
Cambi di casacca di fine legislatura. Forza Italia e M5S continuano a perdere iscritti. IV modifica il nome
Tocca a Ettore Rosato, il migliore per distacco dei vicepresidenti della Camera dei deputati di questa legislatura, oltre che presidente di Italia Viva, annunciare nella seduta di oggi – quattro ore e mezza esatte, dalle 10 alle 14,30 per la discussione generale di trattati internazionali che si possono discutere anche a Camere sciolte perché sono obblighi sovranazionali – una nuova raffica di cambi di gruppo.
E anche oggi i protagonisti sono esponenti di due partiti come Forza Italia e il MoVimento Cinque Stelle che hanno fatto cadere il governo Draghi senza avere un effettivo mandato in merito dei propri gruppi e dei propri iscritti, senza alcuna consultazione web nel caso dei grillini e senza alcuna consultazione tout court nel caso dei berlusconiani. Quindi, a pochi minuti dalle 10, ora d’inizio della seduta, Rosato scandisce: “Comunico che, con lettera pervenuta in data 29 luglio 2022, il deputato Niccolò Invidia, già iscritto al gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritto”.
Una pausa di un minuto per permettere a un azzurro, ex pentastellato pure lui, Matteo Dall’Osso, di ricordare come fa ogni giorno insieme a un altro ex del MoVimento, stavolta approdato a Fratelli d’Italia, Massimiliano De Toma, il problema dei lavoratori fragili, ed ecco Rosato annunciare altri tre “zombie” per usare il linguaggio di Beppe Grillo con il suo post odierno sull’album delle figurine degli ex pentastellati.
E quindi Rosato ha annunciato: “Comunico che, con distinte lettere pervenute in data 30 luglio 2022, i deputati Federico D’Inca’, Davide Crippa e Maurizio Cattoi, già iscritti al gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, hanno dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risultano pertanto iscritti”. Poi, la seduta è andata avanti, fino alla conclusione con l’annuncio che Francesco Silvestri è il nuovo capogruppo del MoVimento dopo i pochi giorni di reggenza di Luigi Gallo, dopo le dimissioni di Davide Crippa.
E l’ennesimo annuncio di Rosato: “Comunico che, con lettera pervenuta in data 1° agosto 2022, il deputato Paolo Russo, già iscritto al gruppo parlamentare Forza Italia – Berlusconi Presidente, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritto. Comunico altresì che, con lettera pervenuta in data 1° agosto 2022, la deputata Federica Dieni, già iscritta al gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritta”.
E se Russo – la cui destinazione finale sarà Azione – è da sempre un uomo di Mara Carfagna, e prima ancora di Claudio Scajola, molto libero intellettualmente, la Dieni è la quinta “figurina” (sempre Grillo dixit) a lasciare il MoVimento in una giornata sola, con una sua autonoma lettera.
Ma, paradossalmente, nessuna di queste è la notizia del giorno. Ma è una strana sigla parlamentare che appare a fianco dei nomi dei parlamentari renziani che intervengono oggi a Montecitorio: prima Nardo Marino, deputato sardo eletto nel collegio uninominale di Olbia, ex pentastellato pure lui, e poi Mauro Del Barba.
A fianco dei loro nomi, oltre al classico IV, che sta ovviamente per Italia Viva, appare anche la dizione I C’E’, uno strano acronimo con tre lettere e due accenti, che proprio a fine seduta il loro compagno di gruppo Ettore Rosato traduce: “Comunico che la presidente del gruppo parlamentare Italia Viva, con lettera pervenuta in data 1° agosto 2022, ha reso noto che l’assemblea del gruppo, in data 30 luglio 2022, ha deliberato di modificare la propria denominazione in “Italia Viva – Italia C’è””.
E questo passaggio da “Italia Viva” a “Italia Viva – Italia C’è” si abbina anche al fatto che al Senato, complice il regolamento di Palazzo Madama, il gruppo renziano si chiama “Italia Viva – P:S.I:”, dove quel riferimento al Partito socialista italiano di Riccardo Nencini è un omaggio al fatto che, senza un simbolo regolarmente presentato alle elezioni, con nuovo regolamento del Senato Matteo Renzi non avrebbe potuto costituire il suo gruppo.
Il nuovo nome del gruppo renziano – in attesa degli sviluppi definitivi sulle scelte di Carlo Calenda e di Giovanni Toti che devono scegliere dove correre – in realtà è una scelta molto coraggiosa, perche l’uso del “c’è” nel nome di un partito ha un precedente molto recente, quello degli ex grillini antidraghiani, che avevano scelto di chiamarsi “L’alternativa c’è”, nome col quale molto spesso sono ancora identificati, mentre ora hanno perso per strada il suffisso e l’articolo e si chiamano semplicemente con un (teoricamente) più efficace “Alternativa””.
E il cambio del nome del gruppo parlamentare – che assorbe anche il movimento di Piercamillo Falasca, e all’evento milanese di presentazione del nuovo soggetto accolto dai renziani ha visto la presenza, fra gli altri, dei deputati Gennaro Migliore, Gianfranco Librandi, motore di tutto questo, Camillo D’Alessandro, Emanuela Rossini, dell’ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti con la sua Lista Civica Nazionale e del sindaco di Milano Beppe Sala, che però non ha aderito – fa il paio con il nuovo simbolo che si affianca a quello di Italia Viva e che sarà l’immagine elettorale qualora Renzi dovesse andare da solo: la erre rovesciata che già ha accompagnato le presentazioni del libro “Il mostro” in giro per l’Italia.
Spiega Renzi nella sua ultima enews: “Noi lavoriamo a un terzo polo, diverso dalla destra sovranista e dalla sinistra delle tasse. Che parli di lavoro e non di assistenzialismo. Di giustizia e non di giustizialismo. Di ambiente e non di ideologia. Di infrastrutture e non di veti. Di diritti e non di slogan”. Dice l’ex presidente del Consiglio: “Andare da soli contro tutti è difficile. Anche perché tutti ti dicono che così non conti niente. Eppure con un piccolo gruppo di parlamentari possiamo fare la differenza, come è accaduto quando abbiamo bloccato Salvini al Papeete nel 2019 e, soprattutto, quando abbiamo permesso la sostituzione di Conte con Draghi. Noi puntiamo a prendere il 5%: il vero voto utile è mandare gente competente in Parlamento. E se insieme a noi ci saranno altre forze pronte a costruire davvero un terzo polo attrattivo e coinvolgente, saremo felici di lavorare insieme”. Nuovo simbolo, quindi, la erre rovesciata. Nuovo nome: “Italia Viva – Italia c’è”. Nuovo slogan: “Dammi il cinque”. Manca solo sapere chi saranno i compagni di strada di Matteo.
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