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Draghi incassa la fiducia al Senato: 262 voti favorevoli, 40 contrari e 2 astenuti. Il M5s si spacca

Draghi incassa la fiducia al Senato: 262 voti favorevoli, 40 contrari e 2 astenuti. Il M5s si spacca

Il premier Mario Draghi ha incassato la fiducia al Senato con 262 voti favorevoli, 40 voti contrari (17 assenti) e 2 astenuti. Palazzo Madama ha dato il via libera al governo Draghi, che ha ampiamente superata la soglia della maggioranza assoluta di 161. L’esecutivo ha incassato il sostegno di Partito democratico, Forza Italia, Italia viva, Leu, Movimento Cinque Stelle, Lega e gruppi minori.

L’unico gruppo a votare no  stato quello di Fratelli d’Italia guidato da Giorgia Meloni. Ma ai contrari si sono aggiunti anche alcuni voti di Sinistra italiana, componente di Leu, e dei 5 Stelle. Oggi Draghi è atteso alla prova della Camera, per il suo discorso programmatico nell’aula di Montecitorio. Al termine dell’intervento del premier il presidente della Camera, Roberto Fico, dará il via alla discussione generale, mentre la replica di Draghi è attesa alle 18. L’esito della votazione sulla fiducia dovrebbe avvenire per le 20.

Il Movimento 5 Stelle è a un passo dalla scissione. Lo strappo alla fine si è consumato ed è stato un pò piú forte rispetto alle previsioni della vigilia. I no dei Cinque Stelle al governo Draghi sono stati 15 e le assenze strategiche altre 4-5 su un totale di sei parlamentari non presenti al Senato. Ma soprattutto tra chi ha negato la fiducia al governo ci sono alcuni volti storici del Movimento come Barbara Lezzi e Nicola Morra. I venti frondisti rappresentano quasi un quarto della compagine pentastellata. Numeri che ora aprono uno squarcio all’interno del Movimento. C’è chi giá preannuncia una lettera di Crimi per “cacciare” i dissidenti dal gruppo. Intanto, nel Pd giá si litiga sull’intergruppo con M5S e Leu. La rivolta interna ai Democratici ha finito per togliere valenza politica all’intergruppo costituito l’altro ieri in Senato da 5S, Pd e Leu per fare blocco comune sulle grandi sfide del Paese, con il plauso dei segretari dei tre partiti. Il fatto è che l’operazione, nata su richiesta dei grillini per rassicurare quanti, dentro il Movimento, stavano meditando di votare contro la fiducia, è stata presto caricata di significati e orizzonti piú ampi del dovuto.

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