Televisione e musica.
Raffaella Carrà è stata una soubrette, cantante, ballerina, attrice, conduttrice televisiva, radiofonica e autrice televisiva italiana. Definita la regina della televisione italiana, è stata presente nei palinsesti televisivi dalla fine degli anni sessanta fino alla sua morte. Durante la sua lunga carriera è diventata un’icona della musica e della televisione italiana, riscontrando grandi consensi anche all’estero, soprattutto in Spagna e America Latina. Molte delle sue canzoni, come Tanti auguri, Rumore, Pedro, Fiesta, Ballo ballo, sono diventate negli anni dei veri e propri tormentoni. Il suo più grande successo è stato però il singolo Do it do it again, versione inglese di A far l’amore comincia tu, il primo brano di un’artista donna italiana a piazzarsi al secondo posto nella classifica dei singoli più venduti in Inghilterra, vendendo oltre 21 milioni di copie nel mondo. Nel corso della sua carriera, ha venduto oltre 60 milioni di dischi e, ha dichiarato di possedere ventidue dischi tra platino e oro. Ha poi vinto due ulteriori dischi d’oro postumi, per il brano Tanti auguri, del 1978 e per la raccolta I miei successi. Nell’autunno del 2020 il quotidiano britannico The Guardian incorona Raffaella Carrà come sex symbol europeo, definendola «l’icona culturale che ha insegnato all’Europa le gioie del sesso». È stata anche un’amatissima icona lgbt: nel 2017, in occasione del World Pride di Madrid, le è stato infatti assegnato il riconoscimento di ambasciatrice dell’amore.
Raoul Casadei è stato un musicista e compositore italiano, famoso per il contributo alla diffusione del ballo liscio. Nel 1971, dopo la morte dello zio Secondo, Raoul lasciò l’insegnamento e prese in mano la conduzione dell’orchestra. La sua prerogativa era quella di continuare a portare avanti il liscio, attraverso i valori della propria terra: la famiglia, l’amore e l’amicizia. Fu un periodo molto fortunato: negli anni settanta, avvenne infatti il cosiddetto “boom del liscio”. Si formarono migliaia di orchestre e si riempirono le sale da ballo. Nel 1973 Raoul scrisse uno dei suoi più grandi successi, Ciao mare. Negli anni seguenti incise con l’orchestra altri successi: Simpatia, La mazurka di periferia, Romagna e Sangiovese, Tavola grande, Tradizioni, Romagna Capitale, La musica solare. L’orchestra Casadei salì sulla cresta dell’onda: partecipò per la seconda volta al Festivalbar (1973), esordì al Festival di Sanremo (1974) e a Un disco per l’Estate (1975). Raoul fu anche interprete di spot pubblicitari per Barilla e Biancosarti, film e fotoromanzi; compose inoltre le musiche di sigle televisive fra cui …E viene sabato, e poi domenica per la trasmissione Domenica In del 1977, Rimini Rimini Rimini per l’edizione del 1991 della trasmissione Stasera mi butto, e Figli miei, vita mia, sigla italiana della telenovela brasiliana omonima. Il nome “Casadei” è stato spesso citato in canzoni di diversi artisti pop. Nel 1980 si ritirò dal palcoscenico e continuò a gestire l’orchestra da dietro le quinte. Nel 1981 inaugurò la Motonave Ciao Mare “La Nave del Sole”, una balera galleggiante che da quell’anno fino al 1996 trasportò i turisti lungo la riviera romagnola sulle note del liscio. Nel 1997 venne venduta e fu chiesto alla già nota Motonave Tritone (tuttora in partenza dal porto di Cesenatico) di esporre sullo scafo il logo “La Nave del Sole” per mantenere viva la simbolica tradizione Romagnola. Nel novembre 2001 passò ufficialmente le redini dell’orchestra al figlio Mirko.
Claudio Coccoluto nel 1997 scala le classifiche internazionali con Belo Horizonti, campionamento di Celebration Suite, capolavoro latin jazz di Airto Moreira, firmato insieme a Savino Martinez con il nome di The Heartists. Furono i Basement Jaxx a coglierne per primi le potenzialità pubblicando il brano per la propria Atlantic Jaxx. Nello stesso anno, entra nella TOP 100 DJ’S di DJ Magazine, rivista considerata la “bibbia” di settore, che gli dedica la prima di copertina. È anche il periodo in cui il mondo della cultura tradizionale inizia ad interessarsi alla club culture. Nel 1999 Coccoluto esordisce come autore di libri per i tipi dell’Adnkronos Libri con Io sono contrario, anzi no, “romanzo-conversazione” con il giornalista e conduttore radiofonico Pierluigi Diaco sui temi della vita. Qualche anno dopo, nel 2007, approda a Einaudi Stile Libero con IO, DJ. Musica, moda, stili di vita. Perché il mondo è diventato una gigantesca pista da ballo?, scritto insieme al critico musicale e saggista Pierfrancesco Pacoda. Tra le sue produzioni, l’album imusicselection5 – Vynil Heart (2008), raccolta di 14 tracce realizzata in un’unica sequenza di vinili ed effetti mixati a mano libera come in un club, Do It Whitout Thinkin, Afromarslight, Mind Melody 3.0. Nei primi anni duemila fu chiamato a un tavolo interministeriale per discutere la legge sulle discoteche proposta dall’allora ministro Enzo Bianco. Dal 2003 al 2009 ha lavorato anche per Radio Deejay con il suo programma C.O.C.C.O. nel quale propone dj set e in diretta mixa e interagisce con gli ascoltatori. In un documentario di Cult Tv si raccontò nel suo lavoro alla radio e nelle discoteche. Alle elezioni politiche del 2006 si è candidato nel partito politico La Rosa nel Pugno. Nel 2010 ha partecipato alla trasmissione Ciao Darwin, programma televisivo condotto da Paolo Bonolis su Canale 5, intervenendo come deejay nella puntata che vedeva contrapporsi i “Lochness” contro i “Fitness”. Nel 2018 compare tra i protagonisti del docufilm Vinilici. Perché il vinile ama la musica, regia di Fulvio Iannucci e nel 2020 in Disco Ruin di Lisa Bosi e Francesca Zerbetto. È stato componente della Giuria di Qualità del Festival di Sanremo nelle edizioni 2003, 2007 e 2013, primo DJ nella storia della kermesse musicale a farne parte.
