La quinta giornata di voto: dopo l’ennesima fumata nera avvenuta giovedì, nella quarta giornata dedicata all’elezione del 13esimo presidente della Repubblica, fumata nera anche al quinto scrutinio in programma alle 11 di venerdì 28 gennaio. Lo spoglio del sesto scrutinio, in programma dalle 17, è in corso ed è già annunciata l’ennesima disfatta.
Anche oggi basterà la maggioranza assoluta dei voti, 505, per eleggere il prossimo capo dello Stato. I nomi sul tavolo sono rimasti quattro, salvo eventuali sorprese dell’ultim’ora: il presidente del Consiglio Mario Draghi e l’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, mentre più defilati, dopo il flop della presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, ci sono Sergio Mattarella con un suo eventuale bis al Quirinale ed Elisabetta Belloni, la diplomatica ora alla guida del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Ma si punta anche sul rosario di altre personalità di area centrodestra alternative a Draghi prospettate da Salvini, Meloni e Forza Italia dopo il ritiro di Silvio Berlusconi: Carlo Nordio, Franco Frattini, Sabino Cassese, Letizia Moratti, Marcello Pera, Elisabetta Belloni, Giampiero Massolo.
Prima del nuovo vertice delle delegazioni di Pd, M5S e Leu, il segretario dem Enrico Letta non nasconde la delusione per le giornate precedenti: “Abbiamo sempre lavorato per l’unità. L’impressione è che abbiano tentato di dividerci, con idee fantasiose con l’obiettivo di dividere e non di trovare una soluzione per il Paese”, ha detto entrando alla Camera. E poi afferma “Chiederemo a Fico di aumentare le votazioni e arrivare almeno a due votazioni al giorno”. E poi, con un pizzico di amarezza, sibila: “Mi chiedo se ho fatto bene a fidarmi”. Il riferimento ricade sul centrodestra.
Il leader di Iv Matteo Renzi lascia in campo l’ipotesi di un Mattarella Bis. “Non escludo l’ipotesi che possa esservi anche un Mattarella bis, sarebbe una forzatura nei confronti di Mattarella e oltremodo scorretto ma al venerdì mattina o la vicenda si risolve nelle prossime ore o questa ipotesi e’ in campo con tutta la sua forza”. Così il leader di Italia viva, Matteo Renzi su Radio Leopolda. Per Italia Viva non è sul tavolo la possibilità di votare il presidente del Senato Casellati. “Noi Casellati non la votiamo come non votiamo nessun candidato divisivo come abbiamo sempre detto. Ma il centrodestra la smetta di correre dietro la Meloni che tenta di far saltare la maggioranza di Governo”. Lo ha detto il presidente di Italia Viva, Ettore Rosato, ai cronisti della Camera.
Il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani, arrivando a Montecitorio per il vertice di centrodestra, assicura: “Il governo non cade. Dobbiamo lavorare molto. Vogliamo trovare soluzioni condivise”. E nell’ostentare compattezza, punta il dito sul centrosinistra. “E’ la sinistra che ieri si è divisa, il centrodestra è compatto e unito. Noi scandalosi? Addirittura, dov’e’ lo scandalo. Non abbiamo mai posto veti”.
Dure parole della leader di Fratelli di Italia Giorgia Meloni su Twitter: “La desolazione delle manfrine sull’elezione del Presidente della Repubblica certifica 2 cose che FratellidItalia sostiene da sempre: 1. Con questo Parlamento è impossibile decidere qualsiasi cosa. 2. Se fossero stati gli italiani ad eleggere il PdR lo avrebbero fatto in un giorno”.
E’ iniziato, alla Camera, il vertice del centrodestra in vista dell’elezione del presidente della Repubblica. All’arrivo al vertice il segretario Udc Lorenzo Cesa ha detto che il centrodestra resta orientato a votare la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. “Sì”, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano se il voto andrà alla Presidente del Senato. “Vediamo come andrà alla prima votazione se non dovesse esserci un risultato vincente oggi pomeriggio continueremo con Elisabetta Alberti Casellati … A buon intenditor poche parole: i grandi lettori di Forza Italia voteranno Elisabetta Alberti Casellati”, le parole di Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia, riportate da LaPresse.
