
È stato quasi un viaggio di addio quello del presidente libico Fayez Serraj ieri a Roma. Il capo del Consiglio presidenziale di Tripoli ha incontrato il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio poche settimane dopo aver annunciato che presto, quando le trattative favorite dall’Onu porteranno a un accordo politico, sarà pronto a mettersi da parte per favorire la nascita di un nuovo governo.
In verità il percorso di uscita di scena di Serraj potrebbe essere ancora lungo: prima che l’Est e l’Ovest del Paese possano raggiungere un accordo ci vorranno ancora molti passaggi. E ancora non sono del tutto soddisfatti gli interessi dei principali attorni internazionali che giocano la loro partita in Libia. Ma a Roma, parlando con Conte e Di Maio, il leader libico ha confermato l’intenzione di voler favorire una successione. E il governo italiano ha ripetuto a lui (per ripeterlo agli attori libici) il sostegno al processo di negoziato politico avviato con il summit di Berlino del gennaio scorso.
In effetti da alcune settimane il ritmo delle trattative politiche sembra essersi fatto più rapido. Ieri, dopo alcuni giorni di trattative riservate a Ginevra, l’inviata Onu Stephanie Williams ha confermato che è stato raggiunto “uno stoirco accordo” sul cessate il fuoco fra le forze militari di Tripoli e quelle del generale Haftar. Primo punto di intesa “non riprendere i combattimenti ed evitare escalation militari che possano mettere a repentaglio il funzionamento dell’industria petrolifera, vitale per l’economia del Paese”. Secondo la Williams “le due parti hanno raggiunto un’intesa anche su diverse importanti questioni che hanno un impatto diretto sulle vite e il benessere del popolo libico. Questo risultato segna un punto di svolta verso il raggiungimento della pace e della stabilità in Libia”.
“L’Italia ha accolto con grande favore la firma di oggi a Ginevra”. Lo riferisce la Farnesina in una nota. “L’Italia – che ha sempre lavorato con determinazione per questo obiettivo – incoraggia tutte le parti libiche ad attuare concretamente le intese sottoscritte, continuando a dare prova di maturità nel superiore interesse del Paese”, sottolinea il ministero degli Esteri.
Nei giorni scorsi c’è stato il primo volo diretto fra Tripoli e Bengasi, e nei prossimi giorni dovrebbe essere ufficializzato il calendario dei voli regolari fra le due “capitali” del Paese. Presto dovrebbe essere riaperta la principale strada, l’autostrada costiera che va dal confine tunisino a quello egiziano. Al momento è bloccata prima di Sirte, dove sono schierate le forze di Haftar, fronteggiate dalle milizie di Tripoli. Il governo di Tripoli e i militari di Haftar hanno inoltre avviato un negoziato anche sullo scambio di prigionieri.
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