Economia

Governo Conte II: nono mese (pagelle)

Alfonso Bonafede e Teresa Bellanova

Teresa Bellanova (6 1/2), ministro dell’Agricoltura

  • “La piena attuazione del Piano di contrasto al caporalato è indispensabileLa regolarizzazione dal mio punto di vista andrebbe proprio a completare il pacchetto di azioni che sono urgenti“. La ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova ha scritto alla collega del Lavoro Nunzia Catalfo, per porre al centro dell’attenzione le “questioni aperte sul fronte del lavoro agricolo”, l’aggravarsi dei “problemi relativi al reperimento di manodopera stagionale, confermati da tutti gli interventi delle organizzazioni agricole e dal rialzo dei prezzi di alcuni prodotti”, il rischio di carenze nell’approvvigionamento di cibo se non sarà garantita la stagione dei raccolti e dei correlati aumenti di prezzo per i consumatori, già rilevati nei giorni scorsi dall’Istat. “Per questo assicuro il massimo impegno del mio Ministero nella prosecuzione dei lavori – scrive Bellanova – a partire dal piano dei fabbisogni e dal calendario delle colture sul quale il lavoro è stato già avviato. Allo stesso tempo credo sia utile verificare in tempi rapidi tutte le questioni aperte e anche la disponibilità di soluzioni alloggiative per i lavoratori stagionali che rientrano nei diversi progetti approvati con i fondi europei e nazionali. Collaboriamo – invita la ministra Bellanova – per pianificare al meglio le esigenze e intervenire anche con i trasporti come stabilito insieme alla ministra De Micheli”.
  • A parlare chiaro parla chiaro: “Siamo alle solite. I populisti saltano addosso ai problemi e li cavalcano irresponsabilmente senza offrire soluzioni. I riformisti i problemi li affrontano e provano a metterci mano, con soluzioni realistiche e praticabili. La differenza tra noi e loro sta tutta qui”. Lo scrive Teresa Bellanova su Fb a proposito della regolarizzazioni. “In molti, anche in queste ore, stanno ribadendo che la soluzione al problema della mancanza di manodopera in agricola sta nel far arrivare lavoratori stagionali dai Paesi dell’Est. Vorrei essere chiara: nessuno impedisce a questi lavoratori di venire in Italia. Siamo stati i primi in Europa a porre il problema dei corridoi verdi anche per le persone. Questi corridoi da molte settimane ci sono: i lavoratori possono quindi spostarsi ma solo in teoria, perché tutto deve avvenire rispettando le norme anti-contagio vigenti nel loro paese ed in quello di arrivo” compresa la quarantena all’arrivo.”Farli arrivare in Italia e assicurarci che non rappresentino un pericolo sanitario per sé stessi e per gli altri non è questione da poco. Chi se ne fa carico?”.
  • La ministra Bellanova si commuove in diretta durante la conferenza stampa del governo per presentare il dl rilancio da 55 miliardi. “Voglio sottolineare un punto per me fondamentale, l’emersione dei rapporti di lavoro. Da oggi gli invisibili saranno meno invisibili”. Lo dice la ministra per le Politiche Agricole Teresa Bellanova in conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Da oggi possiamo dire che lo Stato è più forte del caporalato”, aggiunge. “Il settore agroalimentare ha una dotazione specifica: abbiamo destinato 1 miliardo e 150 milioni di euro per sostenere la filiera agricola. Gli interventi saranno finalizzati ai settori che hanno più sofferto, il florovivaismo, gli agriturismi, la filiera del vino”, ha aggiunto la ministra.

Giuseppe Conte (6 ), presindente del Consiglio dei ministri.

