Centrodestra

I problemi di Matteo Salvini

I problemi di Matteo Salvini

Matteo Salvini

Rispetto ai tweet e agli status su Facebook che mostrano un Matteo Salvini sempre in grande spolvero, lo stato d’animo del leader della Lega Nord non è dei migliori. Anzi, secondo chi lo conosce bene, ‘il Capitano’, soprannome che gli hanno dato i leghisti dal giorno di insediamento nella segreteria, sta affrontando una delle fasi politiche più difficili della sua vita. «Debolezza», «un casino che non riesce più a controllare», «è finito in un vicolo cieco», «non sa più di chi fidarsi», sono le frasi che si ripetono più spesso nei conciliaboli degli esponenti del movimento lumbard, da Roma a Milano.
Da un lato c’è lo scontro con il governatore della Lombardia Roberto Maroni sull’alleanza col Nuovo centrodestra per le amministrative di Milano e sul dialogo con il governo. Dall’altro le difficoltà nel reperire risorse economiche per il partito. E ancora: i sondaggi che scendono di un punto ogni settimana, la lotta contro l’immigrazione che dopo la foto del bambino siriano morto sulla spiaggia non tira più dal punto di vista mediatico; l’indecisione su cosa fare nel futuro – sfidare Matteo Renzi a livello nazionale o correre per la poltrona di sindaco di Milano. Sono tutti gli incubi ricorrenti di un Salvini che temporeggia, ma che di fatto non sa più che pesci pigliare.

E poi c’è l’alleato Forza Italia, con un Silvio Berlusconi che continua a tenere il piede in due scarpe, di governo e di opposizione. Tra i salviniani (e non solo) c’è il sospetto di una manovra a tenaglia per far fuori Salvini nel giro di un anno. Per logorarlo. Perché di elezioni politiche a breve non se ne vedono all’orizzonte. E se ‘il Capitano’ dovesse correre per Palazzo Marino rischia di farsi male.
Sondaggi interni al centrodestra dicono che meglio di lui, contro il centrosinistra, farebbe persino Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio. Non solo. Manca un mese esatto alla «grande manifestazione» leghista di Bologna, 8 novembre, data che per gli organizzatori dell’evento dovrebbe dare «una spallata al governo di Matteo Renzi». Dentro la Lega sono in tanti a temere un flop, proprio perché il partito all’interno ribolle, con un Salvini in guerra contro tutti. Perfino con Roberto Calderoli, storica macchina amministrativa e organizzativa di via Bellerio insieme con il suo braccio destro Maurizio Bosatra. A Bologna poi bisogna capire chi ha intenzione di parlare dal palco. L’evento, infatti, è organizzato anche da ‘Noi con Salvini’, il partito sudista della Lega Nord che non riesce a sfondare nel Centro-Sud. L’obiettivo sarebbe quello di non portare solo militanza leghista, ma di allargare il raggio.

Dentro il movimento c’è chi ha avanzato persino l’ipotesi di eliminare la corrente dei Giovani padani, i fedelissimi salviniani. Spaccature profonde che derivano poi da un problema concreto: di soldi ce ne sono pochi per sopravvivere. Le iniziative di auto-finanziamento non stanno andando come dovrebbero. Il problema è che il movimento è sempre più dilaniato tra la vecchia guardia e quella nuova, appunto il cerchio magico intorno a Salvini. C’è chi rema da un lato e chi dall’altro. In via Bellerio non sono passate inosservate le parole di Bossi di martedì 6 ottobre a Montecitorio. Il Senatùr ha detto che Salvini dovrebbe correre a Milano nel 2016 come candidato sindaco. Ben sapendo del rapporto privilegiato del ‘vecchio Capo’ con Berlusconi, la richiesta parrebbe arrivare direttamente dall’ex Cavaliere. Ma anche qui Salvini non riesce ad avere un quadro completo della situazione. Forza Italia sta approvando le riforme insieme con Renzi. È successo mercoledì 7 ottobre e potrebbe ripetersi di nuovo. C’è chi paventa che alla fine a Berlusconi possa interessare poco vincere a Milano. Sotto il governo Renzi Silvio sta concludendo affari importanti. Mondadori ha chiuso con Rcs. E c’è ancora in ballo il triangolo economico televisivo Rai, Mediaset e Sky. Perché disturbare il presidente del Consiglio nel capoluogo lombardo, già in difficoltà con il Partito democratico che non ha più Giuliano Pisapia come candidato? Del resto l’unico Matteo di cui è sempre stato innamorato il Cav è quello fiorentino, non quello milanese.

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