
La giornata di consultazioni di Roberto Fico, incaricato dal capo dello Stato di verificare la possibilità di un governo a partire dall’attuale maggioranza con Italia Viva, è stata dedicata ai gruppi minori disposti a sostenere l’esecutivo. Il presidente della Camera, parlando in diretta da Montecitorio al termine delle consultazioni, ha detto: “Dai colloqui è emersa la disponibiltà comune delle forze politiche a procedere con il confronto sui punti e temi programmatici. Ho promosso l’avvio di questo confronto nella mattinata di domani a Montecitorio”. Ma a segnare la giornata è stato anche l’intervento del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ha provato a blindare l’attuale ministro dell’Economia: “Gualtieri deve restare ministro. Quel che portiamo a casa con il Recovery Fund è merito suo. Serve stabilità”.
I nuovi incontri ‘chiave’, dunque, si terranno domani mattina quando a rivedersi con il presidente incaricato saranno i maggiori azionisti della maggioranza. Il lavoro di Fico quindi prosegue in vista del suo ritorno al Quirinale, entro la giornata di martedì con un responso chiaro da affidare a Sergio Mattarella. L’intenzione è quella di tornare a incontrare le forze di maggioranza per sondare se c’è convergenza sul “contratto”, punto di partenza imprescindibile per rimettere insieme i cocci e ripartire. Poi, eventualmente, una nuova tornata di incontri con i leader sui nomi. Al tavolo tecnico – nella sala della Lupa di Montecitorio – ci saranno una ventina di persone, i capigruppo più un eventuale tecnico. Ma resta un clima di incertezza, a partire dalle scelte di Matteo Renzi che non ha ancora dato il via libera all’indicazione di Giuseppe Conte come futuro presidente incaricato.
Intanto, oggi è toccato ai ‘piccoli’: i colloqui a Montecitorio sono iniziati alle 10 con gli Europeisti, il neo gruppo di ‘responsabili’ che si è formato in Senato per sostenere il premier dimissionario. “Siamo pronti a un programma di legislatura e la persona giusta per portare avanti questo programma e guidare un governo è Giuseppe Conte“, ha detto Ricardo Merlo, a nome del gruppo parlamentare al termine del colloquio con il presidente della Camera. Alle 11.20 è toccato a ‘Autonomie (Svp-Patt, Uv)’. E Gianclaudio Bressa ha riferito: “Abbiamo ribadito al presidente Fico la nostra indicazione: un incarico al presidente Conte come garanzia per una soluzione rapida”. Poi alle 12.40 è stato il turno del gruppo parlamentare Misto della Camera Centro Democratico- Italiani in Europa; Maie-Movimento associativo Italiani all’estero-Psi; Minoranze linguistiche; e alle 14 il Misto, guidato dalla senatrice di Leu Loredana De Petris, ha chiuso il secondo giro di consultazioni. Tutti d’accordo ad affidare di nuovo l’incarico da premier a Conte e concordare il programma scritto chiesto anche da Italia Viva.
Su Facebook sono tornati a parlare due esponenti grillini. Per Luigi Di Maio “serve un esecutivo forte, mentre noi agli occhi del mondo appariamo deboli. O ci mettiamo in testa che dobbiamo ripartire in fretta con un nuovo governo puntando a sfruttare al meglio i 209 miliardi del Recovery oppure le future generazioni piangeranno le follie di una politica che invece di pensare ai problemi degli italiani, litigava per le poltrone”, ha scritto in un lungo post su Facebook in cui non fa mai accenno al premier dimissionario. E Alessandro Di Battista in mattinata si è schierato ancora contro il leader di Iv scegliendo di rilanciare sulla propria pagina Facebook un articolo del 22 gennaio su Tpi: “Renzi contro la revoca ai Benetton: un motivo in più per tenerlo fuori dal governo”. Un attacco a tutto campo a Matteo Renzi e agli esponenti a lui più vicini che prende appunto le mosse dalle vicende legate al dossier Autostrade. Una mossa che ribadisce la sua contrarietà a Renzi, come già avvenuto due giorni fa dopo l’apertura del M5S al partito del senatore fiorentino al termine delle consultazioni da Mattarella.
Ma la riunione online della fronda pentastellata anti-Renzi in programma questa mattina è saltata: i parlamentari – una ventina tra Camera e Senato – avrebbero dovuto fare il punto sul ritorno in maggioranza con il leader di Italia viva, una decisione che osteggiano apertamente, contestando “l’inversione a U” definita dai vertici grillini. Ma l’agitazione resta, come confermano le parole del senatore Matteo Mantero, secondo cui il ritorno al governo con Renzi “è un clamoroso errore. Sarà inevitabile perché è chiaro che senza Iv non ci sono i numeri, ma così ci troveremo ancora sotto il ricatto di un personaggio obnubilato dal suo ego che non rappresenta nessuno nel Paese se non se stesso”. Per il parlamentare ligure “ha senso fare un nuovo governo se vi è una visione comune, così sarà un susseguirsi di ricatti e capricci. Meglio andare al voto”.
Categorie:Parlamento
2 risposte »