  • Dalle opposizioni arriva la proposta di allargare a tutta l’Italia la cosiddetta ‘zona rossa, ovvero estendere all’intero territorio nazionale le misure maggiormente restrittive che ora riguardano la regione Lombardia e 14 province del nord. A chiedere un’ulteriore ‘stretta’ è Matteo Salvini, che ha già contattato il premier Giuseppe Conte per un incontro. Lo chiede anche Forza Italia. Una ipotesi che non viene respinta a priori dalle forze di maggioranza, disponibili a confrontarsi nel merito delle possibili ulteriori misure da adottare. Anzi, il leader di Iv Matteo Renzi si dice convinto che nei prossimi giorni serviranno “misure più dure”, a partire dal “considerare tutta Italia come zona rossa”. A partire da martedì 10 marzo gli spostamenti delle persone in tutta Italia subiranno severe restrizioni per provare a contenere il coronavirus (SARS-CoV-2): lo ha annunciato lunedì sera il presidente del Consiglio Giuseppe Conte estendendo a tutto il paese le misure che erano già in vigore da domenica in ampie aree del Nord Italia. Le regole che da martedì varranno per tutta Italia sono tante, e avranno grandi conseguenze sulla vita di ogni giorno di milioni di persone: le scuole e le università saranno chiuse fino al 3 aprile, la Serie A di calcio e gli altri campionati saranno sospesi e bar e ristoranti saranno chiusi dopo le 18. Multe salate, da 400 a 3000 euro, per chi viola le regole anti contagio. E la possibilità per singole Regioni di adottare misure più dure di quelle nazionali se il contagio si acuisce, ma in coordinamento con il governo. Non solo. Viene punito col carcere da uno a cinque anni chi è in quarantena perché positivo al Coronavirus ed esce intenzionalmente di casa violando il divieto assoluto di lasciare la propria abitazione. Lo prevede, a quanto comunica Palazzo Chigi all’esito del Cdm, il nuovo decreto che inasprisce le sanzioni per le misure anti Coronavirus. Si incorre in un reato contro la salute pubblica, provocando il diffondersi dell’epidemia.
  • Ancora una volta l’annuncio dell’ulteriore svolta, nelle misure contro il coronavirus, arriva di notte. Non più fonda, ma comunque ben dopo le 23, dopo vari rinvii. E, per la seconda volta di seguito, il premier Giuseppe Conte parla su FacebookUna scelta criticata da molti, sui social (tanti lo invitano a utilizzare la sala stampa di Palazzo Chigi). E anche nel mondo politico. In serata una nota di Palazzo Chigi specifica che la scelta di usare un social network è “una modalità consueta, scelta per raggiungere un ampio numero di destinatari”. A stoppare le critiche delle opposizioni è Dario Franceschini, ministro della Cultura e capo della delegazione dem al governo: “Dall’inizio dell’emergenza ho fatto il mio dovere in silenzio ma ora voglio dire pubblicamente che il presidente Conte va ringraziato per il suo lavoro senza sosta, con sulle spalle una responsabilità che nessun predecessore ha mai dovuto portare”. E, rivolto agli avversari politici, aggiunge: “Siamo nella stessa squadra, ora no alle polemiche”.
  • La Banca Centrale Europea scende in campo con un’operazione di rilevantissime dimensioni per contrastare l’emergenza coronavirus sui mercati con l’acquisto di titoli pubblici e privati. La Bce ha infatti annunciato in nottata un programma di acquisto di emergenza pandemica (PEPP) da 750 miliardi di euro. Il consiglio direttivo dell’istituto ha deciso quanto segue: 1) Avvio di un nuovo programma di acquisto di attività temporanee di titoli del settore pubblico e privato per contrastare i gravi rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria e le prospettive per l’area dell’euro rappresentate dall’epidemia e dalla crescente diffusione del coronavirus, COVID-19. Questo nuovo programma di acquisto di emergenza pandemica (PEPP) – annuncia la Bce in una nota – avrà una dotazione complessiva di 750 miliardi di euro. Gli acquisti saranno condotti fino alla fine del 2020 e includeranno tutte le categorie di attività ammissibili nell’ambito del programma di acquisto di attività (APP) esistente. Giuseppe Conte e altri otto leader europei hanno scritto una lettera al Consiglio Europeo, cioè l’organo che comprende i capi di stato e di governo dell’UE, per chiedere l’emissione dei cosiddetti “eurobond”, cioè titoli di stato emessi dall’Unione Europea. Quella degli eurobond è una proposta vecchia di diversi anni, che ciclicamente emerge nel dibattito politico europeo: negli ultimi giorni era stata ripresa come possibile soluzione per la recessione dovuta al coronavirus