Guerra

Isis colpisce l’unica democrazia della primavera araba

Isis compisce l'unica democrazia della primavera araba

Isis compisce l’unica democrazia della primavera araba

Nella tarda mattinata di mercoledì 18 marzo alcuni uomini armati hanno sparato fuori dall’edificio del Parlamento di Tunisi e poi sono entrati nel Museo nazionale del Bardo, che si trova a fianco del Parlamento. Durante l’attacco al Museo gli uomini armati hanno ucciso almeno 19 persone, di cui 17 turisti stranieri e 2 tunisini (l’autista di un autobus e un agente). Ci sono anche diversi feriti: 44, secondo quanto dichiarato dal primo ministro della Tunisia Habib Essid. Le altre persone che si trovavano nel Museo, almeno un centinaio, sono state fatte evacuare. Due attentatori sono stati uccisi dalle forze di sicurezza tunisine, ma le autorità hanno detto che stanno ancora cercando due o tre uomini sospettati di essere dei complici. In serata diverse centinaia di persone si sono riunite a Tunisi per condannare l’attentato. L’attentato è stato rivendicato dell’Isis.

Il primo ministro Essid ha detto che tra i morti ci sono cittadini di nazionalità italiana, spagnola, francese, polacca, giapponese, colombiana e australiana. In un discorso alla televisione nazionale ha fatto sapere che tra i turisti morti, quattro sarebbero italiani, uno francese, due colombiani, cinque giapponesi, uno polacco, uno australiano e due spagnoli (confermati dal ministro degli Esteri della Spagna). Il presidente francese Hollande ha detto però in un comunicato stampa che i francesi morti nell’attacco sono due. Il bilancio dell’attentato resta comunque ancora piuttosto confuso.

Alcuni dipendenti del comune di Torino erano in viaggio col cral del comune insieme alle loro famiglie sulla Costa Fascinosa. La nave da crociera faceva scalo sulle coste di Tunisi nell’ora dell’attentato e alcuni passeggeri italiani stavano visitando il muiseo colpito. Il sindaco di Torino Piero Fassino a margine dell’inaugurazione a Palazzo Reale del seminario degli alti dirigenti dell’Onu:  “Abbiamo la conferma che tra le persone decedute ci sono un cittadino di Torino (Orazio Conte ndr) e un cittadino di Novara (Francesco Caldara ndr) e che tra i feriti italiani ci sono due torinesi”.Il primo cittadino ha poi ribadito che uno dei due italiani dispersi “è una dipendente del Comune di Torino“. Con ogni probabilità si tratta di Antonella Sesino.

Non hanno colpito a caso, i sostenitori del “Califfato” e della Jihad globale: tra i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo, la Tunisia è quello che prova ad abbinare stabilità e pluralismo, che crede nella possibilità di abbinare modernità e tradizione, laicità e fede. La Tunisi, ovvero il Paese da cui prese le mosse quella “Primavera araba” che con le sue istanze di libertà e giustizia propagò poi in Egitto e in altri Paesi del Grande Medio Oriente. La Tunisia è un modello, e per questo è una minaccia mortale per jihadisti e qaedisti. Lo è perché è uno Stato che intende difendere la propria integrità nazionale, per non far la fine del “non Stato” libico, dove a farla da padroni sono oltre 200 milizie armate. La Tunisia è un modello, perché prova a rafforzare la basi di uno Stato di Diritto senza dover pagare pegno alla casta militare, come in Algeria o in Egitto. La Tunisia è un modello, perché orgogliosa della propria storia, di cui il Museo insanguinato di Tunisi è un prezioso custode. La Tunisia, però, è una democrazia giovane, ancora fragile, dove settori della società, soprattutto fra i giovani, sentono l’attrazione verso il credo totalitario dello Stato islamico. Un dato per tutti: sono almeno 3mila i tunisini che combattono in Siria nelle fila dell’esercito di al-Baghdadi. Così come è forte la presenza salafita nel Paese.

 

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