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Appello di Bonino per una lista di scopo

Matteo Renzi, Riccardo Mafi, Elly Schlein e Emma Bonino

La foto di gruppo c’è (quasi), il gruppo ancora no. Con un evento a Roma “Per gli stati uniti d’Europa“, Emma Bonino e la sua Più Europa hanno messo insieme parecchi leader di centrosinistra, per farsi dare la risposta a una domanda semplice: ci state a fare una lista di scopo per le europee? Che poi il quesito era rivolto sostanzialmente agli unici due interlocutori che potrebbero starci, ma che non vanno d’accordo fra loro: Matteo Renzi e Carlo Calenda. Il primo ha risposto sì, il secondo è rimasto sul vago.

Le somme le ha tirate il segretario di Più Europa Riccardo Magi che, non potendo fare subito uno più uno, ha preso tempo: “Fermiamo gli orologi, prendiamoci un extra time, brevissimo, qualche giorno, per capire come questa proposta può concretamente prendere forma”. Intanto, però, grazie a uno stratagemma del moderatore dell’evento, Alessandro Cecchi Paone, c’è già una foto di gruppo. In prima fila, uno accanto all’altra, si sono seduti: la segretaria Pd Elly Schlein, Renzi, Magi, Benedetto della Vedova, Bonino e, virtualmente, il leader di Azione Carlo Calenda, collegato da Kiev in video. La aggiungiamo alla foto? Gli ha chiesto Cecchi Paone. E lui: “Sarà un onore”.

Per adesso, però, di unitario c’è solo un’immagine. E qualche suggestione sui papabili volti della lista per le europee, nel caso nasca: Cecchi Paone e Carlo Cottarelli, che è intervenuto, ed Emma Bonino, che ha fatto gli onori di casa, anche se è ancora in sedia a rotelle, dopo la caduta e l’intervento al femore. “Noi ci siamo – ha detto Renzi – Siamo disponibili a fare i passi indietro che servono e a dare una mano. Ma se decidete di fare accordi con altri noi vi rispetteremo, anche se decidete di stare con Azione, nel caso in cui Azione metta un veto su Iv”.
E qua sta il nodo. Calenda non lo ha sciolto, anche se da tempo ripete “mai con Renzi”. “Gli Stati uniti d’Europa sono un obiettivo futuro – ha detto Calenda – la difesa dell’Ucraina è oggi. Noi ci saremo”. Tanto che Della Vedova si è rivolto direttamente a lui: “Abbiamo uno scopo comune, quello di costruire attorno al progetto degli Stati uniti d’Europa anche una lista elettorale. Voglio dire una cosa a Calenda: il tuo posto giusto, politicamente parlando, è qua insieme a noi”.

L’evento ha eccezionalmente riunito insieme gli esponenti di punta di partiti caratterizzati da storie, posizioni differenti su molti temi e anche da screzi avuti in passatoma convinti su un punto: solo con un’Europa federale è possibile guardare al futuro. Come indicato dal segretario di +Europa, Riccardo Magi, la riserva verrà sciolta nei prossimi giorni, ma l’obiettivo è chiaro superare la soglia del 4% per avere una rappresentanza al Parlamento europeo e difendere la democrazia rappresentativa messa a rischio “dall’onda nera della destra in Europa”.

Tra gli esponenti politici che sono intervenuti e che hanno manifestato interesse alla proposta rilanciata da Emma Bonino: la segretaria del Partito democratico (PD/S&D) Elly Schlein, i già citati leader di Italia Viva ed ex premier Matteo Renzi e il segretario di Azione Carlo Calenda (intervenuto da remoto in collegamento dall’Ucraina), il segretario nazionale del Partito democratico europeo Sandro Gozi, il presidente dei Liberali democratici europei Andrea Marcucci, il segretario del Partito socialista Enzo Maraio.

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“Il salto di qualità nell’integrazione politica deve diventare un obiettivo politico, non può essere una questione da tecnici o da studiosi”, ha affermato aprendo la convention il segretario di più Europa, Riccardo Magi. “Questo è il motivo che ci ha spinti a fare una proposta per le prossime elezioni europee, la nostra proposta è una lista di scopo per gli Stati Uniti d’Europa, cioè mettere avanti un obiettivo che è più alto che ci consente di unirci al di là delle nostre specificità e anzi valorizzandole”, ha aggiunto.

Secondo Magi, il “rilancio dell’integrazione europea deve diventare un obiettivo politico, sfidando l’impopolarità, sfidando il fatto di essere controcorrente”. Come affermato da Magi, “l’Europa rischia di diventare irrilevante e di non riuscire a governare più le grandi sfide che abbiamo davanti”.

