Giustizia

Approvato in Senato il ddl anti-corruzione

Approvato in Senato il ddl anti-corruzione

Piero Grasso

Quando iniziò la legislatura un senatore neofita, ma grande passato da magistrato presentò come primo atto una sua proposta di legge anti-corruzione; convintò che non fosse possibile nessuno provasse a riparare i problemi della giustizia e le lungagini giudiziarie. Quel senatore di chiama Piero Grasso e subito dopo la presentazione di quel provvedimento diventò presidente del Senato. Ora 747 giorni dopo e dopo essere stato a lungo fermo in commissione, il provvedimento è stato approvato dal Senato. Ora, per diventare effettivamente legge dovrà passare alla Camera, dove si spera che non ci metta così tanto.

Reati di mafia. E’ sui reati di mafia che arriva una prima stretta. Aumentano infatti le pene per il 416 bis e la corruzione. Per chi fa parte di una associazione mafiosa formata da 3 o più persone è prevista la reclusione da 10 a 15 anni (oggi è dai 7 ai 12). Le pene aumentano per chi promuove, organizza e dirige l’associazione. Per quel che riguarda la reclusione, si passa dagli attuali 9-14 anni a 12-18 anni previsti nel ddl.

Falso in bilancio. Sul falso il bilancio, le pene per le società non quotate andranno da 1 a 5 anni (e ciò renderà impossibile l’uso delle intercettazioni). Per le società quotate, invece, le pene andranno da un minimo di 3 ad un massimo di 8 anni. Per le piccole imprese si andrà da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 3 anni. Le sanzioni pecuniarie a carico delle società che hanno tratto vantaggio o avuto interesse dal falso in bilancio, la misura arriva a 600 quote per le società in Borsa e a 400 quote per le non quotate.

Più poteri di vigilanza all’Anac. Aumenta il peso dell’Anac, l’autorità nazionale anti corruzione che dovrà essere informata attraverso il suo presidente dal pm qualora quest’ultimo eserciti l’azione penale per reati contro la pubblica amministrazione. L’Anac, inoltre, potrà intervenire sui contratti di appalto segretati e sarà informata su ogni notizia emersa in contrasto con le regole della trasparenza nelle controversie sull’affidamento di lavori pubblici e sul divieto di rinnovo tacito di contratti di lavoro pubblici.

Pubblica amministrazione. Novità anche per quel che  riguarda la corruzione nella pubblica amministrazione. Ma per poter richiedere un patteggiamento sarà necessaria la restituzione integrale del prezzo o del profitto del reato corruttivo. Questo varrà per alcuni dei principali reati contro lo Stato. Non solo: sulla condizionale, per ottenere la sospensione della pena, bisognerà aver risarcito la PA.

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