Economia

Governo Conte II: diciassettesimo mese

Governo Conte II diciassettesimo mese

Teresa Bellanova ed Elena Bonetti

Il 12 gennaio 2021, nella seduta serale del Consiglio dei Ministri, è stata approvata l’ultima bozza del PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, il programma che definisce come l’Italia spenderà i soldi del Recovery and Resilience Facility (quello che ci siamo abituati a sentir chiamato Recovery Fund). Si sono astenute dalla votazione le ministre di Italia Viva Teresa Bellanova (Politiche agricole, alimentari e forestali) ed Elena Bonetti (Politiche per la famiglia). Uno scenario che apre la strada a una possibile crisi di governo, la cui effettiva concretizzazione dipenderà da ciò che il leader di IV Matteo Renzi annuncerà questo pomeriggio nella conferenza stampa delle 17.30. In una conferenza stampa alla Camera cominciata alle 18.20, con quasi un’ora di ritardo rispetto all’orario stabilito, Matteo Renzi ha annunciato le dimissioni delle ministre Teresa Bellanova, Elena Bonetti e del sottosegretario Ivan Scalfarotto. Un atto che apre formalmente la crisi di governo, sebbene fino all’ultimo il Pd abbia provato a mediare e lo stesso premier Conte abbia lavorato a un documento comune da far sottoscrivere agli alleati per rilanciare la maggioranza. Ma con le dimissioni si è aperta la crisi e le due ormai ex ministre renziane in serata non hanno partecipato al Consiglio dei ministri sulle misure anti-Covid. “Una grave responsabilità di Iv, non mi sono mai sottratto al confronto”, ha replicato in serata il premier Giuseppe Conte intervenendo in apertura del Consiglio dei ministri iniziato dopo le 22.

La votazione si è appena conclusa, il governo e Giuseppe Conte hanno incassato 321 voti, cinque in più, forse sette, di quelli previsti dai pallottolieri dei tattici dei gruppi parlamentari. E allora scatta subito la caccia a chi ha cambiato idea e schieramento. Da una sbirciata ai tabulati del voto salta subito fuori il nome di Renata Polverini, Forza Italia, ex segretaria del sindacato di destra Ugl, ex presidente di centrodestra della regione Lazio. “Ho votato la fiducia – dice – penso che bisogna assumersi le proprie responsabilità, l’ho sempre fatto nella mia vita. Non condivido una crisi in questo momento. E lascio Forza Italia. Per forza: non è che su una fiducia si può restare. Non è dissenso su un provvedimento. Certo, mi dispiace”, dice. Il premier Giuseppe Conte ha superato anche l’ostacolo del Senato, assai più impegnativo. Il suo governo ha ottenuto la fiducia con 156 sì e 140 no. Decisivi da un lato l’astensione di 16 senatori di Italia viva, dall’altro il soccorso inatteso di due rappresentanti di Forza Italia. Ora Conte deciderà se consultarsi con Mattarella, vista la precaria maggioranza su cui il suo esecutivo può contare. Giallo finale prima del conteggio finale» sono stati riammessi al voto due senatori (Ciampolillo e Nencini) risultati inizialmente assenti. E’ stato necessario l’esame di alcune immagini video da parte della presidente dell’aula Elisabetta Casellati.

L’amministratore delegato di Anas Massimo Simonini, ma anche l’ex ad di Rfi Maurizio Gentile e quello attuale della società Vera Fiorani. E poi altri dirigenti delle due società e ancora esperti e figure apicali del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Sono in tutto trenta i commissari straordinari che il Governo ha scelto per realizzare o completare 59 opere pubbliche considerate strategiche: strade, ferrovie, dighe, porti e caserme. Dalla statale 106 Jonica alla metro C di Roma.  Il CDM nomina Pietro Benassi come Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Avrà la delega alle informazioni per la sicurezza. Il suo nome come sottosegretario delegato ai Servizi di informazione e sicurezza è cominciato a circolare con una certa insistenza nel pomeriggio di oggi 21 gennaio proprio mentre lui, l’ambasciatore Piero Benassi, consigliere diplomatico del premier Giuseppe Conte era impegnato in una raffica di videoconferenze tra cui la prima come coordinatore di tutti gli sherpa dei capi di Stato e di Governo del G20 a presidenza italiana. Poi un rapido giro di telefonate tra Palazzo Chigi, Quirinale, Viminale e Farnesina ha evidenziato il comune apprezzamento per uno degli uomini più vicini a Conte per tutti i dossier europei e internazionali. La nomina è arrivata nella serata di giovedì 21 gennaio.

Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc, è indagato per associazione a delinquere nell’ambito dell’operazione antimafia “Basso profilo” della Dda di Catanzaro. L’abitazione romana del parlamentare è stata perquisita stamane dalle forze dell’ordine su disposizione della procura di Catanzaro. “Ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017”, afferma Cesa in una nota. “Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla Procura competente. Come sempre ho piena e totale fiducia nell’operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese, rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale come effetto immediato”.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha comunicato ai ministri la decisione di recarsi al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni: “Ringrazio l’intera squadra di governo, ogni singolo ministro, per ogni giorno di questi mesi insieme”. I capi delegazione del M5s Alfonso Bonafede, del Pd Dario Franceschini e di Leu Roberto Speranza, hanno ribadito in Consiglio dei ministri il loro sostegno a Conte.  Alle 12 Conte è arrivato al Quirinale per formalizzare le dimissioni.

Consultazioni. L’unico a rilasciare una laconica dichiarazione dopo il colloquio al Quriniale stato il presidente della Camera Roberto Fico: “Siamo tutti al lavoro per il bene del Paese”. In silenzio, invece, il passaggio della presidente del Senato Elisabetta Casellati nella sala degli Specchi semideserta a causa del Covid. La giornata di Mattarella si conclude con una telefonata con il presidente emerito Giorgio Napolitano. Secondo giorno di consultazioni al Quirinale per tentare di risolvere la crisi di governo innescata dalle dimissioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Una situazione che, per ora, resta fossilizzata su posizioni che non fanno vedere all’orizzonte schiarite. Il centrodestra unito e la delegazione di M5s sono stati a colloquio con il capo dello Stato. M5s non chiude all’ipoesi di un nuovo governo anche con Iv (“partire dall’attuale maggioranza”) a patto che sia guidato da Giuseppe Conte. Plaude Italia Viva: “Le dinamiche interne al M5s le lasciamo a loro. Noi abbiamo chiesto ieri che ci sia atteggiamento chiaro degli altri partiti di maggioranza verso di noi per una maggioranza politica seria.