“Guardare alle elezioni europee con una lista di scopo ci pone nella condizione di aprire un capitolo nuovo, questo è il tentativo che noi facciamo, da federatori e anche da forza politica che per certi versi siamo i più distanti come connotato dagli altri ma pensiamo che è un tentativo che vada fatto seriamente e fino in fondo”, ha aggiunto Magi.

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La storica leader radicale, già commissaria europea e ministra degli Esteri, Emma Bonino, è stata la promotrice di questa iniziativa che potrebbe rappresentare uno spartiacque nella campagna per le elezioni europee di giugno.

“Se noi non ci attrezziamo a fare gli Stati Uniti d’Europa, siamo morti”, ha affermato lapidaria la Bonino, la quale ha ricordato come nella situazione di crisi dell’ordine internazionale – dalla guerra in Ucraina al Medio Oriente – l’Europa “o c’è non c’è”.

“Se vogliamo esserci con tutto quello che questo significa, sia in termini di difesa, di politica diplomatica, abbiamo bisogno, piaccia o non piaccia, di superare il veto su alcuni dei temi più scabrosi”, come la politica estera o la difesa, ma tutto ciò, secondo Bonino non è pensabile con l’attuale architettura istituzionale dominata dai governi nazionali e dal loro potere di veto. “Io non credo che possiamo pretendere molto, ma possiamo esigere un passo per volta cambiando i trattati”, ha proseguito Emma Bonino, sottolineando una necessità, quella della riforma dei Trattati dell’Unione europea condivisa da tutte le persone intervenute alla convention.

“Qualcuno ha detto un giorno ‘l’Europa è un sogno di pochi, diventerà un’esigenza di molti, e alla fine sarà una necessità di tutti”, ha affermato Bonino, sottolineando che questa necessità è riconosciuta da tutti, ma non viene ammessa. “Non lo ammettono a destra, a sinistra, non lo ammette nessuno nella sua realtà”, ha affermato.

“Noi abbiamo questa occasione, mi ha fatto pensare tanto: il 4%, il 2%. A parte tutto questo, c’è qualcosa di fondo che è in discussione? Sì, se vogliamo andare verso gli Stati Uniti d’Europa sì o no”. “Spero che sia solo l’inizio di una marcia rapida verso gli Stati Uniti d’Europa. Non c’è altra alternativa” ha aggiunto Emma Bonino.

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L’appello federalista della Bonino e di +Europa è stato accolto dalla segretaria del PD, Elly Schlein, ma anche da Renzi e Calenda. Schlein si è detta pronta a unire gli sforzi anche in forme “creative” come una lista di scopo. “Io sono una federalista europea convinta oggi più di ieri, sono convinta che non ci possano essere delle sfide che gli Stati possano affrontare da soli”, ha dichiarato la segretaria Dem, secondo cui le sfide del futuro vanno dal mutato contesto geopolitico, alle diseguaglianze, ai cambiamenti, all’intelligenza artificiale. Occorre “mettere insieme le competenze anziché litigare”, ha affermato Schlein, ricordando che “il nazionalismo porta a guerre e devastazioni e oggi lo dimostra nuovamente”.

“Non ci può essere futuro per l’Unione senza un passo avanti per l’integrazione. Serve politica estera e di difesa comune”, ha proseguito la segretaria Dem, condividendo la posizione dei presenti. “Siamo nell’anniversario della guerra in Ucraina. Dobbiamo sostenere l’Ucraina, oggi più di prima con la consapevolezza che anche in questi due anni abbiamo visto troppo poco una politica estera e di sicurezza comune”, ha affermato la segretaria del PD. “Dobbiamo investire sul ruolo diplomatico e più forte dell’UE. L’Unione fa la forza davvero altrimenti rischiamo di condannarci all’irrilevanza”.

Particolarmente diretto è stato il leader di Italia Viva (il cui partito appartiene al gruppo Renew Europe) ed ex premier Matteo Renzi che in un discorso dal sapore prettamente politico ha esortato gli stessi promotori di +Europa a fare chiarezza sul procedere o meno con la lista di scopo. “Siamo pronti a votare una lista con il logo gli Stati Uniti d’Europa”, ha affermato Renzi, il quale ha accolto le dichiarazioni della segretaria Dem Schlein, contestando però i suoi rapporti con il Movimento cinque stelle.

