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Il marciapiede rainbow di Padova induce a non voler figli

Il marciapiede rainbow di Padova induce a non voler figli

A giugno, in occasione del Pride Month, l’amministrazione comunale di Padova ha deciso di mostrare la sua posizione riguardo i diritti civili, e lo ha fatto colorando una parte del marciapiede di Corso del Popolo. Un marciapiede rainbow. Una distesa di colori a ricordare la bandiera arcobaleno, amato e odiata da molti, in uno dei passaggi chiave che collega la stazione dei treni e degli autobus al centro della città.

Esatto, una bandiera amata e odiata. Amata da chi non batte ciglio a vedere riconosciuti dei diritti, a chi non va in escandescenza nel vedere due ragazzi che si baciano. Odiata dai soliti bigotti e omofobi. Da quelli che, poco dopo, hanno disegnato una svastica, subito rimossa. Da quelli che pregano nella pioggia, per spazzare via quei colori (come se una pioggia bastasse a togliere la vernice).

È quello che chiede una signora, come riporta Il Foglio, in un articolo intitolato “Una pioggia per cancellare l’arcobaleno Lgbt”.

L’autore dell’articolo racconta di una ragazza, che qualche giorno fa ha espresso la convinzione di non voler mettere al mondo una nuova vita. O meglio, testuali parole: “Dopo averlo calpestato ha sentito calpestata la sua natura femminile e ha deciso di non avere figli“, come se una donna dovesse per natura (e per forza) avere un bambino.

Questa decisione sarebbe stata data proprio da quel tratto di marciapiede rainbow. Una “potenza anticoncezionale dell’omosessualismo“, spiega ancora l’articolo. Il marciapiede rainbow “più efficace di mille spirali, diecimila preservativi, centomila pillole“.

Non l’insicurezza di poter effettivamente mantenere un figlio? Non la paura di non avere un lavoro e ritrovarsi in mezzo alla strada? Non perché non ci si sente ancora pronti? No. La colpa, è dei colori di un marciapiede.

L’autore dell’articolo, poi, prega sempre per una pioggia di zolfo, “quella di Genesi 19,24, ma in subordine prego per la pioggia normale, la pioggia d’acqua, affinché dilavi la tinteggiatura arcobaleno del ponte del Corso del Popolo, a Padova“.

Insomma, una pioggia come quella che ha distrutto Sodoma, e che distruggerebbe Padova, una città che ha voluto dimostrare quanto tiene alla comunità LGBT locale, ottimamente organizzata e attiva nel territorio.

Tutto questo, infine arriva a pochi giorni da una violenta aggressione omofoba nei confronti di due ragazzi omosessuali, che ha mandato all’ospedale un amico della coppia, che era intervenuto per difenderli, per una ferita alla testa causata da un bicchiere.

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