Inizio attività governativa e segretario Pri

Giovanni Spadolini

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Eletto senatore come indipendente nel PRI alle elezioni politiche del 1972, nel 1974 fu “creatore” e primo ministro dotato di portafoglio dei Beni culturali e ambientali (le competenze del nuovo ministero spettavano precedentemente al Ministero della Pubblica Istruzione e al Ministero dell’Interno) nel governo “bicolore” Dc-Pri presieduto da Aldo Moro (il cosiddetto governo “Moro-La Malfa”)

Con pochi fondi a disposizione (inizialmente provenienti unicamente dai tagli al Ministero della pubblica istruzione) il nuovo ministero, programmaticamente definito “per” i beni culturali a rimarcare la volontà di creare un organo prevalentemente tecnico come desiderava Spadolini, raccolse, in buona parte, le competenze e le funzioni in materia che erano prima del Ministero della pubblica istruzione, quali le antichità e le belle arti, le accademie e le biblioteche. A queste competenze e funzioni se ne aggiunsero alcune del Ministero dell’interno, come gli archivi di Stato e della Presidenza del Consiglio dei ministri, come la discoteca di Stato, l’editoria libraria e diffusione della cultura.

In questa particolare veste promosse nuove norme contro il traffico illegale di beni culturali (legge n. 873 del 30 ottobre 1975 per la ratifica e l’adozione della Convenzione internazionale precedentemente firmata a Parigi il 14 novembre 1970), una nuova legge a favore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (legge n. 190 del 27 maggio 1975) e nuove norme contro il furto ed il danneggiamento delle opere d’arte (legge n. 176 del 27 maggio 1975).

Nel 1979 fu per pochi mesi ministro della Pubblica Istruzione e fu eletto segretario nazionale del Partito Repubblicano. Nel 1980 fu l’unico a sostenere che la Libia di Gheddafi era coinvolta nella strage di Bologna, appoggiando la pista arabo-mediorientale, contro la maggioranza che scelse quella neofascista.