Centro

Che fine ha fatto Italia in Comune di Pizzarotti?

Che fine ha fatto Italia in Comune di Pizzarotti?
Federico Pizzarotti

Sparita dai radar nazionali, con la perdita di vari dirigenti, e l’inevitabile ridimensionamento nel progetto, Italia in Comune quello che voleva essere il “partito dei sindaci”, prova comunque a battere un colpo alle prossime Amministrative. Lanciando lo sguardo alle prossime Politiche, per cui l’intento è quello di «essere nel campo progressista» per marcare una presenza. Impossibile immaginare con una lista tutta propria. Ma è anche un modo per mettersi alle spalle l’amarezza per il risultato alle Europee del 2019, quando il progetto si era presentato come una novità, sotto la spinta del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, in quella fase molto sospinto dai media. Durante la campagna elettorale era grande il fermento per un’iniziativa che puntava a mettere insieme amministratori locali, spesso di territori piccoli. Ma non bastò a fare eleggere europarlamentari.

Da allora le ambizioni sono scemate, i dubbi sugli sbocchi sono cresciuti e così è iniziata alla spicciolata una migrazione presso altri lidi di vari esponenti. Un esempio emblematico è quello del deputato Serse Soverini, unico rappresentante in Parlamento di Italia in Comune per qualche tempo. Dal 2019 è diventato componente del gruppo alla Camera del Partito democratico. Stesso tragitto seguito da Marco Fabbri, sindaco di Comacchio (Ferrara) per due mandati e attualmente consigliere regionale in quota Pd, mentre a Trani (Bari) Anna Maria Barresi è approdata in Fratelli d’Italia. L’arretramento è confermato dall’assenza di comunicazione. Il sito ufficiale non è consultabile perché risulta in aggiornamento: un biglietto da visita non invidiabile alla vigilia di un voto molto importante. La pagina Facebook, poi, è ferma al maggio del 2021 quando il sindaco di Cerveteri e coordinatore nazionale di Italia in Comune, Alessio Pascucci, ha postato un video. Un anno dopo resta l’ultima testimonianza social del progetto politico.

A provare a tenere alta la bandiera restano tuttora il presidente, Pizzarotti e il coordinatore Pascucci. Proprio quest’ultimo rappresenta un caso quasi unico alle elezioni di giugno: dopo aver terminato i due mandati da primo cittadino di Cerveteri (Roma), prova a ottenere un terzo mandato. Ovviamente non a Cerveteri, perché non potrebbe per legge, ma nel confinante comune di Ladispoli. Altri dei punti fermi il sindaco uscente di Bitonto (Bari), Michele Abbaticchio, uno dei co-fondatori di Italia in Comune, che per le prossime Amministrative ha partecipato alla nascita di una coalizione in continuità con la sua gestione, e il primo cittadino in carica di Latina, Damiano Coletta. Il tentativo di rilancio prende forma con una serie di candidati inseriti nelle liste civiche e la presentazione del proprio simbolo in pochissime realtà, come a Barletta. Nemmeno nella Parma di Pizzarotti ci sarà il nome di Iic. «A Ladispoli in coalizione ci sono anche Azione e Italia Viva», spiega Pascucci. Anche Cerveteri il “partito dei sindaci” esprime la candidatura per il ruolo di prima cittadina con Elena Maria Gubetti, già numero due di Pascucci nell’amministrazione uscente. Per il resto è difficile fare una mappatura, anche per i vertici. Qualche esponente ha scelto di andare con varie liste civiche: in Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Puglia, Sicilia e Sardegna c’è una rappresentanza in varie città chiamate al voto. Tutto però a macchia di leopardo.

Sui progetti per il futuro, il coordinatore di Iic ribadisce la volontà di esserci alle Politiche. Probabilmente con qualche candidato inserito nelle principali liste. «Tutto dipende dalla legge elettorale, ma se c’è uno sbarramento al 5 per cento, bisogna essere realisti e ammettere che non abbiamo una forza tale da raggiungere questa soglia», ammette Pascucci. Sulla collocazione, però, nessun tentennamento: Italia in Comune è pienamente nel campo progressista con Azione, +Europa (con cui c’è stato già un asse alle Europee) come interlocutori privilegiati, e perché no anche con Italia Viva. Con il Pd c’è una comunanza di vedute su molti, non tutti, i territori. Enigmatico, invece, il confronto con il Movimento 5 Stelle: alle Amministrative è ancora «in costruzione». Per le Politiche, chissà. È difficile però immaginare Pizzarotti, il primo grande dissidente del M5s (Beppe Grillo lo dileggiò con il nomignolo di Capitan Pizza) tornare a braccetto con i grillini.

Rispondi

Effettua il login con uno di questi metodi per inviare il tuo commento:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.