Sovranisti/Populisti

M5s ha espulso i 15 senatori che non hanno votato la fiducia a Draghi

Barbara Lezzi e Nicola Morra

Il Movimento 5 stelle potrebbe essere vicino a una scissione. Nella mattinata del 18 febbraio è arrivata la conferma dell’espulsione per i senatori che hanno votato contro la fiducia al governo di Mario Draghi. La decisione era già stata indicata come inevitabile dai vertici del partito dopo la votazione di ieri sera.

Rosa Abate, Luisa Angrisani, Margherita Corrado, Mattia Crucioli, Fabio Di Micco, Silvana Giannuzzi, Bianca Granato, Virginia La Mura, Elio Lannutti, Barbara Lezzi, Matteo Mantero, Cataldo Mininno, Nicola Morra, Fabrizio Ortis e Vilma Moronese sono i 15 frondisti che hanno votato no alla fiducia e che oggi sono stati espulsi per non aver seguito la decisione presa dopo la consultazione della base sulla piattaforma Rousseau.

Già negli scorsi giorni all’interno del M5s ci si preparava alla spaccatura. Il capo politico del M5s Vito Crimi ha definito “vincolante” il voto degli iscritti. Per questo, le sanzioni disciplinari arriveranno quasi sicuramente anche per chi ieri era assente al Senato“L’espulsione per chi ha votato no sarà inevitabile. Nuovo gruppo? Valuteremo in seguito” aveva detto ieri la senatrice dissidente Granato. “Ovviamente non posso più essere nel M5s, la scelta di campo è radicale” le ha fatto eco il senatore Crucioli, che ha poi espresso la sua speranza per la creazione di un nuovo gruppo: “Me lo auguro e lavorerò per questo” ha detto.

Secondo un post su Facebook pubblicato da Crimi i senatori e le senatrici “sono venuti meno all’impegno del portavoce del Movimento che deve rispettare le indicazioni di voto provenienti dagli iscritti. Tra l’altro il voto sul nascente Governo non è un voto come un altro. È il voto dal quale prendono forma la maggioranza che sostiene l’esecutivo e l’opposizione. ed ora i 15 senatori che hanno votato no si collocano, nei fatti, all’opposizione.

Oggi alla Camera si terrà il secondo turno di votazioni per la fiducia al governo Draghi e anche in questo caso si preannunciano nuove defezioni. Il M5s si avvia quindi verso una scissione interna, preannunciata a seguito del voto sulla piattaforma Rousseau e dell’evento online chiamato “V Day. No governo Draghi”, organizzato dai possibili scissionisti dopo l’incontro tra il fondatore Beppe Grillo e Draghi.

Intanto, sono cominciate le modifiche dello statuto che elimineranno la figura del capo politico del M5s, sostituendola con un comitato direttivo composto da 5 membri. Un altro possibile tassello dello scontro interno al Movimento. “Da oggi termina la reggenza della figura del capo politico e si avvia il percorso per la creazione di un organo collegiale che avrà il compito, come stabilito dalle modifiche dello statuto, di definire la linea politica del Movimento 5 Stelle insieme all’Assemblea degli iscritti, oltre che amministrare le attività quotidiane del Movimento 5 stelle” ha comunicato l’associazione presieduta da Davide Casaleggio.

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