Centrosinistra

Caos nel Pd romano

Caos nel Pd romano

Matteo Orfini

Fin qui Ignazio Marino è figurato come l’alieno; colui cioè che venuto dopo Alemanno non garantiva più contiguità alla corruzione del “mondo di mezzo”. Però Carminati&co. si erano attrezzati per scavalcarlo; visto che sono risultati indagati un assessore e il presidente del consiglio comunale. Comunque oltre il limite accettabile per il Pd nazionale, che infatti ha commissariato il partito romano. Il commissario Matteo Orfini ha subito lanciato il suo appello: “Lancio un appello ai dirigenti e agli amministratori del Pd. Se qualcuno ha dei dubbi, se qualcuno ha delle sensazioni, parli. Vada in Procura e parli. Abbiamo tutti il dovere di vigilare: la situazione è delicatissima, siamo in presenza di un’associazione a delinquere di stampo mafioso”. Sempre Orfini dichiara che bisogna “restituire il Pd agli iscritti veri, ai militanti e agli elettori, fare piazza pulita delle correnti e dei signori delle tessere” e sradicare “un sistema correntizio che non aveva più nulla di politico, era solo una guerra per bande, e per questo più esposto alle infiltrazioni criminali”.

Pressioni su alcuni deputati del Pd – tra cui Micaela Campana e Umberto Marroni – per ottenere un’interrogazione parlamentare sull’appalto su un centro rifugiati bloccato da un giudice del Tar del Lazio. La gara era stata vinta da una coop della holding di Mafia Capitale. E’ questa la storia raccontata nell’informativa del Ros depositata agli atti dell’inchiesta di Roma. Nonostante le pressioni l’interrogazione non fu mai presentata. Micaela Campana non solo è la moglie dell’assessore comunale dimissionario Daniele Ozzimo; ma fa anche parte della segreteria Renzi in quota Bersani-Speranza; la deputata Pd avrebbe avuto uno scambio sms con Buzzi (“Bacio grande capo”, gli avrebbe risposto lei, che spiega però che il testo è parziale perchè quell’interrogazione avrebbe rifiutato di farla).  Allo stesso tempo, però, il Corriere della sera ha raccontato anche di un’intercettazione telefonica in cui i boss della cosca parlerebbero di 20mila euro versati alla parlamentare. Anche Umberto Marroni smentisce: “Non presi in nessuna considerazione, non firmandola, l’ipotesi di un’interrogazione sul centro di accoglienza di Castel Nuovo di Porto considerandola totalmente inopportuna, in quanto si trattava di un atto amministrativo del ministero dell’Interno. Spero che sia sufficiente questa smentita a evitare ulteriori ricostruzioni fantasiose o in alcuni casi diffamatorie, e palesemente su millantato credito per le quali ho dato mandato ai miei legali di sporgere querela”.

Nell’informativa è citato anche il deputato Pd Fabio Melilli, segretario del Pd Lazio: Buzzi, si legge nell’ordinanza, era sicuro “che l’interrogazione sarebbe stata presentata probabilmente anche a firma Fabio Melilli”. L’interrogazione viene preparata ma non verrà presentata, spiega il segretario di Campana a Buzzi, “perchè bloccata dal sottosegretario”.

L’inchiesta, però, non coinvolge solo politici, ma anche personaggi dello spettacolo che avrebbe più o meno chiesto favori. Stando agli atti dell’inchiesta “mafia capitale”, infatti, emerge in particolare che De Carlo intratteneva “numerosi contatti e frequentazioni” con le compagne dei calciatori Mattia Destro e Blerim Dzemaili, con centrocampista della Roma Daniele De Rossi e con la coppia Stefano De Martino-Belen Rodriguez, il conduttore televisivo Teo Mammuccari. Il Ros, in una informativa, fornisce anche i dettagli di un incontro tra lo stesso De Carlo e il cantante Gigi D’Alessio, risalente al 4 giugno del 2013. In quella circostanza, De Carlo, si trattenne in casa del cantante -al quale era appena stata rubata una collezione di Rolex- per oltre trenta minuti. Tra i calciatori in contatto con De Carlo c’è anche Giuseppe Sculli, coinvolto di recente nell’inchiesta sul calcioscommesse della procura di Cremona.

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