da molti economisti – decine dei quali avevano sottoscritto un appello pubblicato sul Financial Times – ma è la prima volta che viene proposta ufficialmente da alcuni leader europei. Oltre a Conte, la lettera è stata firmata fra gli altri dal presidente francese Emmanuel Macron, dal primo ministro spagnolo Pedro Sánchez e da quello portoghese Antonio Costa. Gli altri paesi sono Slovenia, Grecia, Irlanda, Belgio, Lussemburgo. Nel testo si legge che l’Unione Europea dovrebbe «lavorare su uno strumento di debito comune emesso da una Istituzione dell’UE per raccogliere risorse sul mercato sulle stesse basi e a beneficio di tutti gli Stati Membri», per «finanziare, in tutti gli Stati Membri, i necessari investimenti nei sistemi sanitari e le politiche temporanee volte a proteggere le nostre economie e il nostro modello sociale». L’ultima dimostrazione del nervosismo che aleggia tra i Paesi membri arriva dall’attacco sferrato dal primo ministro portoghese, Antonio Costa, all’indirizzo di Wopke Hoekstra, ministro delle Finanze dei Paesi Bassi. Il tema dello scontro è prettamente economico. Non c’è infatti ancora un accordo sulle misure da attuare per aiutare i vari governi a fronteggiare l’emergenza provocata dal nuovo coronavirus. Due sono gli schieramenti: da una parte i Paesi nordici, tra cui i Paesi Bassi, e la Germania; dall’altra il fronte mediterraneo, a cui si aggiunge la Francia di Emmanuel Macron.
  • L’ex Ad Vodafone Vittorio Colao, oggi in forza al fondo statunitense General Atlantic, capitanerà il comitato di esperti in seno a palazzo Chigi. Il menager italiano, di origini bresciane ma di fama internazionale, è dunque l’uomo scelto dal premier Giuseppe Conte per vigilare, in qualità di commissario straordinario, il team di esperti (psicologi, economisti, esperti del lavoro e sociologi) nella fase di ricostruzione. L’indicazione dell’ex numero uno del gruppo telefonico inglese sarebbe nata dopo una serie di contatti avviati la scorsa settimana . “Non è deciso, ma è molto probabile che alla fine sia indicato Colao“, aveva riferito una fonte di Governo all’Adnkronos nelle prime ore di questo pomeriggio. Poi, la conferma ufficiale nella conferenza stampa da Palazzo Chigi delle 19.30. “Sarà Vittorio Colao – ha annunciato il premier Conte – a guidare la squadra di esperti che affiancherà l’esecutivo fuori dalla crisi economica“.
  • Il Presidente del Consiglio interviene in diretta TV sul far della sera e sceglie una tonalità inconsueta: quella del comizio politico. Lo fa scientemente, insistentemente e (anche) fisicamente. È quel dito sollevato e puntato verso la telecamera a rendere plastico il mutamento genetico impersonato da Giuseppe Conte, un dito puntato per dare fisicità alla frase decisiva di tutto l’intervento: “Questo governo non lavora con il favore delle tenebre, questo governo guarda in faccia gli italiani e parla con chiarezza. E se ha qualche proposta da portare la porta guardando negli occhi tutti gli italiani”. Basta con il mediatore tra i partiti della maggioranza, basta con il fine giurista che studia i dossier, basta con il post-democristiano elegante e misurato che cerca di smussare gli spigoli.
  • Fase 3. “A distanza di circa un mese dal 4 maggio i numeri, possiamo dirlo con relativa prudenza ma con chiarezza, sono incoraggianti. Ora possiamo ripartire”. A dirlo, poco dopo le 18, durante la conferenza stampa nel cortile di Palazzo Chigi, è il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Che parla degli aspetti sanitari, ma anche e soprattutto della fase di ricostruzione che il Paese ha davanti. Annuncia gli stati generali dell’Economia a partire da lunedì. Lanciando una frecciata a Confindustria: “Da Bonomi parole infelici – dice – Confindustria non si limiti a chiedere meno tasse” (ndr, Bonomi a Repubblica aveva detto che la politica può fare più danni del virus).  “Le imprese – ha aggiunto – pensino all’esempio di Adriano Olivetti”. Poi il premier ha aperto al dialogo con le opposizioni: “Sulle somme per l’Italia dalla Ue ovviamente ci sarà confronto con le opposizioni. È un piano di lungo periodo, è giusto che si faccia con le opposizioni”. Mentre sul caso Autostrade dice: “C’è una procedura di revoca. Ci sono tutte le condizioni per procedere. Le prospettive di transazione in atto non sono compatibili con l’interesse del Paese”. E assicura: “Questo governo non ha una cultura collettivista, si è parlato anche di sovietizzazione ma questo governo ha il culto del principio costituzionale della libertà di impresa”.

