Guerra

Intervento (Onu) in Libia

Intervento (Onu) in Libia

Intervento (Onu) in Libia

Ormai l’Isis ha conquistato anche le principali città libiche che si affacciano al Mediterraneo e ha cominciato a minacciare l’Italia dicendo che ormai è al suo sud. In effetti guardando quella guerra dalla Sicilia si scopre che non è poi così lontana. Ma a questa questione si aggiunge quella dell’immigrazione dei profughi sulle coste italiane. Anche perchè i detrattori di Mare Nostrum prima e di Triton poi, hanno insinuato che terroristi possano infiltrarsi tra quei profughi che noi accogliamo nel nostro territorio e che poi possano compiere attentati. Secondo me accogliere i profughi e non lasciarli morire in mare o in guerra è una cosa sacrosanta; dopodichè se qualcuno di loro commette, anche semplicemente qualche reato (senza arrivare agli estremi di attentati) è un’altro discorso e ovviamente in quei casi si deve provvedere. Ma di certo non si può prevedere.

Però per eliminare i rischi bisogna andare alla fonte del problema: cioè il caos che c’è nello stato libico; che dalla fine del regime di Gheddafi è caduto nella quasi anarchia. Tralasciando il giudizio (negativo) su chi ha voluto cominciare quella guerra; resta il fatto che c’è bisogno di una missione (certamente su mandato Onu) che metta a posto quella situazione, allontanando anche l’Isis dal territorio africano. L’unica possibilità di normalizzazione sarebbe in un accordo tra Egitto e Algeria che dispongono delle forze terrestri necessarie a riportare una certa calma nel Paese. L’Italia è determinata a contribuire alla stabilizzazione del paese attraverso il dialogo, ma è anche pronta ad assumere un ruolo di primo piano in questo quadro. Dal meeting delle Nazioni Unite appare chiaro che ancora esistono spazi e tempi per la mediazione politica. L’obiettivo è la nascita di un governo di unità nazionale propedeutico alla stabilizzazione e alla lotta al terrorismo.

L’Egitto ha presentato una bozza di risoluzione alle Nazioni Unite che prevede anche l’uso della forza militare in Libia se necessario. Un’opzione che però al momento non sembra essere presa in considerazione, almeno stando alla discussione avvenuta in seno al Consiglio di sicurezza. Discussione che ha rafforzato il fronte dei sostenitori della via diplomatica. Egitto, ma anche l’Algeria dispongono delle forze terrestri necessarie a un intervento di terra dopo che la rappresentanza diplomatica italiana ha invitato i nostri connazionali ad abbandonare provvisoriamente il Paese.

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