
Primo giorno di consultazioni del premier incaricato Mario Draghi che fino a sabato incontrerà le forze politiche presenti in Parlamento per provare a formare un governo di alto profilo.
Il primo nodo da sciogliere è se sarà un esecutivo tecnico, tecnico-politico o esclusivamente politico così come chiede il Movimento 5 Stelle. Saranno giorni di trattative intense e alla fine potrebbe prevalere una soluzione mediana, ovvero un nuovo esecutivo che rispetti sia le esigenze tecniche che politiche.
Concluso il primo giorno di consultazioni del premier incaricato Mario Draghi, che dopo l’incarico da parte di Sergio Mattarella proverà a formare un nuovo Governo di «alto profilo», secondo gli auspici del Capo dello Stato. Un governo certamente europeista, con l’obiettivo di vincere la pandemia, garantire la campagna dei vaccini, rilanciare il Paese e spendere nel modo migliore le risorse europee. Al Colle si registra un moderato ottimismo sulla possibilità di una soluzione della crisi e dopo i primi incontri Draghi ha incassato il sostegno da Giovanni Toti, leader di Cambiamo e dentro al centrodestra, oltre a quello di +Europa, Azione e Radicali Italiani. Consenso assoluto anche da parte di Bruno Tabacci del Centro democratico.
I fondi del Recovery che l’Ue darà all’Italia dovranno essere spesi ‘con saggezza e intelligenza’ perché questo favorirebbe il processo di integrazione politica europea, mentre se l’Italia ‘deluderà’ i partner, il risultato sarebbe un rallentamento di tale processo politico, oltre che uno scacco economico. È quanto avrebbe detto il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi ai gruppi parlamentari che ha finora incontrato, secondo quanto è stato riferito all’Ansa da diversi partecipanti agli incontri. Draghi, dopo una piccola introduzione, ha detto a tutti gli interlocutori di voler ‘innanzitutto ascoltarè. In tal senso, prende appunti con una una penna Bic messa a disposizione dalla Camera. Oltre alle riflessioni sul Recovery Draghi avrebbe espresso ai suoi interlocutori la convinzione che per affrontare la crisi economica occorra non solo dare ristori alle categorie colpite dagli effetti della pandemia, ma anche pensare a investimenti in settori che diano ‘opportunità di crescità e quindi anche di lavoro. Altro concetto ripetuto sarebbe quello che gli investimenti devono mettere al centro le giovani generazioni, per offrire loro nuove opportunità
I primi a essere ricevuti a Montecitorio sono stati i rappresentanti di Azione, +Europa, Radicali italiani del Gruppo Misto Camera e quelli di +Europa, Azione del Gruppo Misto Senato. Domani, dalle 11, è la volta delle Autonomie, di LeU, Iv, Fdi, Pd e Fi. Si chiude sabato dalle 11 con la Lega e M5S. Gli incontri hanno durata di mezzora o di un’ora a seconda del peso dei partiti. Abbiamo espresso il più ampio sostegno e convinto al tentativo che sta facendo il presidente Draghi». Lo ha detto Emma Bonino in rappresentanza delle componenti Azione, +Europa, Radicali dei gruppi misti di Camera e Senato. «Al termine di quella consideriamo la legislatura più degli ultimi anni forse più trasformista e incoerente, l’unico atteggiamento responsabile sia quello di non mettere condizioni alla costruzione del governo. Il nostro sostegno è pieno e incondizionato». Ha aggiunto Carlo Calenda, leader di Azione. «Pensiamo che questa consapevolezza debba essere di tutte le forze politiche», gli ultimi due governi «sono implosi per discordie interne» ed ora «l’ultima cosa che va fatta è legare le mani a questo tentativo, parlando di priorità politiche ma non mettendo condizioni soprattuto da parte di chi è stato in questi governi», sarebbe «assai ridicolo in questo momento».