Il Capo dello Stato Sergio Mattarella dopo 32 ore di consultazioni e una crisi iniziata 10 giorni fa punta ad una risoluzione rapida affidando il mandato esplorativo a Roberto Fico. Il presidente della Repubblica ha effettuato un colpo a sorpresa non indicando Giuseppe Conte, come molti pensavano, e sparigliando tutto puntando sul presidente della Camera. Nel suo breve discorso Mattarella ha detto che, vista la crisi attuale, è “doveroso dar vita ad un governo con un adeguato sostegno parlamentare“. Il tutto nel più breve tempo possibile. I Cinque Stelle, il Pd e Leu «blindano» Giuseppe Conte. Matteo Renzi, invece, si tiene ancora le mani libere, chiedendo un approfondimento sui «contenuti», e un «documento scritto» sul programma, ricordando che per Italia Viva «le idee vengono prima dei nomi». E confermando la sua preferenza per «un governo politico ad uno istituzionale». Una mossa che inevitabilmente complica la trattativa per il futuro governo. La giornata di consultazioni di Roberto Fico, incaricato dal capo dello Stato di verificare la possibilità di un governo a partire dall’attuale maggioranza  con Italia Viva, è stata dedicata ai gruppi minori disposti a sostenere l’esecutivo. Il presidente della Camera, parlando in diretta da Montecitorio al termine delle consultazioni, ha detto: “Dai colloqui è emersa la disponibiltà comune delle forze politiche a procedere con il confronto sui punti e temi programmatici. Ho promosso l’avvio di questo confronto nella mattinata di domani a Montecitorio”. Ma a segnare la giornata è stato anche l’intervento del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ha provato a blindare l’attuale ministro dell’Economia: “Gualtieri deve restare ministro. Quel che portiamo a casa con il Recovery Fund è merito suo. Serve stabilità”. Dal contratto di governo firmato da Luigi Di Maio e Matteo Salvini al “crono-programma” che dovrebbe mettere in piedi, grazie al presidente della Camera Roberto Fico, un nuovo governo guidato dalla maggioranza PD-M5S-Leu-IV. Da questa mattina Fico, incaricato con un mandato esplorativo dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella venerdì scorso, sta guidando il tavolo fra i partiti di maggioranza per mettere a punto il programma di governo. Il tavolo sul programma ha sempre scricchiolato e poi si è rotto in mille pezzi. L’alleanza M5s, Pd, Italia Viva e Leu non c’è più e Matteo Renzi lo certifica con un post su Facebook quando scrive “ex maggioranza”. Il Pd, che più di tutti ha lavorato per la ricucitura, è esausto dopo quarantotto ore di riunione che non hanno portato a nulla: “Renzi aveva fatto richieste sugli assetti di governo ancor prima che fosse dato l’incarico a Conte. La rottura è inspiegabile”. Il Movimento 5 Stelle vuol sbugiardare l’ex alleato che ha sempre detto di voler parlare prima dei temi e poi delle poltrone. Ed ecco Vito Crimi: “Ci è stato chiesto sempre e continuamente di andare a discutere dei nostri nomi. Alla fine chi ha messo dei veti è Matteo Renzi, che ha anteposto agli interessi del Paese la volontà di recuperare qualche poltrona, nei ministeri o come sottosegretari”.

Mattarella convoca Draghi. Messaggi anche dai presidenti delle due Camera. La presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, dice che quello di Mattarella “è un monito sul piano sanitario, anche con la scelta di vaccinarsi. E dal punto di vista economico un impegno forte a superare interventi a pioggia di una finanza di emergenza con riforme strutturali, per non perdere il treno dell’Europa e garantire un futuro all’Italia”. Per il presidente della Camera, Roberto Fico, le parole di Mattarella ” indicano la rotta, un senso di comunità che deve ispirare il nostro agire come cittadini e istituzioni”. «Ringrazio per la fiducia il presidente della Repubblica per l’incarico. La consapevolezza dell’emergenza richiede risposte all’altezza della situazione: per questo rispondo positivamente all’appello di Mattarella. Sono fiducioso che emergerà l’unità. Scioglierò la riserva al termine delle consultazioni con i partiti». Così Mario Draghi ha accettato l’incarico dopo più di un’ora di incontro con Sergio Mattarella al Quirinale. Sconfiggere la pandemia, rilanciare il paese: sono questi i compiti che il capo dello Stato ha affidato a Draghi. Ora la sfida passa dalla fiducia politica: le consultazioni con i gruppi parlamentari partiranno domani, probabilmente nel pomeriggio. Primo giorno di consultazioni del premier incaricato Mario Draghi che fino a sabato incontrerà le forze politiche presenti in Parlamento per provare a formare un governo di alto profilo. Il primo nodo da sciogliere è se sarà un esecutivo tecnico, tecnico-politico o esclusivamente politico così come chiede il Movimento 5 Stelle. Saranno giorni di trattative intense e alla fine potrebbe prevalere una soluzione mediana, ovvero un nuovo esecutivo che rispetti sia le esigenze tecniche che politiche.

I genitori di Giulio Regeni – il ricercatore italiano dell’università di Cambridge scomparso il 25 gennaio 2016 al Cairo, in Egitto, e trovato morto pochi giorni dopo –, Paola Deffendi e Claudio Regeni, insieme alla loro avvocata Alessandra Ballerini, hanno depositato alla procura di Roma una denuncia contro il governo italiano per aver violato una legge che vieta di vendere armi ai paesi che hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani.