Dario Franceschini (6), ministro dei Beni Culturali e Turismo

  • In attesa delle regole «ufficiali» il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, anticipa la filosofia dell’estate ai tempi del virus. Che vacanze faremo e in che modo, con quali tempi e con quanti soldi il governo aiuterà il mondo del turismo, il settore più duramente colpito dall’emergenza.

Luciana Lamorgese (6), ministro degli Interni. 

  • “Dobbiamo erogare subito i fondi agli italiani ed evitare che il rischio che il senso di responsabilità dimostrato finora di trasformi in rabbia”. A dirlo è il minitro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che intervistata da Fabio Fazio durante la trasmissione di Rai2, Che tempo che fa, ha precisato: “Dobbiamo essere rapidi nell’erogazione dei contributi e della cassa integrazione. I cittadini devono poter comprare generi di prima necessità”.

Lorenzo Guerini (6), ministro della Difesa.

  • “La nostra bandiera è simbolo di unità: da oggi le Frecce Tricolori la disegneranno ogni giorno nel cielo italiano, sorvolando tutte le regioni. Sarà un grande abbraccio agli italiani che si chiuderà a Roma il 2 giugno per la Festa della Repubblica”, ha scritto su Twitter il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini.

Paola De Micheli (6), ministro delle Infratrutture e dei Trasporti.

  • Questa mattina è stata posizionata l’ultima sezione, la diciannovesima, del piano stradale (il cosiddetto “impalcato”) del nuovo ponte di Genova sul fiume Polcevera. È quindi completata la struttura d’acciaio del viadotto, che collega la parte est con quella ovest del ponte. Nei prossimi mesi si procederà al completamento del manto stradale e alla delicata fase dei collaudi. Il ponte, secondo quanto confermato dal sindaco di Genova Marco Bucci, dovrebbe essere completato definitivamente il prossimo luglio, quindi a quasi due anni dal crollo del ponte Morandi dell’agosto del 2018 in cui morirono 43 persone.

Roberto Gualtieri (6), ministro dell’Economia.

