Il presidente Usa Joe Biden ha invitato il presidente brasiliano Lula a visitare Washington all’inizio di febbraio per consultazioni approfondite su un’agenda condivisa di ampio respiro e il presidente Lula ha accettato l’invito. È quanto fa sapere una nota della Casa Bianca riferendo di una telefonata tra i due leader nel pomeriggio di oggi. «Il presidente Biden – si legge – ha espresso il fermo sostegno degli Stati Uniti alla democrazia del Brasile e al libero arbitrio del popolo brasiliano, come espresso nelle recenti elezioni presidenziali brasiliane, vinte dal presidente Lula. Il presidente Biden ha condannato la violenza e l’attacco alle istituzioni democratiche e al trasferimento pacifico del potere. I due leader si sono impegnati a lavorare a stretto contatto sulle questioni che devono affrontare gli Stati Uniti e il Brasile, tra cui il cambiamento climatico, lo sviluppo economico, la pace e la sicurezza»
Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha parlato al telefono con il presidente americano Joe Biden, e i due hanno discusso dell’assalto ‘golpistà avvenuto ieri a Brasilia. Lo riferisce la tv brasiliana GloboNews. Lula aveva detto poco prima di aver parlato con l’ex presidente Usa Bill Clinton, con il premier del Portogallo Antonio Costa e con presidente cubano Miguel Diáz-Canel.
Il ministro della Giustizia brasiliano, Flavio Dino, ha reso noto che finora sono circa 1.500 le persone arrestate nell’ambito dell’assalto ai palazzi del potere avvenute ieri a Brasilia da parte dei sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro. Secondo il ministro, ci sono 50 squadre al lavoro per raccogliere testimonianze e dare seguito agli arresti. Il ministero della Giustizia ha aperto un canale per l’invio di denunce via mail da parte di chiunque voglia segnalare eventuali ipotesi di reato. Sono già pervenute più di 13.000 segnalazioni.
Il nipote dell’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro, Leonardo Rodrigues de Jesus – noto come «Leo Indio» – è stato identificato tra i manifestanti che hanno partecipato all’assalto dei palazzi del potere a Brasilia. Lo scrive la Cnn online. Indio ha postato domenica sul suo profilo Instagram diversi video e foto che lo ritraggono in piedi tra la folla che circonda il Congresso brasiliano. In un selfie, Indio appare con una maglietta verde e un berretto nero e gli occhi visibilmente rossi. In una didascalia poi modificata, Indio afferma che i suoi occhi erano rossi a causa dei gas lacrimogeni «sparati dalle forze di sicurezza» che «hanno concentrato la loro attenzione su tutti i manifestanti». Ha anche negato di essere coinvolto in «qualsiasi vandalismo» e ha affermato che i responsabili della distruzione degli edifici governativi «erano vandali mascherati e codardi travestiti da patrioti».
Gli Usa non hanno ricevuto alcuna richiesta ufficiale dal Brasile su una possibile estradizione dell’ex presidente Jair Bolsonaro dopo l’assalto dei suoi sostenitori al parlamento. Lo ha riferito il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan, precisando che le autorità americane non sono in contatto diretto con Bolsonaro, ricoverato in un ospedale di Orlando per dolori addominali, secondo O Globo. «Naturalmente, se ricevessimo tali richieste, le tratteremmo come facciamo sempre, le tratteremmo seriamente», ha aggiunto
L’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro è stato ricoverato all’AdventHealth Celebration, un ospedale fuori Orlando, in Florida, per forti dolori addominali. Lo scrive il portale O Globo, ricordando che dall’intervento a cui si è sottoposto dopo l’accoltellamento del 2018, Bolsonaro è stato ricoverato altre volte a causa di dolori addominali. La più recente a novembre, quando è stato ricoverato all’Ospedale delle Forze Armate a Brasilia.
In Brasile i titolari dei tre poteri dello Stato hanno divulgato una nota congiunta in cui affermano di «rifiutare» gli «atti terroristici» commessi dai bolsonaristi radicali a Brasilia e chiedono alla popolazione di «difendere la pace e la democrazia». La nota è firmata dal presidente della Repubblica, Luiz Inácio Lula da Silva, dal presidente pro tempore del Senato, dal presidente della Camera, Arthur Lira, e dalla presidente della Corte suprema, Rosa Weber. Il documento è stato diffuso dopo un incontro tra di loro al Palacio do Planalto, a Brasilia. «I poteri della Repubblica, difensori della democrazia e della Carta costituzionale del 1988, respingono gli atti terroristici, vandalici, criminali e golpisti avvenuti ieri pomeriggio (domenica) a Brasilia», si legge nel testo. «Chiediamo alla società di mantenere la serenità, in difesa della pace e della democrazia nella nostra patria», viene aggiunto.
Prime richieste in Usa per estradare Jair Bolsonaro in Brasile. Joaquin Castro, membro della commissione affari esteri della Camera, ha detto alla Cnn che Bolsonaro ha usato «il copione di Trump per ispirare i terroristi domestici per tentare di prendere il governo». «Ora Bolsonaro è in Florida…dovrebbe essere estradato in Brasile… Gli Usa non devono dare rifugio a quest’uomo autoritario che ha ispirato il terrorismo domestico in Brasile». Sulla stessa lunghezza d’onda la giovane star progressista Alexandria Ocasio-Cortez.
«Quasi due anni dopo che il Capitol è stato attaccato da fascisti, vediamo i movimenti fascisti all’estero tentare di fare la stessa cosa in Brasile», ha osservato Ocasio-Cortez, chiedendo che gli Usa «cessino di garantire rifugio a Bolsonaro in Florida». L’estradizione è valutata dal dipartimento di giustizia dell’amministrazione Biden ma non è escluso che la Camera, ora controllata dai repubblicani con un ruolo decisivo dei trumpiani, possa tentare di mettersi politicamente di traverso.
Circa 1.200 persone sono state arrestate oggi nell’accampamento montato da oltre due mesi di fronte al quartier generale dell’esercito a Brasilia: lo rende noto GloboNews, precisando che gli arrestati sarebbero legati ai disordini scoppiati ieri all’esterno e all’interno dei palazzi del potere della capitale brasiliana. Secondo il portale, gli arresti sono stati eseguiti dalla polizia federale, in ottemperanza a quanto disposto ieri con decreto dal presidente della Repubblica, Luiz Inacio Lula da Silva. Gli arrestati sono stati portati al quartier generale della polizia federale con almeno 40 autobus.
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