Via libera bipartisan del Parlamento, con soli tre no alla Camera e senza voti contrari al Senato, al nuovo scostamento di bilancio da 32 miliardi. Che nelle intenzioni del governo Conte dovrebbe essere l’ultimo dell’ormai lunga serie cominciata nel marzo scorso. A dichiararlo a deputati e senatori è stato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che ha tracciato le linee guida e che ha indicato i criteri del prossimo decreto Ristori 5. A cominciare da quello della «selettività» nell’uso delle risorse per interventi «temporanei» come il prolungamento della Cig e l’eventuale proroga del blocco dei licenziamenti e la rimodulazione dell’attività della riscossione. Una strategia, ha sottolineato Gualtieri, necessaria per non appesantire troppo i conti pubblici già in sofferenza. Dall’inizio della pandemia, le Camere hanno dato l’ok a interventi con ricaduta sul deficit, collegati direttamente o indirettamente all’emergenza-Covid, per circa 140 miliardi, che salgono a quota 165 miliardi considerando quelli assorbiti dall’ultima legge di Bilancio, almeno per quanto riguarda il suo primo anno di efficacia. Il conto in termini di disavanzo al quale è ricorso il “Conte 2” dal momento del suo insediamento lieviterebbe ulteriormente a 181 miliardi considerando anche gli oltre 16 miliardi di indebitamento nello scorso anno previsti con la manovra 2020.

I vaccini sono la luce, la svolta che apre un’altra fase, ma la verità è semplice. Per avere un impatto il vaccino ha bisogno di mesi e dobbiamo resistere, la battaglia è ancora dura. Dopo sei settimane l’indice rt è scattato sopra 1. La seconda ondata non è mai finita davvero. Adesso c’è una ripartenza e probabilmente sì, il terzo picco arriverà”. Lo spiega, in un colloquio con il Corriere della Sera, il ministro della Salute, Roberto Speranza. In merito alla campagna vaccinale Speranza sottolinea che “la macchina sta entrando a regime. Non è una gara, però dopo tante critiche prive di senso è bello vedere che siamo secondi in Europa in valore assoluto. Abbiamo 470 mila dosi a settimana e riusciamo a farle tutte”. E comunque ora l’Italia, spiega, “va veloce, tutte le regioni lavorano a regime. Poche dosi? Ora arriva anche il milione e 300 mila di Moderna, purtroppo sono numeri molto limitati per il primo trimestre”. Approvato il decreto-legge con le misure anti Covid, il premier Conte firmerà il nuovo Dpcm di gennaio. Si è trattato di un lungo confronto, poiché erano emerse posizioni divergenti tra le Regioni, il governo e il commissario straordinario, Domenico Arcuri. Al vertice di ieri (14 gennaio), a cui hanno partecipato – oltre a Bonaccini – anche il suo vice Giovanni Toti, governatore della Liguria, Luca Zaia per il VenetoMarco Marsilio dell’Abruzzo, Antonio Spirlì reggente in Calabria e la coppia Fontana-Moratti della Lombardia, era emersa una spaccatura sul provvedimento che voleva vietare l’asporto dai bar dopo le ore 18. La risposta era arrivata in serata con le parole del ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia: l’esecutivo manterrà la norma per evitare casi di movida, palazzo Chigi e il Mise avevano tentato di “limitare al massimo i divieti” alle sole bevande e alcolici.  La Lombardia ricorre al Tar per la zona rossa? ”Non ho mai fatto polemica con nessun presidente di Regione né assessore, non lo farò neanche in questa occasione. Ogni volta che firmo delle ordinanze, producendo delle chiusure che sono indispensabili al paese secondo la nostra comunità scientifica, ci sono sempre per qualche giorno delle tensioni ma quello che conta è che dopo qualche settimana la curva si abbassa, si riducono le persone che perdono la vita e quindi alla fine sono scelte giuste. Ne abbiamo bisogno perché l’epidemia è ancora in una fase espansiva, abbiamo numeri che sono ancora molto significativi e le misure sono l’unico strumento per costruire una risposta efficace”. Il ministro della Salute Roberto Speranza avrebbe preteso che la Regione Lombardia si assumesse la colpa di quanto avvenuto con la zona rossa. A dirlo è stata questo pomeriggio la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia Letizia Moratti in conferenza stampa a Palazzo Lombardia con il presidente Attilio Fontana e il direttore generale dell’assessorato al Welfare Marco Trivelli. Secondo quanto riferito dalla Moratti, il ministro “ha detto che non eravamo in zona rossa, ma pretendeva che dicessimo che era stato un errore nostro. Non potevamo accettarlo per la dignità della Regione, per le nostre famiglie e le nostre imprese”. Ha inoltre aggiunto che sarebbe bastato che il ministro sospendesse l’ordinanza per 48 ore per chiarire la situazione. Invece, ha continuato la Moratti, “riteniamo che il Governo e il ministero, anche con interviste, vogliano ribaltare un errore che della Lombardia non è. Continueremo a far rispettare la dignità nostra e dei nostri cittadini”. “Ho firmato una nuova ordinanza che blocca i voli in partenza dal Brasile e vieta l’ingresso in Italia di chi negli ultimi 14 giorni vi è transitato. Chiunque si trovi già in Italia, in provenienza da quel territorio, è tenuto a sottoporsi a tampone contattando i dipartimenti di prevenzione. È fondamentale che i nostri scienziati possano studiare approfonditamente la nuova variante. Nel frattempo scegliamo la strada della massima prudenza”. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza in merito alle misure previste dall’Ordinanza del 16 gennaio per contrastare la nuova variante di SARS-CoV-2 identificata in Brasile.