Gianfranco D’Angelo è stato un attore, comico e cabarettista italiano. L’esordio televisivo avviene in RAI nel 1971 quando partecipa al programma Sottovoce ma non troppo. Successivamente prende parte al programma Foto di gruppo, nel quale affianca Raffaele Pisu. Interpreta poi un commissario di polizia nel film per la televisione La bambola, della serie La porta sul buio, prodotta da Dario Argento e andata in onda sulla Rai nel 1973. Nel corso degli anni settanta seguono alcune partecipazioni a spettacoli televisivi del Programma nazionale, come Dove sta Zazà (1973), Milleluci (1974), e Mazzabubù (1975). Durante il Giro d’Italia del 1978 e del 1979 è commentatore televisivo in diretta del dopotappa. Nell’autunno del 1979 è il protagonista del programma di Rete Uno La sberla, seguito da diciannove milioni di telespettatori: questo evento fu uno di quelli che lo consacrarono definitivamente come showman. A questo seguiranno C’era una volta Roma (1979), Tilt (1979), Ma ce l’avete un cuore (1980), Signori si parte (1981), e TV 1 (estate 1983). Al cinema, nel frattempo, recita con Alvaro Vitali, Lino Banfi e Renzo Montagnani in numerosi film del genere commedia sexy all’italiana degli anni settanta-ottanta. Nel 1983 è uno dei protagonisti del programma di Italia 1 Drive In, di Antonio Ricci, che andrà in onda per cinque anni e sarà diretto prima da Giancarlo Nicotra e in seguito da Beppe Recchia. In questo programma D’Angelo interpreta il personaggio del signor Armando, proprietario e addestratore del cane “Has Fidanken”; tra gli altri personaggi interpretati vi sono il Tenerone e le imitazioni di Pippo Baudo e Katia Ricciarelli (all’epoca consorti), Sandra Milo, Roberto Gervaso, Piero Angela e Raffaella Carrà. Nel 1986 la Rai dedica a Gianfranco D’Angelo una puntata di Serata d’onore. Nel 1988 conduce, insieme a Ezio Greggio, la prima stagione del fortunato programma Striscia la notizia, e nello stesso periodo conduce anche Televiggiù, entrambi programmi di Italia 1; presenta inoltre Odiens, su Canale 5, dove tra i personaggi interpretati vi è Marisa Laurito, di cui propone l’imitazione. Nel 1992 è il protagonista della sitcom, sempre di Canale 5, Casa dolce casa, assieme ad Alida Chelli e Enzo Garinei: nella serie compare anche la figlia, Daniela D’Angelo, che interpreta il ruolo della figlia del protagonista, così come nella realtà. Nel 1993 torna su Rai 1 e conduce, affiancato da Gabriella Carlucci, lo spettacolo Luna di miele. Nel biennio 1995-1997 è “Diavolik”, con la Carrà nei panni di Eva Kant in Carràmba! Che sorpresa. Nello stesso anno è protagonista del recital Bravo Bravissimo, dedicato alla sua carriera. Nell’estate 1996, fra le altre partecipazioni, ci sono il “Galà di Rai 1” a Cannes, la trasmissione Su le mani al “Bandiera gialla” di Rimini, il “Concorso per Voci Nuove” di Castrocaro Terme. Nell’autunno-inverno 1996-1997 è il comandante dell’esercito di Retromarsh!!!, in onda su Telemontecarlo. In questo periodo è anche ospite di tre puntate del programma di Rai 1 Fantastico e di altri varietà televisivi. Nel 1999 conduce le “inchieste” per carpire i segreti dei VIP all’interno della trasmissione Segreti e Bugie. Inoltre è ospite di Carràmba! Che sorpresa e Domenica in. Dopo aver vinto quattro Telegatti, nel 2001 vince il Delfino d’oro alla carriera. Nella stagione 2009-2010 conduce insieme alle figlie un programma di cucina denominato Locanda D’Angelo su Alice TV. Nel 2015 partecipa a Italia’s Got Talent su Sky, come concorrente ospite, senza essere giudicato. Nel 2017 è in tournée teatrale con Quattro donne e una canaglia insieme a Barbara Bouchet, Corinne Cléry, Marisa Laurito e Paola Caruso. Nel 2019 appare nel film W gli sposi diretto da Valerio Zanoli. Il cast comprende Paolo Villaggio nella sua ultima interpretazione cinematografica, Iva Zanicchi, Carlo Pistarino, Lando Buzzanca, Giulio Berruti, Marisa Laurito e Corinne Cléry.
