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GIOLITTI
15 maggio 1892 – 15 dicembre 1893
Maggioranza: Sinistra storica
La deflagrazione dello scandalo della Banca Romana fa approvare in pochi mesi la più volte reiterata proposta di istituire una banca unica per l’emissione e la politica monetaria. Dal 20 dicembre 1892, giorno in cui l’on. Colajanni lo denuncia in parlamento, una parvenza di banca centrale viene istituita con la legge 10 agosto 1893, n. 449. Parvenza perché si tratta di una manovra politica che dà un colpo al cerchio e uno alla botte. La Banca d’Italia, infatti, non è ancora la banca delle banche, e nemmeno ha l’esclusiva della stampa delle banconote. Non ha poteri effettivi di politica economica e monetaria. L’emissione rimane anzi a “mezzadria” con Banco di Napoli e Banco di Sicilia e solo la legge bancaria del 1926, dopo oltre tre decenni e una buona serie di scandali, istituisce la vigilanza sul credito, la figura del Governatore con relativi poteri, e finalmente concentra l’emissione in un solo istituto, al quale viene conferita l’intera riserva aurea.
Sul piano politico la vittima eccellente è Giolitti. Se il processo ha assolto tutti gli imputati non ha certo rimosso i sospetti di coinvolgimento degli uomini politici. La sentenza è anzi un atto di accusa, perché Tanlongo e soci sono assolti per insufficienza di prove e nelle motivazioni la corte dà credito alla testimonianza dell’agente Montalto. La sottrazione dei documenti c’è stata, ma non è possibile risalire agli autori del reato. La crisi politica che scoppia dopo le assoluzioni porta alle dimissioni di Giolitti (15 dicembre 1893), e al ritorno di Crispi al governo. Il presidente dimissionario si rivale giocando la carta del plico, un tentativo che gli si ritorce contro costringendolo addirittura ad espatriare per le denunce di Crispi e della moglie e l’inchiesta sulle carte scomparse. Giolitti tornerà al governo dopo dieci anni di oblio politico.
Premier: Giovanni Giolitti
Esteri: Benedetto Brin
Interno: Giovanni Giolitti
Guerra: Luigi Pelloux
Marina: Simone Pacoret de Saint Bon (fino al 28/09/1892), Benedetto Brin (ad interim dal 28/09/1892 all’08/12/1892), Carlo Alberto Racchia (dall’08/12/1892)
Grazia, Giustizia e Culti: Teodorico Bonacci (fino al 24/05/1893), Lorenzo Eula (dal 24/05/1893 all’08/07/1893), Francesco Santamaria Nicolini (dall’8/07/1893 al 27/09/1893), Giacomo Armò (dal 27/09/1893)
Finanze: Vittorio Ellena (fino al 07/07/1892), Bernardino Grimaldi (ad interim dal 07/07/1892 al 24/05/1893), Lazzaro Gagliardo (dal 24/05/1893)
Tesoro: Bernardino Grimaldi
Lavori Pubblici: Francesco Genala (fino al 1209/1893), Giovanni Giolitti (ad interim dal 12/09/1893)
Pubblica Istruzione: Ferdinando Martini
Agricoltura, Industria e Commercio: Pietro Lacava
Poste e Telegrafi: Camillo Finocchiaro Aprile