Torna “genitori” invece di “padre e madre” nei moduli per il rilascio delle carte di identità elettroniche per i minori di 14 anni. Lo ha annunciato la ministra dell’Interno Lamorgese rispondendo ad un question-time alla Camera dei deputati. Il riferimento è alla famosa circolare firmata da Matteo Salvini quando era ministro dell’Interno, con la quale imponeva l’uso di “padre” e “madre” con il dichiarato intento di ostacolare le famiglie con due mamme o due papà.
“Il nuovo schema di decreto ministeriale ha già ottenuto il concerto del ministero dell’Economia e di quello della Pubblica Amministrazione – ha spiegato Lamorgese -, ed è in attesa del parere del Garante della protezione dei dati a seguito del quale verrà sottoposto alla conferenza Stato-Città”. Contro la decisione di Salvini sulle carte di identità, in realtà, il Garante della Privacy si era già espresso a suo tempo. Non è difficile, dunque, immaginare che darà il suo parere favorevole a che si torni ad usare “genitori”. Come il Garante, anche l’Anci (associazione dei comuni), si era espressa negativamente.

Resta stabile il due per mille ai partiti. Nel 2020 (redditi 2019) il nuovo meccanismo di finanziamento pubblico dei partiti ha distribuito 18,9 milioni di euro alle formazioni politiche italiane. Circa 900mila euro in più rispetto al 2019. I contribuenti che hanno deciso di versare il loro contributo sono il 3.32% (erano il 3,25% nel 2019). Cambia invece in modo rilevante la distribuzione delle risorse. Il Pd resta il primo partito per incassi ma perde 1 milione di euro rispetto al 2019. E, guarda caso, Italia viva – al primo anno di vita – ottiene ben 726mila euro. Anche la Lega resta salda al secondo posto della classifica ma perde 700mila euro mentre Fratelli d’Italia raddoppia il contributo e guadagna oltre 1 milione di euro in più.

Altro che bluff. All’ultimo istante utile, appena prima che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte salisse al Colle per le dimissioni, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto d’urgenza per evitare il rischio di una sospensione del Comitato Olimpico italiano da parte del Cio. Il Coni “riacquista” la sua indipendenza, almeno questo è l’intento del testo, due pagine scarse che restituiscono al presidente Malagò ciò che voleva. “Sono felice”, è stato il commento del presidente del Cio, Thomas Bach, informato dallo stesso Malagò. Che in serata ha commentato l’approvazione del decreto: “Non è tutto sistemato, ma lasciateci oggi un po’ di serenità. Di molto positivo c’è che ora è stato chiarito: il Coni è un ente pubblico assolutamente indipendente”.

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