Nicoletta Orsomando è stata la più famosa annunciatrice italiana di programmi tv. Nel corso della sua quarantennale carriera, la Orsomando ebbe anche alcune esperienze come conduttrice: nel 1956 presentò Cineselezione, una delle prime rubriche di cinema della televisione italiana, e affiancò Angelo Lombardi nella conduzione de L’amico degli animali; nel 1957 presentò il Festival di Sanremo accanto a Nunzio Filogamo, Fiorella Mari e Marisa Allasio. Nel 1965 inaugurò assieme a Jader Jacobelli il notiziario La giornata parlamentare (divenuto poi Oggi al parlamento), mentre nel 1966 condusse un’altra importante kermesse musicale: Un disco per l’estate. Nel 1976 condusse, dagli studi Rai di Torino, le rubriche Cani, gatti & C. e Piante, fiori eccetera eccetera, con la relativa partecipazione degli esperti Lino Penati ed Elena Accati. Nel 1955 Nicoletta Orsomando partecipò, nel ruolo di se stessa, anche al film comico Piccola posta, per la regia di Steno, che vedeva come protagonisti Alberto Sordi e Franca Valeri. Apparve inoltre nel film del 1956 Totò lascia o raddoppia? di Camillo Mastrocinque, in una brevissima sequenza in cui aggiorna gli spettatori sulla sparizione del personaggio interpretato da Totò. Nel 1992 apparve, sempre nei panni di se stessa, intenta ad annunciare Fantastico nel film Parenti serpenti di Mario Monicelli.
Solange è stato un personaggio televisivo italiano. Iniziò la sua lunga carriera negli anni ottanta come sensitivo. Sempre negli anni ottanta incise alcuni 45 giri come cantante, tra i quali Ma che bandiera è questa qua e Palline colorate. Negli anni novanta partecipò alle trasmissioni La sai l’ultima? e Buona Domenica su Canale 5, e Casa per casa su Rete 4, con Patrizia Rossetti; nel 1997 scrive il libro Rompi Solange e trovi Paolo. Nel 2004 prese parte alla prima edizione del reality La fattoria, condotta da Daria Bignardi e pubblicò il libro Io, Solange, vi insegno a leggere la mano e…. Nel 2006 incise il singolo Sole, Sole Solange. Nel 2007 tornò in tv partecipando al programma televisivo di Italia 1 Distraction; nello stesso anno ottiene una piccola parte, interpretando se stesso, nel film Matrimonio alle Bahamas. Nel 2014 sostenne pubblicamente il matrimonio tra persone dello stesso sesso, protestando nei confronti del Ministro dell’Interno Angelino Alfano, indossando un abito da sposa. Nel dicembre dello stesso anno partecipò come concorrente al lancio del quiz televisivo di Pupo sul canale Agon Channel. Il 13 novembre 2018 Solange, ospite del programma Domenica in, condotto da Mara Venier, litigò in maniera accesa con il mago Otelma e il fatto fu riportato con uno spazio dedicato dal quotidiano Corriere della Sera. Fu anche autore di 7 libri, fra i quali quelli citati prima, scritti dal 1996 al 2013, pubblicati da vari editori.
Politici.
Marco Formentini, è entrato nel Partito Socialista Italiano (PSI) nel 1970, da tale anno fino al 1975 fu segretario della giunta della Lombardia. Nel 1975 abbandonò la Regione, dieci mesi dopo le dimissioni polemiche del presidente Piero Bassetti: «Andai via perché tirava una gran brutta aria. Si vedeva arrivare all’orizzonte il polverone della classe politica corrotta. Lì anche a essere innocenti si finisce male». A 56 anni lasciò la politica ed esercitò libera professione nel settore finanziario e organizzativo. Scrisse il Saggio sulla questione italiana. Democrazia occidentale o Paese del terzo mondo?, autopubblicato nel 1987, in cui, disilluso dalle forze politiche della Prima Repubblica, prefigurava la nascita di una “Unione Democratica Popolare”. Nello stesso anno ricominciò a votare, per la Lega Nord; il suo libro venne notato dai dirigenti di tale partito, che decisero di presentarlo al segretario Umberto Bossi. Aderì formalmente alla Lega Nord nel 1991, rientrando quindi a pieno titolo in politica. Con il Carroccio viene eletto deputato alle elezioni politiche del 1992 ed europarlamentare a quelle europee del 1994. Il 20 giugno 1993 venne eletto sindaco di Milano, prevalendo al ballottaggio sul candidato del centro-sinistra Nando dalla Chiesa e diventando il primo sindaco del capoluogo lombardo di ideologia non socialista dal 1945 e il primo non appartenente al PSI dal 1967. La conquista della poltrona di Palazzo Marino fu per la Lega Nord il fiore all’occhiello di una proficua tornata di elezioni amministrative. Il termine del lungo periodo di amministrazione socialista della città fu uno degli eventi che segnarono, simbolicamente, la fine dell’epoca della Milano da bere; tale aspetto è accentuato dal fatto che, nella notte degli exit poll delle elezioni comunali del 1993, il leader leghista Bossi si affacciò da un balcone in piazza Duomo assieme a Formentini e, nel salutare i propri sostenitori, rivolse lo sguardo verso il civico 19, storica sede milanese del PSI, gesto chiaramente rivolto ai politici della Prima Repubblica. Rimasto in carica fino al 1997, Formentini fu anche il primo sindaco meneghino eletto direttamente dai cittadini, a seguito della riforma elettorale approvata in occasione di tale tornata amministrativa. Nonostante la confortevole maggioranza ottenuta, la coalizione vincente si rivelò litigiosa e, nella fase finale del mandato, il sindaco fu costretto a far entrare in maggioranza alcuni componenti dell’opposizione, provenienti dal Partito Democratico della Sinistra. Durante il suo mandato, Formentini fu protagonista di accesi scontri con il centro sociale Leoncavallo, sul cui sgombero forzato aveva basato la campagna elettorale e che fece traslocare da via Leoncavallo a via Watteau; nel 2003 tornerà parzialmente sui suoi passi, dichiarando che «se fossi sindaco adesso lavorerei per aiutare il Leoncavallo» e sostenendo che «lo sgombero forzato li ha aiutati a maturare e mi risulta che dove stanno ora sono una presenza molto meno fastidiosa e che si siano sforzati di passare dalla connotazione politica e ideologica a quella culturale e sociale». Eletto nuovamente al parlamento di Strasburgo con la Lega Nord in occasione delle elezioni europee del 1999. Formentini lasciò il partito, in polemica con l’indipendentismo padano e la rottura tra il Carroccio ed il leader del centro-destra, Silvio Berlusconi; in sede europea, inizialmente entrò a far parte del gruppo dei Non iscritti. Successivamente, grazie all’amicizia personale con Arturo Parisi, aderì ai Democratici passando così al Gruppo del Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori. Nel 2004 riapparve come candidato alle elezioni europee nelle file dell’Ulivo, ma non risultò eletto. Nel 2005 fu membro dell’Assemblea Federale della Margherita, e alle primarie del 2007 del Partito Democratico, in cui era confluito a seguito della fusione della Margherita con i Democratici di Sinistra, sostenne la candidatura alla segreteria di Rosy Bindi, poi sconfitta da Walter Veltroni. Dal novembre del 2008 aderì alla Democrazia Cristiana per le Autonomie (DCpA) di Gianfranco Rotondi, poiché «adesso, il confronto politico avviene all’interno del centrodestra. La sinistra è ormai irrimediabilmente persa». Per la DCpA prefigurò lo sbocco nel Popolo della Libertà, partito in cui Formentini militò dal 2009 fino allo scioglimento nel 2013.
