Governo

Ultimo Cdm approva il decreto sull’autonomia del Coni.

Olimpiadi 2026, il Coni non sceglie. A rischio le candidate italiane.
Giovanni Malagò

Altro che bluff. All’ultimo istante utile, appena prima che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte salisse al Colle per le dimissioni, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto d’urgenza per evitare il rischio di una sospensione del Comitato Olimpico italiano da parte del Cio. Il Coni “riacquista” la sua indipendenza, almeno questo è l’intento del testo, due pagine scarse che restituiscono al presidente Malagò ciò che voleva. “Sono felice”, è stato il commento del presidente del Cio, Thomas Bach, informato dallo stesso Malagò. Che in serata ha commentato l’approvazione del decreto: “Non è tutto sistemato, ma lasciateci oggi un po’ di serenità. Di molto positivo c’è che ora è stato chiarito: il Coni è un ente pubblico assolutamente indipendente”. 

Il Coni – come ha rivelato Repubblica – riavrà 165 dipendenti, di cui 10 figure dirigenziali (che manterranno il trattamento economico in essere anche se superiore a quanto previsto per i dipendenti pubblici). E poi gli immobili: i centri di preparazione olimpica di Formia e di Tirrenia, la villetta del Foro Italico e il centro sportivo dell’Acqua Acetosa. Effetto del blitz in extremis di Spadafora, che ha modificato l’accordo politico inizialmente raggiunto su 150 dipendenti e soltanto i primi tre immobili della lista. Ma Malagò ha dovuto rinunciare alla creazione di una nuova Spa in capo al Coni, che avrebbe nei fatti raso al suolo la riforma del 2018. E a una larga fetta della pianta organica (chiedeva 240 persone).  

“Il Coni riacquista la sua autonomia e ogni rischio, per quanto minimo, di sanzioni da parte del Cio svanisce: siamo riusciti a portare a casa l’obiettivo di salvare l’immagine del Paese, nonostante il Governo dimissionario”, ha detto Simone Valente, deputato M5s, che con Giorgetti ha scritto la riforma del 2018, rimasta incompiuta dopo la caduta del governo giallo-verde. “Il Presidente Conte ha ascoltato le richieste e le preoccupazioni che, a più riprese, avevo segnalato nei mesi scorsi. Dopo tutte le polemiche che hanno investito anche Sport e Salute, il decreto approvato in Cdm conserva l’integrità di questo ente e lo conferma un asset strategico per lo Stato in materia di politiche sportive”. 

E proprio Sport e salute mostra soddisfazione per avere scongiurato il rischio di una duplicazione con una nuova Spa del Coni, che avrebbe fatto lievitare i costi pubblici, e per aver mantenuto la competenza sul territorio, gli asset del Foro Italico e dell’Olimpico, la gestione dei contributi alle federazioni e il registro delle società sportive su delega del dipartimento spor. E anche il presidente del Comitato italiano paralimpico Luca Pancalli esprime “Piena soddisfazione, in attesa di conoscere il testo del decreto”.  

“Tutto sistemato? No, ma lasciateci oggi qualche minuto di serenità. Poi da domani con la giusta dignità che la storia del Coni richiede, faremo tutti gli approfondimenti del caso, con la volontà di trovare tutte le soluzioni”. Così Malagò in conferenza stampa. Il n1. dello sport italiano ha ringraziato il governo: “All’ultimo secondo ha tenuto conto delle problematiche, convocando un Consiglio dei ministri per risolvere la questione dell’autonomia e mettere fine al calvario, a quella che ho definito una via crucis. Sono riconoscente con il consiglio dei ministri per essere arrivato a questa soluzione. E Pescante, Carraro e Petrucci hanno fatto un tifo da stadio”. Malagò ha poi rivelato che “negli ultimi due giorni mi hanno chiamato tutti gli atleti più  importanti. Mi chiedevano cosa fare. Erano pronti a venire a Roma davanti a Palazzo Chigi”. 

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