  • L’introduzione di Recovery Bond garantiti dal bilancio Ue, l’esortazione agli Stati membri all’uso del Mes, no ai coronabond. Sono i punti salienti della risoluzione adottata dal Parlamento europeo sull’azione coordinata dell’Ue per lottare contro la pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze. Il testo è passato con 395 sì, 171 contrari e 128 astenuti. Luce verde del Parlamento europeo alla piena flessibilità nell’uso dei fondi strutturali per affrontare l’emergenza coronavirus. La plenaria ha approvato con procedura d’urgenza e a larghissima maggioranza (689 sì, 6 contrari e 1 astensione) la cosiddetta ‘Iniziativa d’investimento in risposta al coronavirus plus’ (Crii Plus) proposta dalla Commissione Ue. L’obiettivo è garantire una flessibilità totale nell’uso delle risorse legate alla politica di coesione e dare un taglio netto alla burocrazia nell’anno contabile 2020-21. Ai Paesi sarà così permesso di trasferire risorse fra fondi diversi, regioni e settori, e potrà anche essere sospeso l’obbligo di co-finanziamento nazionale. Una volta ottenuto l’ultimo via libera da parte del Consiglio Ue, le misure potranno essere pubblicate in Gazzetta ufficiale ed entrare in vigore. Mes, Sure e Bei operativi da giugno e ok al principio del Recovery Fund ‘urgente’, come aveva auspicato l’Italia, anche se con tutti i dettagli ancora da definire. Sono questi i risultati principali del Consiglio europeo di ieri, dedicato alla crisi economica più profonda dal dopoguerra. Un vertice che, nonostante le divisioni, prova a trovare un’unità d’intenti. E ci riesce, almeno in parte, accogliendo l’idea di creare uno strumento nuovo come appunto il fondo per la ripresa.
  • Con 229 voti favorevoli, 123 contrari e una astensione, è stato approvato definitivamente dalla camera il decreto Cura Italia, che quindi è convertito in legge. Si tratta del primo decreto sul coronavirus con misure di sostegno a famiglie e imprese, che giunge alla fine dell’iter parlamentare. Tutti i gruppi di maggioranza hanno votato sì, i voti contrari sono delle opposizioni. Alcune modifiche sono state introdotte nel passaggio in senato, concluso ieri con la fiducia, mentre alla Camera i deputati non hanno potuto toccare palla tra le proteste dell’opposizione ma anche i malumori nella maggioranza. Il decreto aveva visto la luce a palazzo Chigi dopo il primo e unico confronto di merito sulle ricette anti Coronavirus fra il premier Giuseppe Conte e i leader del centrodestra frutto di moral suasion del Quirinale. Ma in parlamento è andato avanti ed è stato approvato a colpi di fiducia. D’altronde, come aveva messo in chiaro subito il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, durante la sua audizione sul provvedimento all’avvio dell’iter parlamentare, i saldi del decreto erano praticamente blindati e già si guardava al decreto aprile su cui si prometteva un dialogo con l’opposizione che in parlamento non è mai veramente decollato. La situazione del paese si stava rapidamente evolvendo e la prima richiesta di scostamento dagli obiettivi di deficit era stata corretta in corsa dall’esecutivo ed estesa fino a 20 miliardi in termini di indebitamento netto (pari a circa 1,2 punti percentuali di Pil) per un provvedimento che vale 25 miliardi per l’anno 2020, varato il 17 marzo dopo che era scattato il lockdown. Il decreto agisce lungo quattro linee principali di intervento: misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese.
  • C’è l’accordo sul Mes. L’Eurogruppo ha trovato un’intesa definitiva sul Salva-Stati.  Si tratta di uno degli strumenti più attesi (e discussi) che dovrebbe aiutare gli Stati membri ad affrontare la crisi dovuta all’epidemia di Coronavirus. La riunione dei ministri finanziari Ue – durata circa due ore – si è conclusa prima delle 18. Il ministro francese, Bruno Le Maire, annuncia su Twitter che la linea di credito sarà da 240 miliardi di euro. “Il Mes sarà operativa dal primo giugno”, scrive Le Maire smentendo le notizie che davano il fondo accessibile da metà maggio. E mentre il Pd sottolinea le “condizioni favorevoli”, chiedendo l’utilizzo del fondo, Conte e Di Maio frenano, invocando il Recovery Fund.  Il prossimo incontro dell’Eurogruppo dovrebbe tenersi venerdì prossimo, 15 maggio, seguita da un Ecofin il 19 maggio.
  • Next generation Eu. Tra le proposte presentate dalla Commissione europea e le misure già operative la potenza di fuoco della strategia anticrisi messa in campo dall’Ue supera i 3.000 miliardi di euro. Una cifra che comprende i 1.100 miliardi previsti per il prossimo bilancio pluriennale 2021-2027, il cosiddetto Qfp. Ma anche gli importi legati alla linea di credito sanitaria del Mes (240 miliardi), ai finanziamenti per le Pmi della Bei (200 miliardi), allo strumento di sostegno per la Cig (100 miliardi) e al programma Pepp della Bce (750 miliardi), tutte misure già operative. Ma ora la Commissione ha ufficializzato la sua proposta anche per il Recovery Fund, ribattezzato ‘Next Generation Eu‘ e dotato di 750 miliardi divisi tra prestiti (250) e sovvenzioni (500).

Roberto Speranza (6), ministro della Salute.