Luca Attanasio è stato un diplomatico italiano, ambasciatore nella Repubblica Democratica del Congo dal 5 settembre 2017 fino alla sua morte per le ferite riportate nell’agguato presso il villaggio di Kibumba, vicino alla città di Goma. Entrato nel ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, è stato assegnato alla direzione per gli affari economici, ufficio sostegno alle imprese, segnatamente alla segreteria della direzione generale per l’Africa, diventando poi vice capo della segreteria del sottosegretario di Stato con delega per l’Africa e la cooperazione internazionale nel 2004. Dal 2006 al 2010 ha lavorato presso l’ambasciata italiana di Berna come capo dell’ufficio economico e commerciale. Dal 2010 al 2013 ha ricoperto il ruolo di console generale reggente a Casablanca, per poi assumere, nel 2013, l’incarico di capo segreteria della Direzione generale per la mondializzazione e le questioni globali presso il Ministero degli esteri. Nel 2015 è stato nominato primo consigliere dell’ambasciata d’Italia ad Abuja in Nigeria. Il 5 settembre 2017, a soli 40 anni, ricoprendo il grado di consigliere di legazione, si è insediato come capo missione a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, alla cui guida è riconfermato nell’ottobre 2019 come ambasciatore straordinario e plenipotenziario. Sensibile alle varie emergenze sociali del continente africano, nonché attivo in molti programmi di aiuto promossi dalla Comunità di Sant’Egidio, nel 2020 ha ricevuto il Premio internazionale Nassiriya per la Pace «per il suo impegno volto alla salvaguardia della pace tra i popoli».
Guglielmo Epifani è stato un sindacalista e politico italiano. Segretario generale della Cgil dal 2002 al 2010 e dall’11 maggio 2013 al 15 dicembre 2013 segretario del Partito Democratico, fu anche deputato della XVII Legislatura. Nel 2017 fu uno degli aderenti ad Articolo Uno. Ricandidato per la XVIII legislatura alla Camera dei Deputati nelle liste di Liberi e Uguali. Dal 23 marzo 2018 alla morte ricoprì un secondo mandato parlamentare.
Filippo di Edimburgo è stato il marito della regina Elisabetta II nonché, dal 10 giugno 2011 alla sua scomparsa, Lord grand’ammiraglio della Royal Navy, titolo cedutogli dalla consorte in occasione del suo novantesimo compleanno. Filippo era sposato con la regina Elisabetta II dal 20 novembre 1947 e ha avuto quattro figli: Carlo, Anna, Andrea ed Edoardo. Nato principe di Grecia, nipote del re di Grecia Costantino I (casata degli Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg, la stessa della Danimarca, che aveva dato il secondo sovrano alla Grecia nell’Ottocento, Giorgio I), prima del matrimonio rinunciò ai propri titoli greci, fu accolto nella Chiesa d’Inghilterra e adottò il cognome Mountbatten. Il giorno dopo il suo matrimonio ottenne il trattamento di “Altezza Reale” da re Giorgio VI e il giorno seguente i titoli di duca di Edimburgo, conte di Merioneth e barone Greenwich. La regina Elisabetta II lo ha creato principe del Regno Unito nel 1957. Come consorte della sovrana ha affiancato la regina nei suoi viaggi ufficiali nel Commonwealth e nel mondo, apparendo frequentemente agli occhi del pubblico. È stato il più longevo consorte di un monarca britannico, con 73 anni e 71 giorni di matrimonio, superando il 19 aprile 2009 anche la regina consorte Carlotta di Meclemburgo-Strelitz, moglie di re Giorgio III. Si era ritirato dagli incarichi ufficiali il 2 agosto 2017, all’età di 96 anni, dopo aver portato a termine 22.219 incarichi personali ed aver tenuto 5493 discorsi dal 1952.
