E’ un lungo sfogo quello pubblicato da Beppe Grillo sulla sua pagina Facebook dopo che nei giorni scorsi alcuni giornali hanno pubblicato gli stralci dell’indagine che vede il figlio del fondatore del M5S coinvolto in un’inchiesta per stupro. Il 21enne è indagato, in concorso con suoi tre amici per violenza sessuale ai danni di una studentessa milanese loro coetanea. «Mio figlio è su tutti i giornali come stupratore seriale insieme ad altri 3 ragazzi…io voglio chiedere veramente perché un gruppo di stupratori seriali non sono stati arrestati, la legge dice che vanno presi e messi in galera e interrogati», dichiara Grillo. «Sono liberi da due anni, ce li avrei portati io in galera a calci nel culo».
Secondo le ricostruzioni pubblicate negli ultimi giorni, Ciro Grillo avrebbe ripetuto la versione già fornita oltre un anno fa: nessuna violenza sessuale, semmai rapporti di gruppo consenzienti. Durante l’interrogatorio sarebbero stati poi precisati alcuni dettagli della vicenda, le cui indagini sono state chiuse a novembre 2020. Secondo gli stralci delle carte dell’inchiesta nell’atto d’accusa della Procura la ragazza, una 19enne conosciuta al Billionaire, sarebbe stata «afferrata per i capelli per bere mezzo litro di vodka e costretta ad avere rapporti di gruppo».
«Allora – aggiunge ancora Grillo – perché non li avete arrestati? Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c’è stato niente perché chi viene stuprato fa una denuncia dopo 8 giorni vi è sembrato strano. E’ strano. E poi c’è tutto un video, passaggio per passaggio, in cui si vede che c’è un gruppo che ride, ragazzi di 19 anni che si divertono e ridono in mutande e saltellano con il pisello, così…perché sono quattro coglioni».
Categorie:Giustizia
Sono stati rinviati tutti a giudizio i quattro ragazzi, tra cui Ciro Grillo, accusati di violenza sessuale ai danni di una giovane.
Il processo nei confronti di Grillo jr e Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, inizierà il 16 marzo prossimo.
Lo ha deciso il gup di Tempio Pausania.
I quattro giovani sono accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una coetanea italo-norvegese, dalla cui denuncia era scaturita l’indagine. I fatti risalirebbero al luglio di due anni fa in Costa Smeralda. Il rinvio a giudizio era stato sollecitato dal procuratore Gregorio Capasso. Il collegio difensivo aveva invece sollecitato il non luogo a procedere e chiesto che si proceda con rito ordinario.
“Abbiamo assistito alla pubblicazione di frammenti di atti mal interpretati, oggi la gup ha risposto a questo tentativo di sgretolare atti che hanno un significato ben preciso”. Così l’avvocata Giulia Bongiorno commenta la decisione della gup di Tempio Pausania, Caterina Interlandi, di rinviare a giudizio Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. “Non sono felice ma sono soddisfatta, la mia assistita soffre tuttora e ho atteso per dire che si è assistito a una distorsione da parte di alcuni giornali e la ragazza è finita sul banco degli imputati, ma il materiale probatorio racconta una verità diversa”.
Mentre il procuratore Gegorio Capasso si limita a dire che “l’impianto accusatorio ha retto ai fini dell’udienza preliminare” e gli avvocati difensori Gennaro Velle, Ernesto Monteverde e Mariano Mameli confermano il rito ordinario, Bongiorno sottolinea che “oggi è il giorno dopo il 25 novembre, anche questa giornata diventa importante”, riferendosi al fatto che ieri si celebrava la Giornata internazionale contro la violenza di genere. “Sono arrivata a Tempio che pioveva tantissimo e ho visto un arcobaleno, l’ho preso per un segnale”, confida l’avvocata. “La Cassazione dice che per andare a processo in caso di violenza sessuale basta la dichiarazione della persona offesa, se ritenuta attendibile in questo caso c’è molto di più e la scelta della giudice lo dimostra”. Giulia Bongiorno spiega che “se mi chiedete se sono felice la risposta è no, perché la mia assistita soffre tuttora, ma se mi chiedete se sono soddisfatta la risposta è sì, perché ho atteso sino a oggi per dire che si è assistito a una distorsione da parte di alcuni giornali per cui la ragazza è finita sul banco degli imputati, ma il materiale probatorio racconta una verità.
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