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In alto da sinistra Damiano Tommasi, Katia Tarasconi, Michele Guerra. In basso da sinistra Paolo Pilotto, Nicola Fiorita, Serena Arrighi
Centrosinistra o campo largo, come è in voga definirlo ultimamente omettendo però di sottolineare il contributo nullo o quasi del Movimento 5 Stelle, vince ai ballottaggi, travolgendo il centrodestra e conquistando sette capoluoghi su 13 chiamati al secondo turno delle elezioni amministrative. Quattro i comuni aggiudicati da Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Un risultato che apre adesso una lunga riflessione all’interno della coalizione composta da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia e mette ulteriormente a repentaglio la leadership di Salvini, in costante caduta nei sondaggi e alla prese con l’ascesa di Giorgia Meloni e tensioni interne al Carroccio. Riflessione doverosa anche sulla scarsa affluenza (42,16% rispetto al 54,11% del primo turno), con sempre meno italiani che esercitano il proprio diritto di voto.
A pesare è soprattutto il trionfo a Verona di Damiano Tommasi, l’ex calciatore che conquista la poltrona di primo cittadino battendo con il 53,4% delle preferenze il sindaco uscente Federico Sboarina, appoggiato da Lega e Fratelli d’Italia e ‘forte’ del mancato apparentamento dopo il primo turno con l’ex primo cittadino Flavio Tosi, passato da poche settimane con Forza Italia. L’ex centrocampista della Roma consente al centrosinistra di tornare a guidare la città scaligera dopo 15 anni.
Il ‘campo largo’ voluto dal segretario dem Enrico Letta ottiene risultati pesanti anche a Piacenza (Katia Tarasconi, 53,5%) e Parma (Michele Guerra, 66,2%). Successo anche a Catanzaro dove a vincere la sfida tra i due professori è Nicola Fiorita (58,24%), Alessandria (Giorgio Abonante, 54,4%), Carrara (Serena Arrighi, 57,7%) e Cuneo (Patrizia Manassero, 63,3%). La ciliegina la regala la città di Monza, roccaforte di Silvio Berlusconi: il nuovo sindaco è il dem Paolo Pilotto con il 51,2%.
Il centrodestra si deve accontentare di Gorizia con Rodolfo Ziberna, Frosinone con Riccardo Mastrangeli, Barletta dove vince Cosimo Cannito e Lucca con Mario Pardini. Due le liste civiche che prendono la guida di città come Como (Alessandro Rapinese) e Viterbo (Chiara Frontini).
“Alla fine paga la linearità e la serietà: vinciamo perché la responsabilità è più importante di tutto, in questo momento difficile serve una politica che sia seria e lineare. Il campo largo è stato preso in giro ma questa strategia paga. Perde male il centrodestra per scelte incredibili, scegliendo fuoriusciti del centrosinistra, penso a Catanzaro”, commenta Enrico Letta. E poi la stoccata: “Questo è sicuramente un risultato che rafforza la stabilità e il lavoro del governo. E questo conta in un momento come quello che stiamo vivendo”.
Nessun commento a caldo da parte dei leader della coalizione di centrodestra. A parlare per la Lega è Stefano Locatelli, responsabile Enti Locali: “Le divisioni hanno penalizzato il centrodestra e aumentato l’astensione, che serva a tutti di lezione. Soddisfazione per le conferme, da Sesto San Giovanni (ormai ex ‘Stalingrado d’Italia’) a Frosinone, dispiacere e analisi da fare città per città laddove si è perso, dopo un primo turno positivo. Quando litiga o si divide, il centrodestra perde, quando parte unito e allarga il suo campo, come a Lucca, vince dopo anni di sinistra”. Anche Forza Italia lamenta: “Ci ha ovviamente penalizzato la scarsa affluenza. Sindaci scelti da un terzo degli elettori dovrebbero preoccupare tutti. Questo dimostra che il doppio turno non funziona e non funziona votare in un solo giorno.Naturalmente l’astensionismo da sempre penalizza soprattutto noi”, dice Licia Ronzulli.
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