«Siamo fiduciosi che avrà successo il tentativo di formare questo governo», ha detto Manfred Schullian, rappresentante delle Minoranze Linguistiche alla Camera, dopo l’incontro con il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi. «Abbiamo trovato un presidente molto attento ad ascoltare e informato sulle questioni territoriali che ci interessano da sempre», ha proseguito il deputato. «Condividiamo quanto ha esposto sul tema europeo e siamo contenti di aver trovato un interlocutore che la pensa come noi».
«Penso che il tentativo di Draghi andrà in porto e sono anche convinto che la sua saggezza lo porterà a considerare un mix intelligente e attento a radicare il governo e la maggioranza parlamentare, che mi auguro sia ampia. E poi degli innesti di natura tecnica. Credo che Draghi sia nella condizione di farlo e che le prossime ore dimostreranno che quello in corso non è un semplice tentativo ma la risposta responsabile che il presidente Mattarella ci ha chiesto di assumere». Lo ha detto il deputato di Centro democratico, Bruno Tabacci, alla sala della Regina a Montecitorio al termine del colloquio per la formazione del governo con il presidente incaricato, Mario Draghi .
Nomos Centro Studi Parlamentari, una delle principali realtà italiane nel settore delle Relazioni Istituzionali, del Public Affairs e del Lobbying, ha provato a fare un punto su quelle personalità che potrebbero esser chiamate a far parte del Governo Draghi.
Sono poche le posizione blindate secondo Nomos. Ma andiamo con ordine.
Ministero dell’Economia – Sono quattro i profili indicati: il ministro uscente Roberto Gualtieri (politico), Fabio Panetta (Economista), Carlo Cottarelli (Economista e docente) e Dario Scannapieco (Economista).
Ministero dei Trasporti– Vittorio Colao (tecnico).
Ministero dello Sviluppo Economico – Cinque i profili: sempre Vittorio Colao (dirigente d’azienda), Enrico Giovannini (Economista, statista e accademico), Franco Bernabè (Banchiere, dirigente e accademico), Marco Bentivogli (politico e sindacalista), Stefano Patuanelli (politico).
Ministero della Salute – Altri quattro i nomi in corso: la virologa Ilaria Capua, Elena Cattaneo (farmacologa, biologa), il ministro uscente Roberto Speranza (politico) e Antonella Polimeni (Accademica e medico).
Ministero dell’Ambiente – Sergio Costa (Politico e militare)
Ministero della Giustizia – Dicastero che ha generato più polemiche. Per il dopo Bonafede i nomi, sempre secondo Nomos, sono di Marta Cartabia (Costituzionalista e accademica), Raffaele Cantone (magistrato e accademico), Paola Severino (Avvocato, accademia e politica) e Andrea Orlando (politco).
Ministero della Difesa – Lorenzo Guerini (Politico).
Ministero del Lavoro – Tre i nomi: Enrico Giovannini (Economista, statistico e accademico), Teresa Bellanova (Sindacalista e politica), Tito Boeri (Economista e accademico).
Ministero degli Affari Europei – Sfida a due tra Enzo Moavero Milanesi (Funzionario e politico) e Carlo Cottarelli Economista e docente).
Ministero degli Esteri – Per il dopo Di Maio tre i nomi: Elisabetta Belloni (Diplomatico), Andrea Riccardi (Storico e attivista), Marta Dassù (Saggista e politica).
Ministero degli Affari Regionali – Oltre al ministro uscente Francesco Boccia (Politico e docente) c’è l’ipotesi Sabino Cassese (Costituzionalista e accademico).
Ministero dell’Interno – Luciana Lamorgese (Dirigente pubblico e prefetto).
Ministero della Pubblica Amministrazione – Roberto Cingolani (Fisico).
Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca – Il nome indicato è quello di Gaetano Manfredi (Ingegnere e accademico), ministro uscente dell’Università.
Ministero della Cultura – Dario Franceschini (Politico).
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