Il problema di Salvini si chiama delinquenza. Quello di Di Maio si chiama incompetenza. Lascio immaginare a voi cosa sia peggio.
Di Maio è in fissa con il suo decreto Dignità e quando dal suo stesso ministero hanno fatto notare che la sua riforma prevedeva ottomila posti di lavoro in meno all’anno; ha gridato al complotto. Questa riforma doveva servire per gridare al vento che il M5s le promesse elettorali le mantiene; il punto è che le riforme non vanno solo scritte, ma vanno anche verificate prima di essere fatte approvare. Se così non è il tuo stesso ministero pubblicala verità. Che Di Maio è un incompetente.
Ma Di Maio non ci sta e grida al complotto, come appunto dicevamo su. Se l”è presa con Tito Boeri presidente dell’Inps (che qualche giorno prima aveva però difeso dallo spoil sistem di Salvini). E Boeri si è fatto subito sentire. “Se mi vogliono cacciare, mi caccino. Io però resto al mio posto”. È il pensiero che i principali quotidiani nazionali attribuiscono a Tito Boeri, presidente dell’Inps finito sotto accusa per la “manina” che avrebbe corretto la relazione tecnica del Decreto Dignità, inserendo la tabella in cui si preveda la perdita di 8 mila posti di lavoro l’anno per effetto delle misure previste nel provvedimento. Ed ancora: “Se la Ragioneria avesse avuto delle perplessità su quelle stime, poteva contestarle, chiederci un approfondimento, come avviene spesso. E invece ha proceduto alla bollinatura, facendole proprie”. Boeri è un fiume in piena, secondo quanto riporta il Corriere della Sera: “Se uno studente impreparato viene promosso, la responsabilità non è solo dello studente che non ha studiato ma anche del professore che lo promuove”. Insomma se l’errore c’è, è della Ragioneria come dell’Inps. Ma l’errore, secondo Boeri, non c’è, anzi quella stima di 8 mila posti persi è “relativamente ottimistica”. Ora il tema è il futuro più prossimo di Tito Boeri. A febbraio 2019 scadrà il suo mandato e un rinnovo è fuori da ogni orizzonte. Ma cacciarlo prima? Matteo Salvini è decisamente favorevole a farlo subito, Luigi Di Maio no: “Non possiamo rimuovere Boeri ora, quando scadrà terremo conto che è un presidente dell’Inps che non è minimamente in linea con le idee del governo, non perché il presidente dell’Inps la debba pensare come noi, ma perché noi vogliamo fare quota 100, quota 41, la revisione della legge Fornero, l’Inps ci deve fornire i dati, non un’opinione contrastante”. Quindi i dati che Dio Maio vuole che Boeri fornisca sono una fotocopia della sua opinione. Bella democrazia!
Diversi i problemi di Salvini. Nascono dalla magistyratura e piùprecisamente dall’indagine sui 49 minioni frodati dalla Lega. Sembra che la “mariolata” sia stata dfatta da Bossi e dall’allora tesoriere Belsito; ma sembra anche che all’uscita di scena dei due ci fosse ancora 40 di quei 49 milioni in cassa. Quindi i restanti milioni sono stati sperperati nelle gestioni Maroni e Salvini.
Il sostituto procuratore generale di Genova, Enrico Zucca, ha chiesto la conferma della confisca diretta di 49 milioni alla Lega anche per la parte dei reati prescritti. Lo ha fatto nella requisitoria del processo d’appello per la maxi truffa ai danni dello Stato sui rimborsi al partito nel periodo 2008-2010. Sul tema della confisca, il pg Zucca ha sottolineato la “titubanza dei giudici di primo grado” nell’affrontare la questione della “confisca globale dei proventi profitto di reato”: il tribunale di Genova aveva infatti decretato che le uniche somme sequestrabili erano quelle presenti nelle casse del partito al momento dell’esecuzione del provvedimento di sequestro e non quelle che successivamente sarebbero entrate nelle disponibilità del Carroccio, come richiesto dalla procura di Genova e su cui lo scorso giugno si e’ espressa favorevolmente la Cassazione. Su questo passaggio e’ atteso un nuovo pronunciamento del Riesame.
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