A pochi minuti dall’inizio del voto arriva sui social il post di Silvio Berlusconi in appoggio alla candidatura di Casellati. “Il Centrodestra ha trovato l’accordo per il voto di questa mattina, su Elisabetta Casellati che da Presidente del Senato, Seconda Carica dello Stato, diventerebbe Prima Carica dello Stato. Io conosco Elisabetta Casellati da oltre 30 anni e posso garantire sulla sua assoluta adeguatezza a questo eventuale nuovo ruolo super partes. Per tale motivo mi rivolgo ai Parlamentari di tutti gli schieramenti, per chiedere loro di sostenere la Casellati. Dobbiamo assolutamente porre fine all’attuale spettacolo indecoroso che la politica sta dando di sé agli italiani e che l’opinione pubblica non riesce più a capire e a tollerare. Ringrazio di cuore tutti i Parlamentari che daranno seguito a questo mio appello e mi auguro che finalmente il Parlamento possa dare un segnale di responsabilità e di adeguatezza al ruolo che la Costituzione gli assegna. Lo spero davvero”. Salvini e il centrodestra puntano fortissimo sul presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati per il Quirinale. Casellati che per il leader della Lega “è il miglior candidato possibile, è il massimo che la Repubblica possa mettere a disposizione dopo Mattarella, che ha già detto di non essere d’accordo ad un reincarico. Non è un nome di bandiera tanto per contarci”, ha spiegato Salvini durante una conferenza stampa convocata mentre è in corso la quinta votazione.
I grandi elettori della coalizione di centrodestra sono 457 suddivisi così: Lega 212, Forza Italia 136, Fratelli d’Italia 63, Coraggio Italia 31, UDC 5, Noi con l’Italia 3, Diventerà Bellissima 1, Noi di Centro 1, Rinascimento 1, parlamentari nel Misto (non iscritti) eletti col centrodestra 4. Al totale dei voti va escluso quello della stessa presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, che di norma (come il presidente della Camera) non vota.
Ancora fumata nera. Fallisce l’operazione Casellati del centrodestra. La presidente del Senato si ferma a 382 voti e non raggiunge il quorum dei 505 previsti per l’elezione, al quinto scrutinio, del 13esimo presidente della Repubblica e nemmeno la soglia dei 400 auspicata dai partiti che sostengono la sua candidatura.
Elisabetta Casellati 382
Sergio Mattarella 46
Nino Di Matteo 38
Silvio Berlusconi 8
Antonio Tajani 7
Marta Cartabia 7
Bianche 11
Nel centrodestra è partita la caccia al ‘traditore’, con Lega e FdI che assicurano di aver votato per Casellati: ma a uscire sconfitto dalla quinta votazione è Salvini, ‘volto’ del quinto nome bruciato dalla coalizione. Cosa succede ora? Mentre nel centrodestra è aperta la caccia ai franchi tiratori, con Lega e Fratelli d’Italia che accusano in particolare i centristi della coalizione (tra cui Forza Italia, partito della Casellati), ripartono vertici e riunioni.
Incontri ci sono nel ‘campo progressista’, con una riunione informale tra PD, Movimento 5 Stelle e Leu, ma anche nel fronte opposto. Il tutto in vista della sesta votazione in programma alle 17, che dovrebbe essere comunque interlocutoria in vista della giornata di sabato.
Dopo il flop del quinto scrutinio, il centrodestra, al termine del vertice, avrebbe deciso di astenersi senza ritirare la scheda nel sesto scrutinio. Un modo per contarsi ed evitare franchi tiratori.
Si muove il fronte della trattiva, sempre più larga. A riferirlo è Annamaria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato, che conferma come si è aperta una discussione “con Pd, M5S e Leu. Vediamo”. Bernini, tra l’altro considerata come una ‘nemica interna’ del partito azzurro alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, evoca quindi una possibile riedizione della “maggioranza Ursula” che consentì l’elezione di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione europea.
Incontro a tre per il Quirinale. Negli uffici del Movimento 5 Stelle della Camera è in corso un vertice tra Giuseppe Conte, Enrico Letta e Matteo Salvini: l’obiettivo è arriva quanto prima ad un accordo su un nome condiviso. Segnali positivi dall’incontro a tre tra Salvini, Conte e Letta. Proprio il segretario del Partito Democratico si è detto “molto ottimista“, con dichiarazioni dunque molto meno ‘abbottonate’ rispetto a quelle degli ultimi giorni. “Ci stiamo parlando, sono in corso discussioni e stiamo lavorando a una soluzione”, ha spiegato il leader Dem.