  • Pandemia. La parola che circolava da giorni adesso si può pronunciare «apertis verbis». Il direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel briefing da Ginevra, ha scandito: «Abbiamo valutato che Covid-19 può essere caratterizzato come una situazione pandemica». Che si caratterizza con «aumentata e prolungata trasmissione del virus nella popolazione generale», in cui si ritiene «virtualmente inevitabile la comparsa di casi in tutto il mondo». L’Oms aveva dichiarato una pandemia l’ultima volta nel 2009, quando l’influenza H1N1 (la cosiddetta «suina») colpì centinaia di migliaia di persone, con un numero molto importante di vittime. Questa però è una situazione del tutto nuova: si tratta della prima pandemia causata da un coronavirus.
  • Nicola Zingaretti è positivo al test del coronavirus. “I medici mi hanno detto che sono positivo al Covid-19. Sto bene ma dovrò rimanere a casa per i prossimi giorni. Da qui continuerò a seguire il lavoro che c’è da fare. Coraggio a tutti e a presto!”, ha detto il segretario del Pd in un video pubblicato su Facebook. “È arrivato: anche io ho il coronavirus”, ha detto Zingaretti. “Ovviamente mi attengo e sarò seguito secondo tutti i protocolli previsti per tutti in questo momento”, ha spiegato il leader dem. “Sto bene e quindi è stato scelto l’isolamento domiciliare”. I viceministri Anna Ascani e Pierpaolo Sileri sono risultati positivi al coronavirus. “Come sapete da sabato pomeriggio sono in isolamento domiciliare. Purtroppo, qualche ora fa, si sono manifestati i primi sintomi riconducibili al #CoronaVirus. Per questo motivo ho effettuato il tampone che è risultato positivo” ha scritto Ascani in un post su Facebook. Sileri guarito. “Il virus è passato, ora sono negativo. Ho perso olfatto e gusto (Un sintomo che compare verso la fine dell’infezione quando il paziente sta guarendo, ndr), ma spero che torneranno. Mi sono preoccupato più per la mia famiglia e per la loro sicurezza. Ho temuto di lasciare solo mio figlio. Potrei tornare al lavoro, aspetto il nulla osta della ASL”, ha dichiarato il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, colpito dal coronavirus lo scorso 13 marzo. Zingaretti guarito. “Dopo 23 giorni di isolamento sono risultato negativo a due tamponi consecutivi”. Lo annuncia su Facebook il segretario del Pd e Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. “Ho passato delle brutte giornate – racconta Zingaretti – ma sono guarito, ce l’ho fatta. Prima di tutto grazie a tutti gli operatori della sanità, a chi mi è stato vicino in questi giorni a cominciare dalla mia famiglia. Il mio primo pensiero va ai deceduti, a coloro che non ce l’hanno fatta e alle loro famiglie che stanno soffrendo in questo momento drammatico e ovviamente a tutti coloro che sono in cura”.
  • «Sì, ho avuto paura. Specie la notte, quando senti ancora di più il peso dell’isolamento. Dormivo con il saturimetro al dito: era la mia coperta di Linus, che mi dava sicurezza sul livello di ossigeno nel sangue». È la confessione di Anna Ascaniviceministro dell’Istruzione, che, racconta la sua battaglia e relativa guarigione dal contagio da Covid – 19. «È stata una battaglia durissima», sottolinea Ascani che oggi torna al ministero. E sulla quarantena dice: «È stata la mia fortuna: ho evitato di contagiare altre persone» mentre sul contagio ricorda: «Il 14 marzo, stavo male da due giorni e il tampone ha confermato il contagio.
  • Nella notte tra 7 e 8 marzo 2020 il presidente del Consiglio ha emanato un nuovo decreto, che sostituisce i DPCM del 1 e del 4 marzo, con misure restrittive che si applicano alla Lombardia e a 14 province del Centro-Nord (Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia) per un totale di 16 milioni di persone, ed altre che interessano tutta Italia. Con questo decreto vengono abolite le cosiddette “zone rosse” stabilite all’inizio dell’epidemia. Nella giornata di ieri c’erano state diverse polemiche sulla diffusione della bozza del decreto del presidente del Consiglio dei ministri sulle nuove misure più stringenti da prendere per arginare il contagio da coronavirus. La bozza ha iniziato a circolare già poco prima delle 20.30 di sabato sera, venendo ripresa dai principali siti d’informazione. Intorno all’1.15, la Cnn aveva rilanciato la notizia della bozza non definitiva, attribuendo il documento all’ufficio stampa della Regione Lombardia, tra le prime a criticare fortemente la circolazione di materiale confusionario e – come era stato definito subito – «pasticciato».
  • Misure ad ampio spettro a sostegno di chi è stato travolto dall’emergenza Coronavirus. Il “Decreto Cura Italia”, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 17 marzo e da mercoledì 18 in vigore vuole essere un’iniezione di sostegno all’economia da circa 25 miliardi; finanziamenti mobilitati per 350 miliardi. Tra le misure per le famiglie che rientrano nel pacchetto: l’Rc auto valida un mese dopo la scadenza, i congedi speciali pari al 50% della retribuzione o voucher babysitter per i lavoratori, dipendenti o autonomi, con figli piccoli a casa da scuola per l’emergenza coronavirus; il rinvio del pagamento dei contributi Inps per il lavoro domestico. L’ordinanza «immediatamente operativa» del capo della Protezione Civile,  Angelo Borrelli, che stabilisce i criteri per l’aiuto ai cittadini in difficoltà  «è alla bollinatura della Ragioneria». Nella bozza che sta circolando si prevede che i 400 milioni euro annunciati dal premier Conte  saranno divisi tra gli ottomila comuni italiani secondo due criteri. Una quota, pari al 80 per cento del totale (320 milioni di euro), sarà girata in proporzione alla popolazione residente di ciascun comune; Il restante 20 per cento (80 milioni) è ripartito «in base alla distanza tra il valore del reddito pro capite di ciascun comune e il valore medio nazionale, ponderata per la rispettiva popolazione». In sostanza si darà di più ai comuni dove la povertà è maggiore. Inoltre nessun comune, per quanto piccolo, avrà meno di 600 euro. Questa misura è comunque temporanea e serve a tamponare un’emergenza alimentare in alcune fasce di popolazione più svantaggiata, finché non saranno operativi gli aiuti economici previsti dal decreto “Cura Italia”.
