Governo

Mattarella scioglie le Camere, si voterà il 25 settembre

Sergio Mattarella e Mario Draghi

Dopo un colloquio con la Presidente del Senato e con il Presidente della Camera, il Presidente della Repubblica annuncia lo scioglimento delle due camere (tramite decreto presidenziale controfirmato dal Presidente del Consiglio) e, di conseguenza, l’imminente fine della XVIII legislatura (il cui termine naturale era previsto per marzo 2023), con elezioni politiche anticipate da tenersi entro 70 giorni (ex articolo 88 della Costituzione).

Dopo un passaggio in CdM, il Presidente del Consiglio, accompagnato dal ministro dell’interno, torna al Quirinale per consegnare il decreto di indizione dei comizi elettorali (che viene controfirmato dal Presidente della Repubblica) e per ottenere la conferma sulla data delle prossime elezioni politiche appena stabilita in Consiglio dei Ministri, ovvero il 25 settembre.

E’ stata una scelta “inevitabile”, il voto del Senato e, soprattutto, le modalità di quel voto hanno reso chiaro che non c’era spazio per altre maggioranze.

Sergio Mattarella accompagna – visibilmente contrariato – Mario Draghi nel laborioso processo di dimissioni e scioglie le Camere sancendo la fine anticipata della legislatura.

Si voterà domenica 25 settembre, di fatto l’unico giorno possibile in base alle regole che concedono un massimo di 70 giorni dal giorno dello scioglimento ma anche un minimo di 60 per permettere le complesse operazioni di presentazione delle liste e una giusta campagna elettorale.

Sulla Gazzetta Ufficiale odierna sono stati pubblicati i decreti presidenziali per lo scioglimento del Senato e della Camera e la convocazione dei comizi per le elezioni. Il decreto di convocazione dei comizi elettorali è per le elezioni del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati per il 25 settembre 2022 e di determinazione della data della prima riunione delle nuove Camere fissata per il 13 ottobre 2022. Il decreto di assegnazione alle Regioni del territorio nazionale e alle ripartizioni della circoscrizione Estero riguarda il numero dei seggi spettanti per le elezioni per il Senato della Repubblica. Il decreto di assegnazione alle circoscrizioni elettorali del territorio nazionale e delle ripartizioni al territorio della circoscrizione Estero del numero dei seggi spettanti per le elezioni della Camera dei Deputati.  

Un periodo lungo, al quale si aggiungeranno altre settimane per la formazione del nuovo governo e che permetterà quindi al premier Mario Draghi – naturalmente in carica per gli affari correnti – di continuare a guidare il Paese per circa altri quattro mesi. Da qui nasce l’appello preoccupato del presidente della Repubblica che, dopo aver firmato il decreto di scioglimento, compare agli italiani per ricordare quanto la situazione sia difficile e per sensibilizzare i partiti a collaborare con il presidente del Consiglio nonostante la campagna elettorale si annunci spigolosa. “Il Governo – premette Mattarella – incontra limitazioni nella sua attività, ma ha gli strumenti per operare in questi mesi prima che arrivi il nuovo esecutivo. Non sono possibili pause – sottolinea – nel momento che stiamo attraversando, i costi dell’energia hanno conseguenze per famiglie ed imprese, vanno affrontate le difficoltà economiche, ci sono molti adempimenti da chiudere nell’interesse dell’Italia”.

DRAGHI, AIUTIAMO IL GOVERNO CHE VERRÀ – Visibilmente colpito. Qualcuno azzarda pure un “commosso”. Perché in fondo, come dice lui stesso schernendosi in Aula alla Camera, “certe volte anche il cuore dei banchieri centrali viene usato”. Mario Draghi è per l’ultima volta in Parlamento nella pienezza del suo incarico. Di lì a poco salirà da Sergio Mattarella per rassegnare, definitivamente, le sue dimissioni. E interrompe le poche parole che pronuncia a braccio, “grazie per tutto il lavoro fatto”, per il lungo applauso che gli riserva l’emiciclo, prima di parafrasare le parole di una barzelletta raccontata anche qualche giorno fa alla stampa estera.

