Centrosinistra

Guerra civile nel Pd

Guerra civile nel Pd

Guerra civile nel Pd

La vecchia guardia del Pd, quella che viene comunemente chiamata “la ditta” non si è mai rassegnata a farsi da parte e a lasciar fare a Renzi. Non è solo una questione di protagonismo; non ne condivide i valori tanto da non sentirsi dello stesso partito di Renzi. Gli elettori, per ora, stanno con Renzi; ma loro sperano, complice la crisi sconomica, di riuscire a farlo dimettere prima da premier e poi da segretario e farlo fuori politicamente in modo da riprendere le redini del partito. Sanno benissimo, infatti, che se si arrivasse alle prossime elezioni politiche (previste per il 2018) loro non avendo il favore della base scomparirebbero e parte di loro non sarebbe nemmeno candidata. A loro vantaggio c’è la difficoltà che ha Renzi di far sciogliere le Camere perchè c’è la contrarietà di Napolitano e anche quella di Berlusconi che gli sostiene quelle riforme che sono necessariamente da fare prima di andare eventualmente alle urne. Renzi ha la maggioranza in segreteria, grazie alla vittoria delle primarie dello scorso dicembre; ma in Parlamento gli equilibri sono opposti e “la ditta” ha la maggioranza essendosi svolte le ultime elezioni sotto la segreteria Bersani. Lo scopo, quindi, è quello di logorare Renzi e si distruggerlo politicamente prima delle prossime elezioni politiche e nel frattempo condizionando le sue riforme e boicottando quelle che loro non condividono. Un sentiero irto di ostacoli per Renzi; che alla fine del “!livello” o lo vedrà vincitore di questo videogames che è il Pd o per lui sarà un game over definitivo. In mezzo la legge finanziaria questo autunno; il jobs act; le regionali in Calabria e Emilia; le riforme costituzionali; le elezioni regionali di nove regioni e molto altro ancora. Basterebbe un solo insuccesso per far precipitare Renzi.

Io continuo a pensare che Renzi sta dimostrando di essere l’unico che vuole  migliorare l’Italia ed è costretto a farlo senza una vera maggioranza e con l’opposizione parlamentare di gran parte del suo partito. Non credo ci siano precedenti nella storia di un premier che è segretario del suo partito, che però contemporaneamente ne ha contro la maggioranza e che deve lottare per sconfiggere una grave crisi economia e che contemporaneamente ha un tasso di fiducia molto alta da parte degli italiani. Molti suoi predecessori sarebbero cascati per molto meno. Ah dimenticavo a dimostrazione di quanto ho detto, Massimo D’Alema ha invitato a cena gran parte della mninoranza del partito tra cui Gianni Cuperlo e Roberto Speranza, proprio per progettare il modo di mettere in difficoltà Renzi. Vergognoso è dir poco.

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