Governo

Jobs Act: gli ultimi decreti delegati

Jobs Act: i decreti attuativi

Giuliano Poletti

Sono stati approvati dal governo i decreti attuativi della riforma del lavoro che porteranno al contratto a tutele crescenti e al superamento dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Dopo l’approvazione della delega da parte del parlamento e i primi decreti attuativi di dicembre, prende dunque forma il cambiamento del mercato del lavoro italiano. I contratti a progetto saranno vietati a partire dal primo gennaio 2016:

  • Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge n. 183 del 2014;
  • Disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria e di ricollocazione dei lavoratori disoccupati, a norma dell’articolo 1, comma 2, lettera b), della legge n. 183 del 2014;
  • Testo organico semplificato delle tipologie contrattuali e revisione della disciplina delle mansioni, a norma dell’articolo 1, comma 7, lettere a), b), d), h), i), della legge n. 183 del 2014 – ESAME PRELIMINARE;
  • Disposizioni in materia di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, a norma dell’articolo 1, commi 8 e 9 della legge n. 183 del 2014 – ESAME PRELIMINARE;

Matteo Renzi ha dichiarato che quelle approvato sono norme che sono destinate ad aumentare “la flessibilità in entrata e le tutele in uscita” e che sono rivolte ai più giovani. “Una generazione vede finalmente riconosciuto il proprio diritto ad avere tutele maggiori. Parole come mutuo, ferie, buonuscita e diritti entrano nel vocabolario di una generazione fino ad ora esclusa”. “Sono circa 200mila i nostri connazionali che nella ridefinizione del lavoro parasubordinato passeranno dai co.co.co. vari a un lavoro a tempo indeterminato”, ha spiegato il premier che poi ha chiarito: “Nessuno rimarrà solo dopo il licenziamento”. Renzi ha confermato, come era trapelato nel pomeriggio, che restano le norme sui licenziamenti collettivi così’ come erano uscite dal Cdm. Poi ha ricordato: “Le norme servono alle assunzioni collettive, non ai licenziamenti collettivi”.

“Mai come in questo momento l’Italia è pronta a ripartire e rilanciare sul futuro” ha annunciato il capo dell’esecutivo che ha ripetuto il suo hashtag preferito: “Questa è davvero la volta buona”. Ma a chiarire ancora meglio la riforma del governo è stato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti che ha spiegato il cambiamento di filosofia che c’è dietro queste norme. “Al centro delle misure del governo c’è una cosa semplice ma essenziale: in Italia da molti anni è diventato normale assumere con tutte le forme di contratto meno il contratto a tempo indeterminato. La scommessa è rovesciare questo fatto, la normalità sia l’assunzione a tempo indeterminato, lo devono fare tutti”.

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