
Il Decreto Semplificazioni viene approvato in Consiglio dei Ministri. Cinquanta grandi opere prioritarie, ferroviarie e stradali, potranno essere commissariate con appositi dpcm. Si va dai porti alle direttrici ferroviarie fino agli aeroporti, alle città metropolitane e alle strade e autostrade. Tra le opere commissariate da costruire o ultimare ci sono 12 opere idriche (dighe o acquedotti) di nuova realizzazione o di messa in sicurezza, 15 opere ferroviarie (Codogno-Cremona-Mantova, Palermo-Milo-Trapani, Palermo-Catania-Messina, Roma-Pescara, Cintura Nord di Roma, Fortezza-Verona, Venezia-Trieste, nodo ferroviario di Genova, Genova-Ventimiglia, Pontremolese, Salerno-Reggio Calabria, Napoli-Bari, Taranto-Potenza-Salerno, Pescara-Bari, Ferrandina-Matera) e 9 infrastrutture stradali (A24-A25, Ragusana, tratta Monte Romano-Civitavecchia della SS 675, tratta Tarquinia-San Pietro in Palazzi della A12, autostrada Roma-Latina, potenziamento della SS 4 Salaria, SS 106, E78, ricostruzione del ponte autostradale di Albiano Magra). Viene modificato il reato di abuso d’ufficio.
Il decreto Semplificazioni sta invece per approdare, dopo una lunga trattativa che ha coinvolto le forze di maggioranza e ha visto il capo dell’esecutivo cercare una mediazione, sul tavolo del Consiglio dei ministri. La riunione inizierà in serata. Su quel tavolo è atteso anche il Piano nazionale delle riforme. Per quanto riguarda il provvedimento sulle semplificazioni, il braccio di ferro è stato tra M5s e Iv, favorevoli al “modello Genova”, e una parte del Pd e Leu che hanno frenato sull’ipotesi di un allentamento delle regole previste dal Codice degli appalti. Si sta ancora lavorando in queste ore per chiudere l’intesa sul testo finale. Lo affermano diverse fonti parlamentari di maggioranza secondo le quali si sta ancora discutendo sugli appalti e i commissari per le opere, sulle norme che riguardano l’edilizia e sulla valutazione d’impatto ambientale. Fonti qualificate di governo spiegano che comunque si tratta di «limature al testo» in vista del Cdm, già convocato. La maggioranza è chiamata a trovare un’intesa su deroghe alle gare per una certa tipologia di appalti, nuove regole sull’abuso di ufficio, fino alla condivisione delle banche dati. «Non è possibile esitare, questo è il momento del coraggio», ha sottolineato il premier.
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