Nicola Tranfaglia nella sua carriera di storico ha una lunga esperienza di organizzazione scientifica, culturale e editoriale in campo storico, essendo pure direttore dell’opera collettiva Il Mondo Contemporaneo, edizioni La Nuova Italia (1976-1983) e dirigendo in collaborazione con Massimo Firpo la Storia, Utet (1981) mentre in collaborazione con Valerio Castronovo ha diretto La Storia della stampa italiana, Laterza 1976-95, ricopre il ruolo istituzionale di deputato al parlamento Italiano ed è componente della VII Commissione inerente cultura, scienze, istruzione nonché della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. Collabora spesso con Giuseppe Casarrubea per quanto riguarda l’intreccio mafia/neofascismo/servizi segreti statunitensi a cavallo del secondo dopoguerra; il lavoro è in gran parte basato sulla catalogazione ed analisi dei documenti inerenti al periodo desecratati dall’OSS. Il 1º febbraio 2004 lascia i Democratici di Sinistra con una lettera aperta al segretario Piero Fassino. Il 19 maggio 2004 si iscrive al Partito dei Comunisti Italiani e si candida alle imminenti elezioni europee, senza essere eletto. Viene invece eletto deputato alla Camera alle elezioni politiche del 2006. Alle elezioni politiche del 2008 è candidato con La Sinistra l’Arcobaleno al Senato come capolista nella circoscrizione Veneto, ma la lista non supera lo sbarramento. Il 21 giugno 2008 dalle colonne de l’Unità annuncia di lasciare il Pdci. Si candida nell’aprile 2009 per l’Italia dei Valori per la corsa alle Europee, circoscrizione di centro, non venendo però eletto.
Pietro Larizza è stato segretario generale della Uil dal 1992 al 2000. Successivamente ha ricoperto l’incarico di presidente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, tra il 2000 e il 2005. Alle elezioni politiche italiane del 2006 è candidato al Senato della repubblica, in regione Lazio, nelle liste dei Democratici di Sinistra, risultando tuttavia il primo dei non eletti. Diventa senatore il 28 novembre 2007, subentrando in seguito alle dimissioni di Goffredo Bettini. Alle elezioni politiche del 2008 è stato candidato in Calabria e Lazio come capolista al Senato per il Partito Socialista, senza poi essere eletto. È morto il 1º marzo 2021 all’età di 85 anni.
Cinema e teatro.
Jean Paul Belmondo è astato un attore francese. L’esordio cinematografico avviene nel 1956 con il cortometraggio Molière di Norbert Tildian. Nonostante abbia interpretato già pellicole di un certo rilievo – come A doppia mandata (1959) di Claude Chabrol e La ciociara (1960) di Vittorio De Sica – il film che lo consacra come uno dei maggiori attori francesi presso pubblico e critica è Fino all’ultimo respiro (1960) di Jean-Luc Godard, che lo aveva già diretto precedentemente nel cortometraggio Charlotte et son Jules. Dopo il successo con il film di Godard, Belmondo viene contattato da Claude Sautet per recitare accanto a Lino Ventura nel suo noir Asfalto che scotta (1960), molto apprezzato dalla critica. Con l’interpretazione seria e malinconica di Eric Stark, Belmondo dimostra notevole talento e intensità drammatica. Seguono successivamente le ottime prove recitative in film di buon successo, come Léon Morin, prete (1961) e Lo spione (1962), entrambi di Jean-Pierre Melville, maestro indiscusso del noir francese, regista che tra l’altro era apparso in un cameo nel film Fino all’ultimo respiro, nelle vesti dello scrittore Parvulesco. Nel 1963 Belmondo viene chiamato dal regista Renato Castellani per il suo Mare matto, dove interpreta brillantemente un marinaio livornese, innamorato di una pensionante (interpretata da Gina Lollobrigida) che poi si imbarcherà per trasportare un carico di vino, sotto la guida dell’ammiraglio (Odoardo Spadaro). La pellicola, pesantemente tagliata dal produttore Franco Cristaldi ma riscoperta oggi da molti critici, è un grande esempio di commedia all’italiana, con risvolti malinconici, che offre un grande spaccato dell’Italia degli anni sessanta. Riconosciuto ormai come un divo fra i più popolari del cinema francese, con L’uomo di Rio (1964) di Philippe de Broca, Belmondo inizia la svolta del suo percorso artistico verso un filone più commerciale, tuttavia sempre molto apprezzato dal pubblico. Nel 1970 ottiene infatti un enorme successo internazionale con Borsalino, interpretato al fianco di Alain Delon. Ritornerà solo nel 1974 al cinema d’autore con Stavisky il grande truffatore di Alain Resnais, ma senza riscuotere particolari consensi. Negli anni settanta si specializza nel genere poliziesco, interpretando spesso molte scene pericolose senza controfigura, intervallando la sua produzione con pellicole drammatiche. A partire dai tardi anni ottanta, tralasciando crepuscolari pellicole di genere poliziesco, guerra e commedia, come Professione: poliziotto (1983), Irresistibile bugiardo (1984), L’oro dei legionari (1984) e Tenero e violento (1987), Belmondo privilegia il teatro, ma ottiene ancora un grande riconoscimento dal cinema nel 1989, quando riceve il Premio César per il migliore attore per il film Una vita non basta di Claude Lelouch.
Paolo Callissano è stato un attore italiano. L’attività professionale cinematografica è molto ricca. In televisione lavora per diversi programmi, quali: Giochi senza frontiere (1993-1994) per la TSI e Divieto d’entrata su Rete 4, insieme a Natalia Estrada. Nel 1995-1996 è su Italia 1 al fianco di Samantha de Grenet, con il programma di video amatoriali 8 mm. È noto per aver recitato nelle due stagioni della serie televisiva La dottoressa Giò, nella miniserie televisiva Per amore, nella soap opera Vivere, e nelle due stagioni della serie tv Vento di ponente. Nel 2000 è stato protagonista del videoclip Mi amor di Ivana Spagna. Nel 2004 ha partecipato al reality show L’isola dei famosi, ma ha abbandonato volontariamente il programma prima del tempo a causa di un infortunio al ginocchio. Rimasto coinvolto in un caso di droga, il 20 dicembre 2007 ritorna a recitare, debuttando al Teatro Brancaccio di Roma con il musical A un passo dal sogno, scritto da Maurizio Costanzo ed Enrico Vaime, ma la sua partecipazione viene interrotta improvvisamente nel febbraio del 2008 per un malessere.