Facendo eco alle dichiarazioni degli altri relatori, Renzi ha sottolineato come il punto centrale ben delineato dalla proposta di Emma Bonino sia una grande sfida, perché l’Europa rischia appunto di non contare più nulla”. Anche il leader di Italia Viva ha appoggiato la necessità di una riforma istituzionale e del sistema attuale dominato dagli Stati: “Senza il superamento del diritto di veto in Europa non si va da nessuna parte. Senza il principio dello Stato di diritto non si prendono i soldi dell’Europa. Io ci aggiungo l’elezione diretta del presidente dell’Unione europea e il seggio permanente all’ONU”. Invitando la stessa Bonino a presentare una propria candidatura, Renzi ha infine sottolineato che il prossimo Consiglio dell’Unione europea e la prossima Commissione UE “saranno decisivi per capire se l’Europa avrà un futuro oppure se diventerà un museo per ricordarci quando siamo stati bravi nel passato”.

Più cauto rispetto a un “sì” netto ad entrare nella lista di scopo proposta da +Europa, è stato il leader di Azione ed ex alleato di Renzi, Carlo Calenda, che intervenendo direttamente dall’Ucraina ha affermato: “ci saremo” “Oggi qui Europa vuol dire munizioni”, ha affermato il leader di Azione, tracciando un quadro della situazione nel Paese e l’urgenza di un’Europa presente. “Per ogni munizione sparate dagli ucraini ce ne sono sei sparate dai russi. Se Putin non viene fermato in Ucraina, Putin arriverà in Estonia”, ha aggiunto il leader di Azione ricordando l’inserimento della presidente estone Kaja Kallas nella lista dei ricercati di Putin.

“Oggi l’Europa si fa o si disfa sull’Ucraina”, ha affermato Calenda, rilanciando al pari degli altri leader intervenuti la necessità di una difesa comune, ma anche a una politica di coordinamento che includa l’Ucraina. “Gli Stati Uniti d’Europa sono l’obiettivo, la difesa dell’Ucraina, è oggi altrimenti non ci saranno gli Stati Uniti d’Europa”, ha affermato il leader di Azione.

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Uno dei temi cruciali, forse il tema cruciale, per cambiare realmente l’Europa e renderla capace di pianificare il proprio futuro è la riforma dei Trattati europei. Alla convention di +Europa è intervenuto anche il segretario nazionale del Partito democratico europeo ed europarlamentare di Renew Europe Sandro Gozi tra i promotori della proposta di riforma dei Trattati votata dal Parlamento europeo lo scorso 22 novembre con 305 voti favorevoli, 276 contrari e 29 astensioni.

“Noi dobbiamo costruire un’Europa sovrana, una potenza, che permetta di sopperire alle debolezze degli Stati, su fenomeni transnazionali, assicurare come europei sicurezza e difesa”, ha affermato Gozi. “Noi abbiamo proposto la riforma dei Trattati, proprio su iniziativa di Renew Europe”, ha ricordato l’eurodeputato, il quale ha ribadito l’urgenza di costruire “una potenza Europa” per poter decidere di stare alla tavola e non essere nel menù di russi o cinesi.

“Le elezioni europee di giugno sono le più importanti da quelle del 1989”, ha fatto notare Gozi, parlando in video conferenza. “La battaglia è quella in cui ci giochiamo veramente il futuro dell’Europa”, ha aggiunto l’eurodeputato, dicendo “no a regolamenti di conti interni”, ma a fare “i conti con la storia” e lanciando l’invito a non dividere il gruppo Renew in Italia.

“Come Pde – ha aggiunto – siamo fortemente impegnati per questo. Per noi, la posta in gioco è vitale: costruire un’Europa sovrana e democratica e battere i nazionalisti, a partire da Giorgia Meloni. Ecco perché dobbiamo superare qualsiasi dissidio o resistenza. In ogni caso, se l’unità non fosse possibile, faremo il massimo per portare nostri deputati del PDE a Strasburgo e ci riusciremo”, ha concluso Gozi.

Del centrosinistra mancavano M5s e Verdi-Sinistra, che con l’ex terzo polo hanno rapporti da limare. Mentre Schlein è arrivata soprattutto per saggiare il terreno di un’alleanza anche più larga, ma per le prossime politiche. Intanto, “battiamoci insieme per il matrimonio egualitario e per la legalizzazione della cannabis”, detto la segretaria Pd, che ha chiuso leggendo il testo di una canzone: “Europa unita, la voce della fraternità che tutte le frontiere abbatterà. L’Europa siamo noi milioni di persone”. Un brano di Cristina d’Avena. “Era il 1991, avevo sei anni – ha chiosato Schlein – non abbiamo abbandonato il sogno”. 

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