Governo

Zona bianca da lunedì in Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna

Ora è ufficiale: tornano le zone bianche in Italia. Da lunedì Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna passano in zona bianca. Tutte le altre regioni e province autonome sono in area gialla. È quanto prevede una nuova ordinanza che andrà in vigore a partire dal 31 maggio e che il Ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della cabina di regia, firmerà in giornata.

Le prossime Regioni in zona bianca Ma ci sono almeno altre 10 Regioni che, stando alle previsioni, hanno dati da zona bianca e che dovranno essere mantenuti per 3 settimane consecutive per consentire il passaggio: ce li hanno sicuramente Abruzzo, Liguria, Umbria e Veneto, che sono alla seconda settimana e dal 7 giugno passeranno in bianco, e li hanno la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Lazio, il Piemonte, la Puglia e la provincia di Trento che però passeranno nella zona senza restrizioni dal 14 di giugno. Non ha ancora dati da bianca ma ha un’incidenza comunque bassa la Sicilia (53 casi ogni 100mila abitanti) anche se al momento è l’unica regione dove ci sono zone rosse: si tratta di 4 comuni in provincia di Palermo – Geraci Siculo, Lercara Friddi, San Cipirello e Vicari – che saranno in lockdown fino al 3 giugno.

«Siamo pronti alla zona bianca, abbiamo dimostrato di essere molto efficaci nella vaccinazione. Ma credo che dovremmo attrezzarci per il futuro, per questa emergenza, il riemergere di questo virus e soprattutto di altri virus». Lo ha detto a Sky TG24 Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, ospite di ‘Buongiornò. «Sarà un’estate senza mascherina all’aperto, ma al chiuso sarà bene tenerla. – ha aggiunto – Tutti i parametri della curva epidemica sono in discesa. In estate c’è maggiore attività all’aria aperta, c’è la radiazione ultravioletta. Ma dobbiamo essere attenti a seguire norme di vita in comune per evitare il contagio. Siamo sula buona strada – ha ribadito – e poi i vaccini ci stanno aiutando tantissimo e non dimentichiamo che stanno arrivando anche dei farmaci che ci permetteranno di intervenire insieme agli anticorpi monoclonali nelle primissime fasi dell’infezione». «Ricordiamoci – ha sottolineato – che l’emergere di virus pandemici che vengono dal mondo animale probabilmente sarà quello che noi affronteremo nei prossimi anni. Dovremo attrezzarci per diagnosticare in maniera più uniforme, avere dei criteri e una programmazione per quanto riguarda l’approccio e la diagnosi, il contenimento e le cure. Insistere nella medicina territoriale e i presidi territoriali, e soprattutto pensare ai trasporti e agli ambienti chiusi, perché questo è un virus respiratorio, e a modificare i sistemi di condizionamento con l’immissione e l’espulsione d’aria all’esterno, controllo dei filtri. Abituiamoci ad un mondo di pandemie, i virus vivono ovunque, soprattutto – ha ammonito – in quelle nicchie ecologiche che noi stiamo violando per motivi industriali, per polluzione e per deforestazione. Oltre al fatto che siamo 8 miliardi e non esiste più un sito, compreso l’Antartide, non abitato dalla specie umana».

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