Libero De Rienzo è stato un attore italiano. Esordì sul grande schermo nel film del 1999 Asini, diretto da Antonello Grimaldi, dove affianca in un ruolo coprimario Claudio Bisio, Giovanna Mezzogiorno, Fabio De Luigi e Renato Carpentieri. Il successo arrivò poco più tardi con la partecipazione in due film di Marco Ponti: Santa Maradona (2001), dove si divide le scene col protagonista Stefano Accorsi, e grazie al quale riscosse fama e apprezzamenti (vinse il David di Donatello 2002 come miglior attore non protagonista), e A/R Andata + Ritorno (2004), dov’è affiancato in quanto protagonista da Vanessa Incontrada. Della pellicola Sangue – La morte non esiste (2006) fu anche sceneggiatore e regista, vincendo alcuni premi cinematografici, tra cui il Ciak d’oro l’anno successivo. Lavorò anche in alcune produzioni televisive, tra cui Più leggero non basta (1998), Nassiriya – Per non dimenticare (2007) e Aldo Moro – Il presidente (2008). Nel 2009 tornò sul grande schermo con Fortapàsc di Marco Risi, film su Giancarlo Siani, il giornalista de Il Mattino ucciso nel 1985 dalla camorra. L’interpretazione del giornalista, considerata una delle sue migliori prove da attore, gli valse una candidatura ai David di Donatello 2010 come migliore attore protagonista. Dopo aver recitato in La kryptonite nella borsa (2011) di Ivan Cotroneo, tra il 2014 e il 2017 fu tra i protagonisti della trilogia di Smetto quando voglio diretta da Sydney Sibilia, sulle vicende di una banda di giovani ricercatori precari che si improvvisano spacciatori. L’interpretazione nel primo film della trilogia nel 2014 gli valse una seconda candidatura ai David di Donatello come miglior attore non protagonista.
Piera Degli Esposti è stata un’attrice teatrale italiana. La sua carriera inizia nel Teatro dei 101 diretto da Antonio Calenda, dove muove i primi passi insieme ad altri ragazzi che diverranno pilastri del teatro italiano come Nando Gazzolo e Gigi Proietti. Nel 1966 avviene il suo esordio in TV con uno sceneggiato di grande successo, Il conte di Montecristo. La sua carriera cinematografica inizia invece l’anno successivo con il film Trio per la regia di Gianfranco Mingozzi, a cui seguirà Questi fantasmi di Renato Castellani. A teatro lavora con registi come Scaparro, Guicciardini, Sequi e Massimo Castri (con quest’ultimo in Rosmersholm di Henrik Ibsen nel 1980). Sempre nel 1980 scrive insieme all’amica di lunga data Dacia Maraini la storia intensa della sua gioventù nel romanzo di grande successo Storia di Piera, divenuto film tre anni dopo per la regia di Marco Ferreri e la sceneggiatura delle stesse Degli Esposti e Maraini, che scriveranno anche il successivo film di Ferreri Il futuro è donna. All’inizio degli anni ottanta recita per Nanni Moretti in Sogni d’oro e per Cinzia TH Torrini in Giocare d’azzardo. In seguito sarà diretta da Lina Wertmüller che la sceglie per tre suoi film, Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada, Il decimo clandestino e Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica. Nel 1986 vince il Nastro d’argento per la sua interpretazione di Teresa in La coda del diavolo diretta da Giorgio Treves, al suo primo lavoro. Allo stesso tempo lavora assiduamente in teatro, recitando in Madre Coraggio, Prometeo e lo Stabat Mater. Nel 1988 è stata invitata a interpretare il ruolo di Venezia nel mediometraggio Biennale Apollo di Sylvano Bussotti prodotto dalla Biennale di Venezia. Interpreta poi la Badessa nel noto sceneggiato di Salvatore Nocita I promessi sposi del 1989, dal romanzo omonimo di Alessandro Manzoni. Nel 1996 recita nel film incentrato su Pasolini, Nerolio, diretto da Aurelio Grimaldi. Nel 2001 interpreta Ferreri I Love You e L’ora di religione di Marco Bellocchio, per il quale vince il David di Donatello per la migliore attrice non protagonista. Degli Esposti continua prolificamente a dividersi tra cinema e tv. Per il primo prende parte a film come Il vestito da sposa, Il compleanno e Il trentasette, per la seconda a fiction come Diritto di difesa. Lavora con Marcello Garofalo in Tre donne morali nel quale veste i panni di un’ex suora ora proprietaria di un cinema porno e con Giuseppe Tornatore nel noir La sconosciuta. Ottiene ottime critiche per entrambe le interpretazioni e per la seconda viene candidata ai Nastri d’argento. Esordisce alla regia di opera lirica dirigendo Lodoletta di Pietro Mascagni, La notte di un nevrastenico di Nino Rota e La voce umana di Francis Poulenc. Nel 2008 esce nelle sale Il divo di Paolo Sorrentino: in questa pellicola Piera interpreta Enea, storica segretaria di Giulio Andreotti, ruolo che la porta in concorso al Festival di Cannes e che le fa guadagnare un altro David di Donatello. Successivamente è sul set di Maria Sole Tognazzi con il film L’uomo che ama. Nel 2010 è diretta da Giovanni Veronesi in Genitori & figli – Agitare bene prima dell’uso e da Marco Filiberti in Il compleanno; inoltre gira tre film per la tv: Il mondo di Patty, Mannaggia alla miseria e Donne di Sicilia. Nel 2011 gira a Cagliari I bambini della sua vita diretta da Peter Marcias, interpretazione per la quale vince il Globo d’oro alla miglior attrice. Il 25 novembre 2013, in occasione della presentazione al Torino Film Festival del documentario Tutte le storie di Piera sempre diretto da Marcias, riceve il Premio Maria Adriana Prolo alla carriera, conferitole dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema.
