
Secondo giorno di consultazioni al Quirinale per tentare di risolvere la crisi di governo innescata dalle dimissioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Una situazione che, per ora, resta fossilizzata su posizioni che non fanno vedere all’orizzonte schiarite.
Primi ad essere ricevuti dal presidente Sergio Mattarella sono stati il gruppo delle Autonomie del Senato e i rappresentanti dei gruppi Misti di Camera e Senato. Nel pomeriggio sarà quindi il turno di Leu, per poi passare ai primi ‘big’ in campo e protagonisti dello scontro politico: al Colle salirà Matteo Renzi con Italia Viva, mentre a chiudere la giornata sarà il gruppo parlamentare del Partito Democratico.
AUTONOMIE E MISTO PER CONTE – Sullo stesso fronte, ovvero un Conte ter, anche i gruppi di Autonomie e Misto al Senato. “Abbiamo espresso al presidente della Repubblica la preferenza per il Conte Ter punto di equilibrio per tutti i partiti che formano questo governo e per dargli stabilità”, ha infatti sottolineato Julia Unterberger di Autonomie al termine del colloquio con il capo dello Stato.
Loredana De Petris, senatrice di Leu e presidente del gruppo Misto al Senato, ha fatto il nome di Conte al capo dello Stato e ha rivolto parole dure a Matteo Renzi durante il breve punto stampa. “Chiusure verso Renzi? Il nostro giudizio sul senatore Renzi fu molto duro per la grave irresponsabilità dimostrata nei confronti del Paese. Noi in questi giorni non ci siamo mai sottratti al confronto sui contenuti, ma il nostro giudizio sull’affidabilità di Italia Viva è abbastanza critico. Questo non vale per molti parlamentari IV con cui abbiamo lavorato in questi mesi. Dobbiamo costruire una maggioranza stabile per avere un confronto e non essere alla mercè di posizioni che talvolta non erano ben chiare e comprensibili”. Come ampiamente previsto Federico Fornaro, che ha guidato la delegazione di Leu al Quirinale per le consultazioni, ha riferito ai giornalisti di aver comunicato al presidente Mattarella “la nostra disponibilità a proseguire la esperienza di governo con il presidente Conte, fondata sull’alleanza tra M5S, Pd,e Leu come nel 2018 e che possa allargarsi a chi crede nei valori costituzionali ed in una Ue solidale”.
BONINO CHIEDE UNA MAGGIORANZA URSULA – Di segno opposto la dichiarazione di Emma Bonino, rappresentate del gruppo + Europa. “Non sosterremo un tentativo per riproporre l’attuale presidente del Consiglio, per rilancio non possiamo sostenere la semplice continuità dell’attuale premier”, ha detto la storica leader dei Radicali. “Siamo disponibili a discutere di contenuti con un nuovo eventuale presidente incaricato con un autorevole profilo europeista e riformatore con una maggioranza più ampia e pari a quella che nella Commissione Ue sostiene Ursula von Der Leyen”, ha aggiunto la Bonino aprendo quindi ad un governo di più ampia maggioranza.
EUROPEISTI: “CONTE UNICA SOLUZIONE” – “Il nostro gruppo non vuole sostituire nessuno, né fare una corsa ai conti. Abbiamo due punti fondamentali: crediamo nell’europeismo e vogliamo che si continui con questa linea politica, il secondo è che abbiamo come punto di riferimento il premier Conte. Per noi l’unica soluzione per poter continuare questa legislatura”, ha spiegato in conferenza Antonio Merlo, rappresentante del gruppo Europeisti-Maie-CentroDemocratico del Senato al termine delle Consultazioni con il capo dello Stato Mattarella.
APPELLO DI RENZI: “ORA SEGUIRE IL COLLE” – Sulla crisi, a poche ore dalla salita al Quirinale, è intervenuto anche Matteo Renzi. Affidandosi alla sua enews, a poche ore dall’incontro con il presidente Mattarella, il leader di Italia Viva ha sottolineato che “dopo settimane in cui si sono tentate improbabili soluzioni personali è finalmente venuto il tempo di seguire la Costituzione, di affidarsi al Capo dello Stato e di parlare con il linguaggio della verità davanti al Paese. La verità, non le veline. La politica, non il populismo”. La delegazione di Italia Viva è al Quirinale per le consultazioni con il capo dello Stato. Oltre a Matteo Renzi partecipano all’incontro col capo dello Stato Maria Elena Boschi, Teresa Bellanova e Davide Faraone.
Non esiste un’altra maggioranza possibile secondo il leader di Italia Viva e i fatti lo dimostrerebbero. Per questo, nonostante la “guerra del fango” degli ultimi 15 giorni, la soluzione alla crisi passa per il confronto con Iv, dice: Pd e M5S “devono capire se vogliono stare o no con noi”. E un eventuale mandato esplorativo a una figura istituzionale potrebbe servire proprio a prendere ancora tempo e a riaprire il dialogo.
Dopo Italia Via, tocca al Partito democratico andare a colloquio con Mattarella: la scena cambia, i volti sono tesi, le parole misurate e stringate. Nicola Zingaretti ribadisce il sostegno dei Dem al premier dimissionario. Una “soluzione rapida”, è quanto vuole il Nazareno per uscire dal “momento buio”, che pure il Pd “ha cercato di contrastare” in ogni modo. Pochi minuti di dichiarazione e poi la delegazione Dem scivola via dal salone del Quirinale senza rispondere alle domande dei cronisti.
Quali sono i nomi dei papabili presidenti di un nuovo governo? A circolare , sarebbero inanzitutto quattro nomi del M5s. Il primo è quello del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che però ha prontamente smentito. Poi ci sono l’attuale titolare dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e il presidente della Camera Roberto Fico. Due, questi ultimi, che a Pd e Italia Viva piacerebbero perché hanno un baricentro spostato sensibilmente più a sinistra. Nelle ultime ore c’è una new entry: si inizia a fare infatti anche il nome del capo politico reggente Vito Crimi. Quotazioni basse per lui, ma ha un profilo basso e va d’accordo con i dem.
In casa Pd in pole position troviamo il vicesegretario Andrea Orlando, uno dei big a non sedere nel governo Conte bis. Subito dietro il capodelegazione Dario Franceschini e l’attuale ministro della Difesa Lorenzo Guerini, appartenente alla corrente di Base Riformista. Il punto debole di quest’ultimo però sembra essere il gradimento di Renzi: al senatore di Rignano non piacerebbe molto.
Attenzione però, perché se ci si spinge fino a Bruxelles la lista si amplia. Il primo è l’ex premier e attuale commissario UE Paolo Gentiloni, che potrebbe lasciare l’incarico per fare il Presidente del Consiglio, invertendo i ruoli con Conte al quale andrebbe l’incarico ricoperto al momento dal primo.
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