
Il governo pone la questione di fiducia sulla discussione del d.l. Aiuti al Senato. L’aula approva il d.l. e la relativa fiducia (211 votanti, di cui 172 a favore e 39 contro); come anticipato, non ha partecipato al voto il gruppo M5S (61 senatori).
“Fin da quando il provvedimento è stato presentato con la massima lealtà noi abbiamo spiegato le nostre ragioni contrarie”, ha detto ieri sera Giuseppe Conte annunciando l’astensione sul decreto Aiuti in Senato. Tra queste ragioni il leader M5s ha citato il termovalorizzatore di Roma, i paletti inseriti nel provvedimento al Superbonus e al reddito di cittadinanza. In generale ha detto: “Si è aperta una grave crisi sociale, troppo profonda. È un Paese sull’orlo del baratro. Il M5s è l’unica forza politica che si sta interrogando su questa crisi, l’unica che sta incalzando il governo su questa emergenza. Ho il forte timore che settembre possa essere il mese in cui il conflitto sociale faccia salire la temperatura nelle piazze. Vi chiedo: ma in questa fase qual è il compito di una forza politica responsabile? Tacere? Far finta di non vedere gli sviluppi drammatici della crisi in atto o denunciarli affinché vengano approvate misure strutturali?”.
Il ministro D’Incà ha posto a nome del governo la questione di fiducia sul decreto Aiuti. Si è chiusa la discussione generale, al via le dichiarazioni di voto, che dureranno circa un’ora e 40 minuti.
Il presidente del Consiglio è salito al Colle dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Draghi ha visto confermare l’annuncio del Movimento 5 Stelle, che non ha votato la fiducia in Senato, e ha deciso di andare immediatamente a colloquio con il capo dello Stato al Quirinale. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, dopo poco meno di un’ora ha lasciato il Quirinale dove ha avuto un colloquio con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Non si sanno ancora i contenuti del confronto tra i due, né la decisione presa. È probabile che Draghi dovrà verificare che la maggioranza che sostiene il suo governo ci sia ancora.
“Se noi prendiamo degli impegni con governo, Parlamento e cittadini e siamo coerenti, chi si può permettere di contestare questa linearità e questa coerenza? Non chiediamo posti, nomine, nulla, ma chiediamo ovviamente di rispettare un programma definito all’inizio: transizione ecologica e urgenza della questione sociale che adesso è esplosa. O ci sono risposte vere, strutturali e importanti oppure nessuno può avere i nostri voti”. Così il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, lasciando la propria abitazione.
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