Lina Wermuller è stata una regista, sceneggiatrice e scrittrice italiana. È stata la prima donna nella storia a essere candidata all’Oscar come migliore regista, per il film Pasqualino Settebellezze, nella cerimonia del 1977. Nel 2020 le è stato assegnato il Premio Oscar onorario. Per le registe è sempre stata un esempio, non solo perché è stata la prima regista ad avere avuto successo dal punto di vista commerciale, ma anche perché erano in poche a fare questo mestiere. «Non si può fare questo lavoro perché si è uomo o perché si è donna. Lo si fa perché si ha talento. Questa è l’unica cosa che conta per me e dovrebbe essere l’unico parametro con cui valutare a chi assegnare la regia di un film». In un’intervista, alla domanda se aveva avuto difficoltà in quanto donna dietro la macchina da presa ha risposto: «Me ne sono infischiata. Sono andata dritta per la mia strada, scegliendo sempre di fare quello che mi piaceva. Ho avuto un carattere forte, fin da piccola. Sono stata addirittura cacciata da undici scuole. Sul set comandavo io. Devi importi. Gridavo e picchiavo. Ne sa qualcosa Luciano De Crescenzo durante le riprese di Sabato, domenica e lunedì con Sophia Loren. Non faceva altro che gesticolare con l’indice di una mano e così per farlo smettere gli “azzannai” il dito».
Sport.
Giampiero Boniperti è stato un calciatore e un dirigente sportivo. Sia sul campo sia dietro la scrivania, è stata una della personalità più importanti nell’intera storia del calcio italiano. Capocannoniere della Serie A 1947-1948 oltreché elemento più rappresentativo del calcio nazionale nell’immediato post Superga, come giocatore ha successivamente fatto parte, assieme a John Charles e Omar Sívori, del cosiddetto Trio Magico, uno dei più prolifici reparti d’attacco ammirati nella massima serie italiana. Nel 2004 è stato inserito nella FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori all’epoca viventi, stilata in occasione del centenario della FIFA. Nel 2012 è entrato a far parte della Hall of Fame del calcio italiano tra i dirigenti. Oltre l’attività dirigenziale sul fronte calcistico, in parallelo operò con successo anche nel campo dell’atletica attraverso la gestione della Sisport, conferendo caratura internazionale a una polisportiva che, sotto il suo mandato, portò vari atleti all’oro olimpico.
Giampiero Galeazzi è stato un professionista nel canottaggio: vinse il campionato italiano nel singolo nel 1967 (che gli valse la medaglia di bronzo al valore atletico) e nel doppio con Giuliano Spingardi nel 1968. Nello stesso anno partecipò alle selezioni per le Olimpiadi del 1968 a Città del Messico. Non ancora abbandonata la carriera sportiva, fu assunto dalla RAI come giornalista sportivo, grazie a Evangelisti, dapprima in radio. Fu subito inviato alle Olimpiadi del 1972 a Monaco di Baviera; per un imprevisto a Mirko Petternella, bloccato nell’impianto di scherma, effettuò la sua prima radiocronaca nella sua disciplina, il canottaggio. Con l’arrivo di Emilio Rossi alla direzione del TG1, su consiglio di Tito Stagno, passò in televisione e oltre ad alcune conduzioni del telegiornale, le prime trasmissioni sportive furono alla Domenica Sportiva condotta da Paolo Frajese nel 1976 e come curatore di Mercoledì Sport. Fu subito assegnato alla telecronaca del tennis, alternandosi con Guido Oddo fino al suo ritiro nel 1984 e soprattutto del suo sport, il canottaggio, del quale ha seguito le principali competizioni, tra cui 6 edizioni dei Giochi Olimpici fino ad Atene nel 2004. Dal 2008 ai Giochi Olimpici di Pechino fu sostituito da Marco Lollobrigida. Negli anni ottanta fu inviato della Domenica Sportiva negli incontri clou del campionato di calcio di serie A. Nel 1986 svolse uno dei suoi pochi servizi giornalistici non sportivi: fu l’inviato RAI all’incontro fra Gorbačëv e Reagan a Reykjavík, dove si trovava per l’incontro di Coppa dei Campioni fra Valur e Juventus. Dal 1992 per 5 anni condusse rubriche Cambio di campo, Solo per i Finali e 90º minuto, nella quale in numerosi sketch mostrò una sua inedita vena comica. Da questa edizione fino al 1999 condusse 90º minuto nello studio di Domenica in. Nel 1996 Pippo Baudo lo volle al 46º Festival di Sanremo 1996. Nello stesso anno fu la voce di Mr. Swackhammer, antagonista principale del film Space Jam. Memorabili le sue telecronache in occasione delle medaglie d’oro nel canottaggio di Giuseppe e Carmine Abbagnale alle olimpiadi di Seoul 1988 e di Antonio Rossi e Beniamino Bonomi a Sydney 2000, caratterizzate da un debordante entusiasmo. Nell’estate 2009 commentò le partite della Confederations Cup con Jacopo Volpi e Zibi Boniek. Per la stagione 2009-2010 fu commentatore calcistico nella trasmissione 90º minuto assieme a Franco Lauro e in Replay con Zibi Boniek. In estate partecipò a Notti mondiali con Paola Ferrari, Maurizio Costanzo, in diretta da Piazza di Siena a Roma. Diventò poi opinionista di 90º minuto con Franco Lauro, Jacopo Volpi e Zibi Boniek, e di 90º minuto Champions. Nell’estate del 2012 fu ospite di Notti Europee con Andrea Fusco, Simona Rolandi, Jacopo Volpi, Adriano Bacconi e Serse Cosmi.
