“E’ una vittoria di tutto il centrodestra. Tutti avranno pari dignità, al di là dell’entità dei consensi che influiranno sulla composizione della giunta.
Ma ribadisco che sarà il governo delle competenze”. Così Renato Schifani parlando in conferenza stampa, a Palermo, facendo il segno di vittoria con le dita. “Ringrazio Berlusconi, Meloni, Salvini, Romano, Totò Cuffaro quando mi hanno dato la notizia della candidatura – afferma – Questa vittoria favorirà il popolo siciliano, perché ci sarà sinergia col governo nazionale”.
“Tutti partiti che mi appoggiano supereranno lo sbarramento del 5% questo consentirà una maggioranza solida in assemblea regionale” ha detto Schifani. Sulla composizione della giunta ha aggiunto: “Rispetterò i tempi dello Statuto e per formarla chiederò una rosa di nomi ai partiti”.
“Istituirò una conferenza di servizi, composta da uomini dello Stato, come ex magistrati, possibilmente non siciliani, per darci una mano” contro le infiltrazioni mafiose nel Pnrr“, ha evidenziato Schifani. “Devono però essere estranei al nostro territorio – aggiunge – Noi desideriamo che vengano fatti i controlli, non ci sottrarremo”.
Ammette la sconfitta Cateno De Luca che, nonostante gli exit poll lo davano in svantaggio di 13 punti, sperava che i dati reali ribaltassero le previsioni contando sul voto disgiunto, che c’è stato ma minimale. “Io ho perso, ma penso che i siciliani non abbiano vinto”, fa sapere quando era stato scrutinato appena il 5% delle sezioni.
Una vittoria scontata e realizzata a mani basse. Quella di Renato Schifani è stata una cavalcata senza ostacoli alla conquista della poltrona di Presidente della Regione, nonostante la lentezza dello scrutinio quando mancano ormai meno del 10% delle sezioni, il candidato del centrodestra rasenta il 42% e stacca di oltre 17 punti percentuali il secondo che è l’indipendente Cateno De Luca.
Per de Luca un risultato comunque lusinghiero visto che lascia alle sue spalle tanto il candidato di centrosinistra, Caterina Chinnici, staccata di oltre 7 punti percentuali, quanto quello dei 5 stelle Nuccio Di Paola che comunque arriva a ridosso della sua ex alleata con una distanza inferiore al punto percentuale.
La partita è stata, comunque, a quattro anche se la testa non è mai stata in discussione durante lo spoglio. Sempre fuori dai giochi per la presidenza tanto il candidato del terzo polo, Gaetano Armao, che si ferma al 2%, quanto quello degli indipendentisti, Eliana Esposito, che resta a mezzo punto percentuale.
Margini più ristretti fra le liste nella partita per chi vince la palma del più votato. Ma intanto è rilevante la somma delle preferenze della liste di centrodestra. E’ un plebiscito che sfiora il 50%. Il candidato Schifani, dunque, vince bene ma raccoglie circa l’8% in meno della propria coalizione.
A superare lo sbarramento del 5% regionale sono, in totale solo 8 liste. Lo passano tutte le liste del centrodestra ovvero 5. Durante lo spoglio avevano temuto di non riuscire nell’intento gli uomini della Lega, ma alla fine il carroccio arriva al 6,80%.
Una vittoria scontata e realizzata a mani basse. Quella di Renato Schifani è stata una cavalcata senza ostacoli alla conquista della poltrona di Presidente della Regione, nonostante la lentezza dello scrutinio quando mancano ormai meno del 10% delle sezioni, il candidato del centrodestra rasenta il 42% e stacca di oltre 17 punti percentuali il secondo che è l’indipendente Cateno De Luca.
Per de Luca un risultato comunque lusinghiero visto che lascia alle sue spalle tanto il candidato di centrosinistra, Caterina Chinnici, staccata di oltre 7 punti percentuali, quanto quello dei 5 stelle Nuccio Di Paola che comunque arriva a ridosso della sua ex alleata con una distanza inferiore al punto percentuale.
La partita è stata, comunque, a quattro anche se la testa non è mai stata in discussione durante lo spoglio. Sempre fuori dai giochi per la presidenza tanto il candidato del terzo polo, Gaetano Armao, che si ferma al 2%, quanto quello degli indipendentisti, Eliana Esposito, che resta a mezzo punto percentuale.
Margini più ristretti fra le liste nella partita per chi vince la palma del più votato. Ma intanto è rilevante la somma delle preferenze della liste di centrodestra. E’ un plebiscito che sfiora il 50%. Il candidato Schifani, dunque, vince bene ma raccoglie circa l’8% in meno della propria coalizione.
A superare lo sbarramento del 5% regionale sono, in totale solo 8 liste. Lo passano tutte le liste del centrodestra ovvero 5. Durante lo spoglio avevano temuto di non riuscire nell’intento gli uomini della Lega, ma alla fine il carroccio arriva al 6,80%.
testa a testa,d entro la coalizione, per individuare il primo partito. Anche in Sicilia la palma sembra toccare a Fratelli d’Italia con il 15,1% ma con Forza Italia a ridosso al 14,80%. Lusinghiero il risultato dei centristi con il 6,50% della Dc Nuova e con il 6,60 degli Autonomisti e popolari. Insieme un ipotetico partito di centro si attesterebbe al 13%, in linea con i big della coalizione.
L’ottimo risultato del candidato presidente Cateno De Luca è sporcato dai numeri delle liste. Va bene De Luca sindaco di Sicilia che porta a casa un ragguardevole 14% attestandosi al terzo posto fr ai partiti ma è l’unica delle numerose liste apparentate che supera lo sbarramento
Nella partita fra gli ex alleati tutta a sinistra vincono i 5stelle con i 5 stelle 13,50% che ne fa il quarto partito più votato alla regione dopo Fratelli d’Italia, Forza Italia e de Luca sindaco di Sicilia. Il Pd si ferma al 12,60%. Fuori dal parlamento tutti gli altri compresi i cento Passi al 3% e Azione Italia Viva al 2,10%
Va a fare il senatore, invece, il presidente uscente dell’Ars Gianfranco Miccichè. In Sicilia nei collegi plurinominali per il Senato sono stati eletti, infatti, tre candidati del M5s, 2 del Pd, 2 di Fdi, 1 di Fi, 1 di Iv-Azione, 1 della Lega. Per Il M5s sono eletti senatori Concetta Damante, l’ex sottosegretaria Barbara Floridia, l’ex magistrato Roberto Scarpinato. Per il Pd sono stati eletti l’ex segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan e Antonio Nicita. Per Fdi eletti Carmela Bucalo e l’ex governatore siciliano Nello Musumeci. Per Forza Italia eletto Giovanni (Gianfranco) Miccichè, per Azione- Iv eletto il leader di Azione Carlo Calenda, e per la Lega eletto Nino Germanà.
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