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Sanremo 2023, Rosa Chemical diventa un caso

Manca meno di una settimana all’inizio del Festival di Sanremo 2023, ma le polemiche iniziano a farsi davvero feroci e arrivano ovunque… anche in Parlamento! L’attuale maggioranza di governo, quella guidata da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, non vede infatti di buon occhio la partecipazione alla kermesse di un concorrente in particolare: Rosa Chemical. Lo ha reso noto, in maniera chiara e con un’argomentazione a dir poco risibile Maddalena Morgante durante un intervento alla Camera nella giornata del 1° febbraio. Parole che al momento non hanno trovato alcuna risposta da parte né di Manuel né di Amadeus!

A far irrigidire i peli al partito di governo sarebbero state alcune parole espresse dallo stesso artista in un’intervista a Vanity Fair, in cui ha parlato di sesso, gender e di poliamore, oltre che dell’utilizzo di una piattaforma vista ancora come controversa in Italia, OnlyFans.

Parole inaccettabili che hanno fatto bene intendere, secondo Morgante, quanto sia inappropriata la presenza di questo artista sul palco mediaticamente più importante che ci sia in Italia, quello dell’Ariston di Sanremo.

Il discorso della deputata rappresentante di Fratelli d’Italia è già diventato virale sui social, viste le sue argomentazioni a dir poco fantasiose: “La ‘rivoluzione fluida’ era già da tempo al teatro Ariston, ma trasformare il Festival di Sanremo (…) nell’appuntamento più gender fluid di sempre è del tutto inopportuno“.

Secondo Morgante non è giusto nei confronti dei minori e delle famiglie che la kermesse si trasformi in uno “spot a favore del gender e della sessualità fluida“, ossia tematiche sensibilissime che da sempre il partito guidato da Giorgia Meloni contrasta. Per questo motivo è inaccettabile che la tv di Stato, con i soldi dei contribuenti, possa dare spazio a questo spettacolo “dissacrante“. Parole che hanno diviso, ovviamente, l’opinione pubblica e aperto il fronte del dibattito su un tema che, in questo momento storico molto complesso, forse dovrebbe interessare meno ai rappresentanti del nostro Parlamento.

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