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Ddl scuola è legge

Ddl scuola è legge

Ddl scuola è legge

Un percorso a ostacoli verso il voto finale. Ma il ddl ‘Buona scuola‘ è legge. L’aula della Camera, in terza lettura, ha dato il via libera definitivo alla riforma del sistema scolastico del governo Renzi, con 277 sì, 173 no e 4 astenuti. Presenti 454. Votanti 450. Maggioranza 226.  “Questo non è un atto finale” ma “l’atto iniziale di un nuovo protagonismo della scuola” ha scritto su Twitter dopo l’approvazione il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. “Abbiamo restituito autonomia ai dirigenti scolastici e messo 3 miliardi a regime, il governo dimostra di ritenere strategico il settore dell’istruzione. Le proteste? Quelle sono quasi organizzate, mentre il consenso è sempre individuale e io sono convinta che il consenso crescerà”, ha commentato promettendo che l’anno scolastico inizierà a settembre regolarmente. Per la scuola abbiamo stanziato, “a regime, tre miliardi. Non chiacchiere”, ha aggiunto il ministro.

A favore hanno votato Pd, Area popolare (Ncd-Udc), Scelta civica, Pi-Cd, Psi, Minoranze linguistiche. Contrari M5s, Lega, Sel, Alternativa libera, Fratelli d’italia e Forza Italia dove sono stati quattro i ‘verdiniani’ che hanno votato a favore contrariamente al resto del gruppo. I 4 azzurri, vicini al senatore toscano Denis Verdini sono d’Alessandro, Faenzi, Parisi e Mottola. D’Alessandro tiene però a precisare: “Non è assolutamente un voto politico, non c’entra nulla con i dissensi interni a Forza Italia, ma è una posizione personale. Io ho votato convintamente per la riforma, perché ritengo che se l’avessimo fatta noi la sinistra sarebbe salita sulle barricate e noi saremmo a festeggiare con i caroselli per strada”. In dissenso dal gruppo Gian Luigi Gigli e Mario Sberna (Pi-Cd) non hanno partecipato al voto.

Sono 39, tra i quali Bersani e Cuperlo, i deputati Pd che non hanno partecipato al voto sulla riforma della scuola. Tra questi, secondo Alfredo D’Attorre, “24” gli esponenti della minoranza Pd. Roberto Speranza risulta in missione ma fa sapere di non aver partecipato per scelta. I cinque no alla riforma, nel Pd, sono quelli di Angelo Capodicasa, Vincenzo Folino, Carlo Galli, Giuseppe Zappulla, oltre ad Alfredo D’Attorre. Diversi, oltre a Pier Luigi Bersani e Gianni Cuperlo, gli esponenti della minoranza Dem, che risultano, secondo i tabulati, tra quelli che non hanno partecipato al voto: tra questi Roberta Agostini, Tea Albini, Ileana Argentin, Vincenza Bruno Bossio, Marco Carra Gianni Farina, Filippo Fossati, Andrea Giorgis, Maria Iacono, Francesco Laforgia, Enrico Letta, Danilo Leva, Michela Marzano, Michele Mognato, Delia Murer, Barbara Pollastrini, Nicola Stumpo, Alessandra Terrosi, Davide Zoggia. Tutti deputati riconducibili alla minoranza guidata da Roberto Speranza e ai cuperliani di Sinistra dem. Tra gli esponenti della minoranza Pd che risultano in missione e non hanno partecipato al voto, figurano invece Giuglielmo Epifani, Rosy Bindi, Paolo Fontanelli e Francesco Monaco.

La Lega si è detta soprattutto contraria all’introduzione della teoria gender: “Inaccettabile che si tenti di far passare subdolamente questa norma che spalanca le porte delle nostre scuole alla cultura gender. La Lega denuncerà ogni singolo episodio che accadrà negli istituti scolastici sensibilizzando genitori e opinione pubblica” ha detto il deputato della Lega Stefano Borghesi. Contraria anche Sel: “Oxi alla ‘buona scuola’ di Renzi” si leggeva sui cartelli in bianco e blu, i colori della bandiera greca, che sono stati portati dai deputati sui banchi di Montecitorio. Il vicepresidente Giachetti ha chiesto ai commessi di rimuovere i cartelli. Protesta anche il M5s con una lettura in coro degli articoli 3, 33 e 34 della Costituzione dedicati alla scuola e alla ricerca. La ‘Buona scuola’ prevede, tra le altre cose, l’assunzione in due fasi di 102mila docenti, lo stanziamento di 200 milioni da utilizzare dal 2016 per premiare i professori nell’ambito della valutazione introdotta dal ddl. I presidi potranno ricorrere alla chiamata diretta. Viene inoltre potenziato il meccanismo dell’alternanza scuola-lavoro.

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