È una gioia constatare i passi avanti fatti in riconoscimento delle persone con identità non binaria.
In questi anni stiamo assistendo a passi da gigante per il riconoscimento di persone con identità non binarie. Abbiamo già parlato delle novità riguardanti le terapie mediche, e adesso sono lieto di darvi l’annuncio di una sentenza storica per la comunità transgender non binaria in Italia.
Il giorno 7 marzo 2022, è stata emessa dal Tribunale di Roma la sentenza di riconoscimento di una persona con identità di genere non binaria. L’udienza si era tenuta il giorno 10 febbraio e il protagonista è Alex, persona transgender con identità non binaria. Abbiamo intervistato l’avvocato Giovanni Guercio, artefice di questa vittoria.a
Perché questa sentenza segna un traguardo così importante?
È importante perché si tratta di una caso pilota, che ha aperto la strada per le sentenze future. La giudice ha definito Alex soggetto cosiddetto “non binario”. In passato abbiamo ottenuto la possibilità di rettificare i documenti, ma esclusivamente per motivi di salute fisica. Ma stavolta, Alex, era deciso a non insistere sui discorsi ‘patologizzanti’ e dire di essere un ragazzo non binario che ha diritto alla propria identità di genere. La giudice ha abbracciato questa ricostruzione, che io ho supportato con il Diritto. Le ho portato un massimario della Suprema Corte, ovvero un commentario di giuristi di alto livello che si sono espressi sulla questione. È stata evidenziata nella relazione medica, fatta dalla dottoressa Mosconi del SAIFIP di Roma, la necessità di Alex di essere sottopostə solo a mastectomia per il suo benessere psicologico, in quanto si presenta come persona di sesso maschile esattamente nel modo in cui sente di essere, e questo è stato trascritto in sentenza!
Non era mai stata riconosciuta un’identità non binaria in sentenza, questo offre possibilità anche a persone non binarie con esigenze simili a quelle di Alex. Quindi chi vuole eseguire soltanto interventi chirurgici o fare soltanto terapia medica, per una questione di identità e non patologia fisica, potrà farlo?
Esattamente. Ognuno può voler fare interventi ma non terapia ormonale e viceversa. C’è uno spettro ampio di sfumature tra ‘il rosa e il celeste’.
Quali sono i prossimi step per Alex?
La rettifica del certificato di nascita e dei documenti. Poi, quando vorrà, potrà sottoporsi al solo intervento.
Cosa ti ha detto quando gli hai comunicato l’esito della sentenza?
Quando gliel’ho comunicato è rimasto sorpreso, non parlava, poi ripeteva grazie, grazie, grazie, come paralizzato dalla gioia. Pensa che uno deve ringraziare per essere se stesso. È un grazie che chi non nasce in questa condizione non può capire, è come un cieco che riacquista la vista, chi l’ha sempre avuta non può capire.
Un altro passo in avanti per la tutela delle persone transgender, dopo la possibilità di scelta di non essere sottoposti obbligatoriamente e forzatamente a tutti gli interventi chirurgici e il riconoscimento per persone minorenni.
Qual è il prossimo passo da fare, secondo lei?
Il mio auspicio maggiore è quello di aggiornare la legge 164 dell’82, non dimentichiamo che questi sono precedenti giudiziari e non legge. Per cui altri giudici possono abbracciarli come discostarsi. La legge invece è legge e detta regola da cui non ci si può tirare indietro. Il precedente creato, ha lo scopo di infilare il piede per tenere aperta la porta per sentenze future, ma la legge 164 è ferma a un binarismo allucinante! Sono questi i punti che vanno scalfiti. Inoltre sostengo, anche contro il mio interesse economico, che la rettifica anagrafica dovrebbe diventare assolutamente autodeterminata. Dovrebbe essere possibile farla senza passare dal tribunale, semplicemente recandosi all’anagrafe con nome e genere prescelto. Questo deve nascere in automatico come in Inghilterra, Spagna, Malta e Argentina.
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