  • Sono sospese – secondo quanto riferito dal presidente del Consiglio – le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità. Chiusi i mercati su strada. Chiusi i bar, i pub, i ristoranti. E i servizi di mensa che non garantiscono la distanza interpersonale di un metro. Restano chiusi i reparti aziendali non indispensabili per la produzione: le industrie e fabbriche potranno continuare a svolgere le proprie attività produttive a condizione che assumano misure di sicurezza adeguate ad evitare il contagio. Si incentiva la regolazione di turni di lavoro, ferie anticipate, chiusura dei reparti non indispensabili. Restano chiusi fino al 3 aprile – come da precedente decreto – musei, cinema, teatri, scuole e università. Italia ferma fino a dopo Pasqua. Il ministro della Salute Roberto Speranza, durante l’informativa in Senato sulla situazione dell’emergenza coronavirus, ha confermato il prolungamento delle misure restrittive adottate dal governo per contenere la diffusione dell’epidemia. “I dati migliorano ma sarebbe un errore cadere in facili ottimismi. L’allarme non è cessato e per questo è importante mantenere fino al 13 aprile tutte le misure di limitazioni economiche e sociali e degli spostamenti individuali”. La firma di un nuovo decreto del presidente del Consiglio per la proroga dovrebbe arrivare già in serata.
  • Il bollettino del coronavirus del 22 aprile 2020 in Italia è tra luci e ombre. Meno malati, meno decessi e nuovo record di guariti, ma contagi che tornano a crescere, soprattutto in Lombardia. È la sintesi della nota riassuntiva dei dati della Protezione civile sull’emergenza coronavirus in Italia: numeri che restano in chiaroscuro ma che complessivamente confermano il trend di discesa che ci accompagnerà verso la sospirata Fase 2. Il trend incoraggiante riguarda i nuovi guariti o dimessi: in 24 ore 2934 unità, in miglioramento rispetto a ieri (aumento di 2723). È il più alto registrato dall’inizio dell’emergenza. In totale, sono complessivamente 54.543 le persone guarite. E conforta anche il quadro dei ricoverati in terapia intensiva: al momento sono 2384 (817 solo in Lombardia), confermato dunque il calo avviato nei giorni scorsi con 87 letti liberati rispetto a ieri. I pazienti ricoverati con sintomi sono 23.805 (329 in meno a 24 ore fa). Attualmente sono in isolamento domiciliare 81.510 persone (pari al 76% degli attualmente positivi), 406 in più.
  • Inizia ufficialmente la Fase 2 dell’emergenza coronavirus per l’Italia. Le indicazioni contenute nel DPCM del 26 aprile scorso entrano in vigore a tutti gli effetti e comporteranno alcuni significativi cambiamenti. Via libera innanzitutto a diverse attività produttive e a circa 4 milioni di lavoratori, ma ecco cosa cambierà nella vita di tutti i giorni per i comuni cittadini. Oltre ai comprovati motivi di salute, lavoro o per necessità, da oggi sarà possibile muoversi – anche all’interno della propria regione di appartenenza – per fare visita ai “congiunti”, ossia individui con cui esista un legame affettivo stabile, come parenti più o meno stretti e partner, mentre per ora non sarà possibile incontrare i propri amici. Si registra un’apertura anche per i possessori di una seconda casa, che potrà essere raggiunta solo se presente nella stessa regione di residenza e per motivazioni strettamente necessarie. Tutti questi spostamenti non richiederanno più l’obbligatorietà dell’esibizione dell’autocertificazione in caso di controllo.
  • In mattinata c’era stata una bagarre in Aula durante la seduta tanto che il presidente Roberto Fico era stato costretto a sospenderla per le proteste dell’opposizione contro il deputato del M5S Riccardo Ricciardi che ha attaccato la sanità lombarda. Le opposizioni hanno risposto a Ricciardi criticandolo duramente. A cominciare da Giorgia Meloni che ha parlato di “precisa strategia” della maggioranza. Ricciardi, aveva sostenuto che chi attacca il governo sulle misure anti-Covid “propone modello il Lombardia”. Le grida si erano alzate dai banchi del centrodestra ma Ricciardi aveva insistito: “Lei, signor Presidente del Consiglio, doveva fare come Gallera, che in conferenza stampa si presentava puntuale, e annunciava un ospedale per il quale hanno speso 21 milioni per 25 pazienti”. Un attacco frontale che però non è piaciuto neanche a tutti i parlamentari M5S tra i quali qualcuno parla di “toni eccessivi” da parte di Ricciardi. All’accusa della leader di Fratelli d’Italia risponde il premier Conte. “Ciascun parlamentare esprime le proprie opinioni. Non è mai accaduto che a me fosse consegnato un intervento ma dire che io abbia condiviso o istigato, è una cosa che si commenta da sé”. Lo dice il premier Giuseppe Conte rispondendo mentre lascia l’Aula della Camera, sulle dichiarazioni di Giorgia Meloni.
  • Ieri ci sono stati novanta morti e trecento contagi in tutta Italia per il Corona Virus. Il 70% di questi proviene dalla sola Lombardia. Il restante 30% non è da suddividere tra le restanti 19 regioni; perchè dieci di esse non hanno fatto registrare più ne un morto, ne un contagiato nuovo. Però, è di oggi anche la notizia che dal 3 giugno viene tolto dal governo il vincolo che non si può viaggiare tra una regione e l’altra. Dunque, da quella data un lombardo potrà viaggiare anche in quelle dieci regioni in cui il Corona Virus, o per lo meno la sua prima ondata, è un ricordo. In non lo trovo giusto. Ma sia chiaro; non è uno sgarbo ai lombardi (io stesso vivo in Lombardia); ma una forma di tutela verso la popolazione di quelle regioni che la loro battaglia l’hanno già vinta.