Altri.
MIchael Collins è stato un astronauta statunitense che prese parte ai programmi Gemini e Apollo; è noto per essere stato pilota del modulo di comando dell’Apollo 11. Collins, scelto nel 1963 come parte del terzo gruppo di astronauti della NASA che contava quattordici membri, volò nello spazio due volte. Il suo primo volo spaziale fu la missione Gemini 10, in cui lui e il comandante pilota John Young eseguirono un rendezvous spaziale tra due diversi veicoli e intrapresero due attività extraveicolari (EVA, note anche come “passeggiate spaziali”). Il suo secondo volo spaziale fu l’Apollo 11 in qualità di pilota del Modulo di Comando. Mentre Collins rimaneva in orbita intorno alla Luna, Neil Armstrong e Buzz Aldrin furono i primi a mettere piede sulla sua superficie. Collins è stato uno dei 24 astronauti che volarono intorno alla Luna, il diciassettesimo statunitense nello spazio, la quarta persona (e il terzo statunitense) a compiere una passeggiata spaziale e la prima persona ad averne eseguita più di una.
Raffaele Cutolo è stato un mafioso italiano, fondatore nonché capo della Nuova Camorra Organizzata. Aveva due fratelli, Pasquale e Rosetta Cutolo, i quali pure hanno intrapreso una carriera criminale; Rosetta ha condiviso le sorti di Raffaele e la sua attività è stata fondamentale per le sorti della NCO. Raffaele è stato soprannominato ‘O Professore dai suoi compagni di carcere, perché era l’unico tra di loro capace di leggere e scrivere.
Carla Fracci è stata una ballerina italiana. È considerata una delle più grandi ballerine del ventesimo secolo. Nel 1981 il New York Times la definì prima ballerina assoluta. La sua notorietà si lega alle interpretazioni di ruoli romantici e drammatici, quali Giselle, il suo “cavallo di battaglia”. La Sylphide, Romeo e Giulietta, Coppélia, Francesca da Rimini, Medea. Ha danzato con vari ballerini, tra i quali Rudolf Nureyev, Vladimir Vasiliev, Henning Kronstam, Mikhail Baryshnikov, Marinel Stefanescu, Alexander Godunov, Erik Bruhn, Gheorghe Iancu, Roberto Bolle. Da Giselle, danzata con Bruhn e l’American Ballet Theatre , venne tratto un film nel 1969. Ha interpretato Medea, Concerto barocco, Les demoiselles de la nuit, Il gabbiano, Pelléas et Mélisande, Il fiore di pietra. Nel 1982 fu la protagonista di una fiction televisiva: comparve infatti nello sceneggiato Rai, diretto da Renato Castellani, Verdi, dove interpretò il ruolo di Giuseppina Strepponi, soprano e seconda moglie del compositore. Alla fine degli anni ottanta diresse il corpo di ballo del Teatro di San Carlo di Napoli. Varie furono, negli anni successivi, le sue interpretazioni: Il pomeriggio di un fauno, Onegin, La vita di Maria, A.M.W. La bambola di Kokoschka, La primavera romana della signora Stone (quest’ultimo con la regia di Beppe Menegatti), per citare le principali. Dal 1996 al 1997 diresse il corpo di ballo dell’Arena di Verona. Dal 1994 fu membro dell’Accademia di Belle Arti di Brera, dal 1995 fu presidente dell’associazione ambientalista Altritalia Ambiente e nel 2004 venne nominata “Ambasciatrice di buona volontà” della FAO. Nel 1997 venne invitata come ospite alla serata finale del 40.mo Zecchino d’Oro. Dal novembre del 2000 al luglio del 2010 diresse il corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Ne seguì il repertorio tradizionale e quello firmato da Sergej Djagilev per i balletti russi (da La sagra della primavera, nella ricostruzione di Millicent Hodson, a Shéhérazade, L’uccello di fuoco e Petruška, nelle versioni di Andris Liepa). A quest’attività affiancò la riproposta di balletti perduti e nuove creazioni, sempre sotto la direzione di Beppe Menegatti. Nel 2008 collaborò con il gruppo Elio e le Storie Tese nell’album Studentessi recitando un intermezzo vocale al termine del brano Effetto memoria (Inverno) che introduce la traccia Heavy Samba. Dal giugno 2009 al 2014 è stata Assessore alla Cultura della Provincia di Firenze. Nel dicembre 2013 Arnoldo Mondadori Editore pubblicò la sua autobiografia Passo dopo passo, a cura di Enrico Rotelli È stata ambasciatrice di Expo 2015.
Gino Strada è stato un medico, attivista, filantropo e scrittore italiano, fondatore, assieme alla moglie Teresa Sarti (1946-2009), dell’ONG italiana Emergency. Negli anni ’80 si specializza in chirurgia cardiopolmonare, lavorando negli Stati Uniti, alle università di Stanford e Pittsburgh, all’Harefield Hospital (Regno Unito) e al Groote Schuur Hospital di Città del Capo (Sudafrica), l’ospedale del primo trapianto di cuore di Christiaan Barnard. Nel periodo 1989-1994 lavora con il Comitato internazionale della Croce Rossa in varie zone di conflitto: Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Angola, Somalia e Bosnia-Erzegovina. Proprio sulla base delle esperienze vissute in queste nazioni, ha narrato diverse storie (nel libro Pappagalli Verdi) sul suo operato nelle vesti di chirurgo di guerra. Grazie a questa esperienza sul campo, Strada e un gruppo di colleghi decidono di fondare Emergency, un’associazione umanitaria internazionale per la riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo che, dalla sua fondazione nel 1994 alla fine del 2013, ha fornito assistenza gratuita a oltre 6 milioni di pazienti in 16 paesi nel mondo.
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