Giustizia

Responsabilità civile dei magistrati

Responsabilità civile dei magistrati

Responsabilità civile dei magistrati

La nuova legge sulla responsabilità civile dei giudici ha provocato l’intervento del Consiglio superiore della magistratura – che si è impegnato a monitorare gli effetti della riforma – e dell’Associazione nazionale magistrati. Secondo il suo presidente Rodolfo Sabelli, la legge va “contro le garanzie dei cittadini”, perché la parte più forte potrà alterare l’equilibrio di un processo. Il 24 febbraio il disegno di legge è stato approvato alla Camera con 265 sì, 51 no e 63 astenuti. Si sono astenuti Lega nord, Forza Italia, Sinistra ecologia libertà, Fratelli d’Italia e Alternativa libera. Il Movimento 5 stelle ha votato contro.

La nuova legge riforma la legge Vassalli del 1988, approvata dopo i risultati del referendum dell’8 novembre 1987. La legge, tuttavia, depotenziava molto la richiesta dei promotori, stabilendo che il cittadino non potesse denunciare direttamente il giudice ma solo lo stato. La nuova legge mantiene la responsabilità indiretta: il cittadino cita lo stato che può rivalersi nei confronti del giudice. Ma, rispetto alla Vassalli, viene ampliata la possibilità per il cittadino di fare ricorso: è innalzata la soglia economica di rivalsa del danno, che può arrivare fino alla metà dello stipendio del magistrato; viene eliminato il filtro di ammissibilità dei ricorsi; la responsabilità scatta anche in caso di negligenza grave e travisamento del fatto e delle prove.

Insomma lo scopo di questa nuova legge è mettere al riparo i cittadini dagli errori giudiziari che sono stati a più seroi; mentre i casi riconosciuti sono stati solo 7 su oltre 400 ricorsi per risarcimento dal 1988 anno in cui la legge vassalli è stata promulgata. Insomma la vecchia legge avrebbe fallito non avendo garantito ai cittadini una giustizia “giusta”. E poi comunque se un magistrato sbaglia perchè il cittadino dovrebbe essere risarcito con i soldi di tutti?

Categorie:Giustizia, Governo

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