Svolta storica in Virginia, dove ieri il Congresso statale ha approvato una legge che abolirà la pena di morte nel Paese. Sarà il 23esimo Stato Usa a vietare le esecuzioni e il primo Paese del Sud a farlo. Storicamente, la Virginia detiene il record per il numero di esecuzioni negli Stati Uniti. In quattro secoli nel Paese sono state condannate a morte circa 1.400 persone. E da quando la pena di morte è stata reintrodotta nel 1976, in Virginia sono avvenute 114 esecuzioni. Ma tra poco questo oscuro capitolo si chiuderà per sempre (o almeno si spera).
Per diventare effettiva, la legge dovrà essere firmata dal governatore democratico Ralph Northam, che ha già annunciato che intende farlo. A spingere verso l’abrogazione della pena capitale è stata la maggioranza democratica della Virginia, sostenendo innanzitutto che la pena di morte venga applicata in modo sproporzionato agli afroamericani, ai malati di mente e ai più poveri.
“È fondamentale che il nostro sistema di giustizia penale funzioni in modo equo e punisca le persone in modo equo. Sappiamo tutti che la pena di morte non lo fa. È iniquo, inefficace e disumano” hanno dichiarato il governatore Northam, la presidente della Camera Eileen Filler-Corn e il leader della maggioranza al Senato Dick Saslaw, subito dopo le votazioni.
Al momento nel braccio della morte in Virginia rimangono due uomini, condannati per omicidi. Ma grazie alla nuova legislazione le loro pene di morte saranno convertite in ergastolo senza condizionale.
In Virginia l’abolizione della pena capitale è soltanto l’ultimo di una lunga lista di cambiamenti radicali attuati dai Democratici negli ultimi tempi. L’anno scorso i legislatori hanno aumentato la soglia del salario minimo, approvato delle leggi più severe sull’uso di armi e a tutela dei diritti LGBT. E lo stop alla pena capitale, pratica disumana che viola il diritto alla vita, è certamente un enorme passo avanti per il Paese.
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