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CRISPI II
09 marzo 1889 – 06 febbraio 1891
Maggioranza: Sinistra storica
Nel marzo 1889 Federico Seismit Doda tornò di nuovo al ministero delle Finanze col secondo governo Crispi, e il suo primo provvedimento fu un disegno di legge che, introducendo le tariffe differenziali, riformava il confuso regime doganale italiano, figlio dei diversi regolamenti dei vari stati preunitari. Tuttavia, i ben noti sentimenti irredentisti del Seismit-Doda cozzavano contro la politica del Crispi, che, sostenitore invece della triplice alleanza con Austria e Germania, aveva ordinato lo scioglimento dei vari comitati irredentisti e la proibizione di ogni loro manifestazione. Il dissidio esplose nel settembre 1890, quando il Seismit-Doda, partecipando a un banchetto indetto in suo onore a Udine, manifestò un tacito appoggio alla causa degl’italiani viventi in Dalmazia e nelle altre “terre irredente”. Appresa la notizia, Crispi telegrafò al ministro invitandolo a lasciare l’esecutivo per incompatibilità politica. Seismit-Doda cercò di resistere, fidando forse nell’amicizia personale col re Umberto I di Savoia, ma Crispi, dopo un accalorato colloquio col sovrano, ne ottenne l’esonero per decreto regio il 14 settembre. Il suo posto fu così preso da Giovanni Giolitti.
Premier: Francesco Crispi
Esteri: Francesco Crispi
Interno: Francesco Crispi
Guerra: Ettore Bartolè Viali
Marina: Benedetto Brin
Grazia, Giustizia e Culti: Giuseppe Zanardelli
Finanze: Federico Seismit Doda (fino al 14/09/1890), Giovanni Giolitti (dal 14/09/1890 al 10/12/1890), Bernardino Grimaldi (dal 10/12/1890)
Tesoro: Giovanni Giolitti (fino al 10/12/1890), Bernardino Grimaldi (ad interim dal 10/12/1890)
Lavori Pubblici: Gaspare Finali
Pubblica Istruzione: Paolo Boselli
Agricoltura, Industria e Commercio: Luigi Miceli
Poste e Telegrafi: Pietro Lacava (istituito il 10 marzo 1889)