Boom Pri alle elezione dell’83 e Ministero della Difesa

Giovanni Spadolini

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Grazie al cosiddetto “effetto Spadolini”, alle elezioni politiche anticipate del 1983, per la prima volta nella sua storia, il PRI supererà il 5% dei voti alla Camera dei deputati; in alcune grandi città come Torino diventerà il terzo partito, dietro DC e PCI, ma davanti ai socialisti. A Milano, in particolare, nello scontro tra Bettino Craxi e Spadolini, entrambi candidati nella città lombarda, il numero delle preferenze date al repubblicano superò nettamente quelle assegnate al leader socialista.

Dal 1983 al 1987 fu Ministro della difesa sia nel primo che nel secondo dei due governi presieduti da Bettino Craxi. In questa veste, fu protagonista nella “crisi di Sigonella”, nel 1985, dissentendo dalla politica filo-palestinese del premier Craxi e del Ministro degli esteri Andreotti. L’accaduto rischiò di sfociare in uno scontro armato tra VAM (Vigilanza Aeronautica Militare) e Arma dei Carabinieri da una parte e gli uomini della Delta Force (reparto speciale delle forze armate statunitensi). All’indomani della crisi diplomatica tra Italia e USA, che aveva rischiato di degenerare in uno scontro armato, chiese la Crisi di Governo risoltasi però con il reincarico di Craxi.

Quell’episodio riconfermò il suo atlantismo, che in quegli anni andava sempre più assumendo caratteristiche minoritarie nella politica estera italiana: già nel 1982 aveva dovuto subire una presa di posizione italiana di equidistanza tra Londra e Buenos Aires, nel conflitto delle Falkland, in ragione della piega terzomondista presa – una volta tanto unitariamente – dai due principali partiti alleati del suo governo, la Dc ed il Psi.

Successivamente, schiacciato dal “CAF” (l’alleanza tra Craxi, Andreotti e Forlani), non partecipò più alle altre compagini governative di Pentapartito.