“Dobbiamo essere molto orgogliosi”, “porterò con me un bel ricordo delle riunioni” e anche “degli scambi” avuti con ciascuno, dice Draghi alla sua squadra di governo, riunita per il Cdm che fissa al 25 settembre la data delle elezioni. Fino ad allora, fino all’insediamento del nuovo esecutivo, bisognerà andare avanti “con la stessa determinazione” e anzi, chiudere tutto quello che sarà possibile nel perimetro degli affari correnti proprio per “favorire” il governo che verrà.
Draghi ringrazia tutti “per la dedizione, la generosità, il pragmatismo” di questi mesi e invita, sulla falsariga delle indicazioni precise arrivate da Sergio Mattarella (di cui Draghi apprezza “la saggezza” anche nel gestire questa crisi), a guardare alle cose che restano da fare.

“Non volevamo far cadere Draghi, ma si è reso indisponibile a un bis. Probabilmente era stanco e ha colto la palla al balzo per andarsene. In ogni caso ha scelto lui e adesso siamo già al lavoro per un nuovo governo di centrodestra”. Così Silvio Berlusconi. “Noi siamo una forza responsabile, non abbiamo nulla da spartire con i 5Stelle”, ha proseguito Berlusconi ricordando che “abbiamo fatto parte di una maggioranza di unità nazionale, di un governo che io ho voluto che nascesse. Non avevamo motivo per farlo cadere”. Berlusconi ha poi affermato che “Forza Italia voleva che il governo andasse avanti ma ciò non poteva accadere con i 5Stelle che avevano determinato la crisi e rotto il patto di fiducia alla base della maggioranza di unità nazionale. Avevamo proposto una risoluzione che prevedeva un nuovo esecutivo senza i grillini. Ma Draghi ha deciso di mettere la fiducia sulla mozione Casini, che non conteneva queste indicazioni. Ecco perché, a quel punto, il gruppo di Forza Italia non ha potuto fare altro che uscire dall’aula”. “Io – garantisce Silvio Berlusconi in un’intervista al Tg2 – sarò ancora qui in campo perché sento la responsabilità di essere presente con la mia azione per il mio Paese. Io sarò tutti i giorni qui a raccontare il programma che ho già scritto per il 2023 e che conterrà novità. È un programma veramente avveniristico che porterà il cambiamento per l’Italia”. 
“Non stiamo pensando a liste uniche (del centrodestra, ndr). Ciascun partito continuerà con la propria identità, ci sono differenze di posizione, di linguaggio, di storie tra i partiti per cui riteniamo che debba restare”. Così il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi escludendo l’ipotesi di una lista unica dei tre partiti di centrodestra, in vista delle elezioni del 25 settembre, ha aggiunto Berlusconi..

Credo che sia stata una vergogna, l’Italia è stata tradita perché quei partiti che hanno deciso di non votare la fiducia al governo lo hanno fatto soltanto per interessi egoistici”. Lo ha detto il segretario del Pd Enrico Letta in un’intervista alla Bbc, commentando la crisi politica che ha portato alle dimissioni di Mario Draghi.
“Io penso che con i tre partiti che hanno fatto cadere Draghi è impossibile fare alleanze elettorali in questa tornata”, ha sottolineato Letta.

“Oggi era il compleanno di Grillo, ci siamo sentiti e gli ho fatto gli auguri. Anche lui è rimasto come me sconcertato, sgomento, per gli attacchi che abbiamo subito, e per il fatto che quasi tutte le forze politiche erano lì a chiedere il Movimento fuori dalla maggioranza. Siamo rimasti sorpresi da questo livore, da questa aggressione”. Lo ha detto il leader del M5s Giuseppe Conte, ospite di Zona bianca, su Rete4.
“Il campo largo c’è ancora? Noi siamo una forza progressista, ma non per autodefinizione: siamo oggettivamente progressisti perché guardiamo ala giustizia sociale, alla transizione ecologica e digitale, e abbiamo sicuramente un manifesto avanzato di misure in questa direzione. Chi vuole lavorare su queste misure, può ritrovarsi a condividere con noi, o a confrontarsi con noi. Poi spetterà al Pd fare le sue scelte”, ha spiegato Conte.

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