazione dei sindacati. Per Camusso “l’unica novità sono i nuovi incontri. La nostra valutazione non cambia. Registriamo una disponibilità del premier a discutere sulla rappresentanza sindacale, ma sul resto non condividiamo il piano. Restano la manifestazione del 25 ottobre e tutte le attività di contrasto”. Furlan chiede, invece, “lotta all’evasione fiscale e maggiori tagli agli sprechi. Sul lavoro convidiamo la revisione delle politiche attive e l’assorbimento di tutte le forme di precariato nel contratto unico a tutele crescenti. Basta con le false partite iva”. Angeletti ribadisce che il Tfr “è il salario differito dei lavoratori”.  Un nuovo incontro tra le parti è stato convocato per il 25 ottobre.

In Senato dovrebbe esser chiesta la fiducia sul testo in modo da presentare qualcosa di concreto ai partner europei riuniti a Milano. Il provvedimento può subire variazioni; ma appena arriverà in parlamento verrà sottoposto a fiducia per evitare strascichi come con le riforme istutuzionali (essendo poi questo un provvedimento da apporovare dalla sola maggioranza). La minoranza Pd ha detto che in questo modo ci saranno conseguenze politiche. Il governo ha risposto che proprio per questo devono stare attenti a cosa votano.

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