“Un presidente della Repubblica donna e super partes“, è quanto auspica anche l’ex premier Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle sempre all’uscita da Montecitorio. Il nome “caldo” resta quello di Elisabetta Belloni, a capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Sarebbe dunque questo l’accordo preso da Pd, Movimento 5 Stelle e Lega al termine del vertice avuto poco prima delle 19.
“C’è un’apertura ad avere finalmente una presidente della Repubblica donna. Stiamo lavorando”. Poi ha aggiunto: “Spero che ci sia la sensibilità per avere un presidente donna. Sarebbe la prima volta della storia“, spiegando che ci sono “almeno due, solide e super partes“. Matteo Renzi, leader di Italia Viva ha fatto sapere che il suo partito non voterà il nome di Elisabetta Belloni alla settima chiama prevista per domani mattina alle 9.30: “Elisabetta Belloni è una straordinaria professionista la volevo ministro degli Esteri nel novembre 2014. La stimo molto, è una mia amica ma oggi è il capo dei servizi segreti e indipendentemente dal nome in una democrazia nel 2022 il capo dei servizi in carica non diventa presidente della Repubblica”, ha detto a Radio Leopolda.
Dello stesso avviso anche il senatore dem Andrea Marcucci che scrive su Twitter: “Vorrei ricordare a tutti che per volontà della direzione del Pd, tutti nomi possibili per il Quirinale dovranno essere preliminarmente valutati e votati dall’assemblea dei grandi elettori dem. Non si possono votare candidati a scatola chiusa“.
Contrario a Renzi il parere di Carlo Calenda, leader di Azione “Voteremmo Belloni con convinzione. Cartabia ha più esperienza come garante della costituzione. Belloni più esperienza come rapporti internazionali. Entrambe sono fuoriclasse. E non possiamo perdere l’occasione. Una donna preparata al vertice delle istituzioni. Finalmente”, scrive su Twitter. Licia Ronzulli vicepresidente dei senatori di Forza Italia, fedelissima di Silvio Berlusconi, intercettata dai cronisti alla Camera, si aggiunge ai contrari al nome di Belloni: “Per noi non va bene“. Rimane forte perplessità sull’eventualità che ci possa essere un tecnico come presidente del consiglio e un tecnico come presidente della Repubblica fanno sapere fonti di FI. Si rimpolpa la fazione dei contrari a Belloni. “Assolutamente inopportuno che il capo dei servizi segreti diventi presidente della Repubblica. Allo stesso modo non è accettabile che la presidenza della Repubblica e la guida del governo siano affidate entrambe a personalità tecniche e non politiche”. Così fonti di LeU.
Piccolo imprevisto alla conclusione dello spoglio: una scheda in più rispetto ai votanti. Ma il presidente della Camera Roberto Fico tranquillizza tutti: “Tale differenza – ha spiegato – è dovuta verosimilmente al fatto che nella distribuzione è stata erroneamente ricevuta da un elettore una scheda in più depositata poi nell’urna. La differenza è del tutto ininfluente al fine del risultato del voto e pertanto sulla base del principio generale di resistenza e di analoghi precedenti la votazione svolta deve ritenersi pienamente valida”.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si lancia contro Giuseppe Conte, al suo nuovo alleato Matteo Salvini e forse non conscio della presa di posizione di Beppe Grillo, boccia il nome della Belloni: “Trovo indecoroso che sia stato buttato in pasto al dibattito pubblico un alto profilo come quello di Elisabetta Belloni. Senza un accordo condiviso”, e aggiunge: “Lo avevo detto ieri: prima di bruciare nomi bisognava trovare l’accordo della maggioranza Di governo. Tutto ciò, inoltre, dopo che oggi e’ stata esposta la seconda carica dello Stato. Cosi’ non va bene, non e’ il metodo giusto”.
Sergio Mattarella 336
Nino Di Matteo 41
Pierferdinando Casini 9
Luigi Manconi 8
Mario Draghi 5
Marta Cartabia 5
Elisabetta Belloni 4
Giuliano Amato 3
Elisabetta Casellati 2
Bianche 106
Secondo i dati ufficiali, i partecipanti sono 976, votanti 531, astenuti 445: schede nulle 4, quelle disperse 9.
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