Europa

Parlamento europeo e semestre italiano

Federica Mogherini e Matteo Renzi all'Europarlamento

Federica Mogherini e Matteo Renzi all’Europarlamento

Forse qualcosa di simile ad un dubbio lo ha avuto, Matteo Renzi, quando a Strasburgo il suo discorso d’insediamento alla presidenza del Consiglio d’Europa ha trovato la replica gelida di Manfred Weber nuovo capogruppo del Partito popolare europeo. Weber appartenente alla Cdu di Angela Merkel, giovane, non meno carismatico, ha tarpato le ali ai voli pindarici su cui era intessuto l’intervento del nostro premier andando subito al dunque: «L’Italia ha il 130% di debito, dove li prende i soldi?». Manfred Weber si esprime contro qualsiasi ipotesi di deroga all’austerity: “I debiti non creano futuro, lo distruggono” e, allontanando facili illusioni su un cambio di scenario nella politica della Ue, insiste: “dobbiamo continuare sulla linea del rigore”.

Matteo Renzi, che era accompagnato dal ministro degli esteri italiano Federica Mogherini, in pochi minuti è passato con la disinvoltura del primo della classe da Enea ad Anchise, dalle donne pakistane al selfie, deve aver capito – aiutato dal suo rapido istinto, vero e unico consigliere delle suo fortune politiche – che, per quanto l’educata assemblea di Strasburgo non abbia lesinato applausi nell’accompagnare l’agile incedere del suo discorso a braccio, la realtà della Ue si mostrerà ben più coriacea e concreta di quanto il suo talento di affabulatore non abbia messo in conto. E che l’ambizione di cambiare la Ue dall’interno pur accettandone etichetta, protocollo e regole, dovrà fare i conti con la resistenza di chi sa di poter agire da una posizione straordinariamente forte. Le parole di Weber hanno il pregio di far comprendere come il progetto di un Unione Europea che passi “dall’applicazione statica delle regole finalizzate unicamente alla stabilità a una visione dinamica legata a nuovi obiettivi politici” – come ancora ieri Palazzo Chigi auspicava – ha ben poca possibilità di imporsi nei breve volgere di un semestre. La risposta di Renzi è, infatti, solo carattere: «Se Weber parlava a nome della Germania, gli ricordo che proprio in questa sala, nella scorsa presidenza italiana, ci fu un Paese cui non solo fu concessa flessibilità ma anche di violare i limiti ed essere oggi un Paese che cresce. Chi brandisce l’arma del pregiudizio sull’Italia sbaglia, è un atteggiamento da respingere al mittente. Non accettiamo lezioni di morale da nessuno».

Uno dei più fervidi oppositori sarà Nigel Farage dell’Ukip, che ha detto chiaramente che non collaborerà con Renzi e ha giudicato il suo discorso discreto, da 7, ma più per la presentazione che per i contenuti, perché ritiene che anche se è evidente che il pubblico di europarlamentari ha apprezzato il fatto che il premier italiano abbia parlato a braccio e con numerosi riferimenti alla cultura, ma anche alla tecnologia, dall’altra parte non ha toccato minimamente i temi economici e dunque le sue sono solo parole.

Tra i giudizi positivi sul discorso di Renzi ci sono da annoverare quelli dei rappresentanti di Forza Italia come Raffaele Fitto e i suoi colleghi Giovanni Toti e Lara Comi che sono andati a salutare il Premier con grandi sorrisi e pacche sulle spalle. Anche Guy Verhofstadt, capogruppo dei liberal-democratici, ha avuto buone parole per Renzi condividendo la sua idea di concentrarsi sulla crescita.

Nel suo discorso Renzi ha teso una mano a David Cameron, primo ministro della Gran Bretagna, che ha minacciato di lasciare l’Europa come reazione all’elezione di Jean-Claude Junker alla presidenza della Commissione. Renzi ha detto che senza la Gran Bretagna l’Europa non è se stessa e Cameron ancor prima che il Premier italiano pronunciasse il suo discorso aveva detto di non vedere l’ora di lavorare con Renzi per portare a termine le riforme in Europa mentre l’Italia inizia i sei mesi di presidenza dell’Ue.

José Manuel Barroso, invece, presidente della Commissione Europea uscente, ha detto: “È importante che Renzi abbia ricordato che l’Europa è una comunità di valori. Tre anni fa l’Italia era sull’orlo del disastro finanziario e sono orgoglioso che la Commissione, al contrario di altri che la volevano sotto tutela internazionale, sia stata al fianco dell’Italia”

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