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Prima adozione gay


Prima adozione gay

Prima adozione gay

Il Tribunale per i minorenni di Roma ha riconosciuto l’adozione di una bimba che vive con una coppia di lesbiche, figlia biologica di una sola delle due conviventi. E’ una sentenza rivoluzionaria. “Si tratta – sottolinea l’avvocato Maria Antonia Pili – del primo caso in Italia di stepchild adoption”, già consentita in altri Paesi. Le due madri: “E’ una vittoria per i bambini”. La coppia ha avuto una bimba all’estero anni fa con procreazione assistita eterologa per realizzare un progetto di genitorialità condivisa. Il Tribunale ha accolto il ricorso presentato per ottenere l’adozione della figlia da parte della mamma non biologica, la “stepchild adoption”, già consentita in altri Paesi. Le due donne, sposate all’estero, si erano rivolte all’Associazione italiana avvocati famiglia e minori, per procedere con il ricorso per l’adozione.

E come è ovvio ci sono stati apprezzamenti e (molte di più) critiche. Secondo Ivan Scalfarotto (Pd): «La magistratura ha aperto la strada: ora bisogna che a questi casi pensi la legge. Governo e Parlamento colgano la lezione». Per l’associazione dei genitori omosessuali Famiglie Arcobaleno il giudice ha tenuto conto dell’assoluta preminenza dell’interesse del minore: chi può negare che l’interesse supremo del minore è essere tutelato da entrambi i genitori?” dice la presidente Giuseppina La Delfa. Il commento di Arcilesbica è commosso: “Il pensiero va alle tante donne che a causa del lesbismo sono state separate dai loro figli, alle tante che hanno rinunciato ad avere figli credendo che fossero incompatibili con il loro amore per un’altra donna e alle tante che hanno rinunciato all’amore per un’altra donna per avere un figlio, credendo che per questo fosse imprescindibile avere un marito. La sentenza dice che non è più necessario pagare simili prezzi per poter disporre di se stesse. Manca solo una legge, ma abbiamo già vinto”.

E ora le critiche. Carlo Giovanardi (Ncd) parla di “sentenza eversiva che scardina i principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico scolpiti nella Costituzione e dalle Leggi votate dal Parlamento”. Maurizio Gasparri (Fi) arriva a minacciare la denuncia dei magistrati che hanno emesso la sentenza mentre Giorgia Meloni (Fdi) parla di “sentenza ideologica”. Stessa definizione usata da Francesco D’Agostino, presidente dell’Unione giuristi cattolici italiani, che parla di “fuga in avanti”.

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