Paola Pisano (5 1/2), ministro dell’Innovazione Tecnologica

  • La ministra dell’Innovazione Paola Pisano prova a sgomberare dalle polemiche il dibattito sull’app Immuni durante il macchinoso rush finale di un percorso iniziato due mesi fa. «Mi faccia dire una cosa». «La digitalizzazione del tracciamento dei contatti non va adottata in modo acritico e non è la panacea di tutti i mali. Deve far parte di una strategia e ci aiuterà a svolgere in modo più completo il tracciamento manuale, senza precluderlo in modo da liberare risorse che aiutino chi non ha accesso alla app».

Sergio Costa (5 1/2), ministro dell’Ambiente.

  • Mentre l’Italia continua la strenua lotta contro l’epidemia di coronavirus ed in attesa di imminenti e più stringenti misure decise dal Governo, il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, annuncia che “il picco dei contagi arriverà tra 2 settimane. Crescono, infatti, i casi da Covid-19, al pari dei decessi. Come ha spiegato il Presidente del Consiglio durante il discorso serale dell’11 marzo, gli effetti della quarantena e di tutti i nostri sacrifici non saranno visibili fin da subito. Anzi, Conte afferma “l’effetto di questo nostro grande sforzo potremo vederlo solo tra poche settimane, un paio di settimane”. La notizia positiva è che la quarantena per Coronavirus ha avuto fin da subito un effetto indiretto positivo. Il blocco totale di intere città e Paesi sembra aver aiutato la lotta al cambiamento climatico.

Stefano Patuanelli (5 1/2), ministro dello Sviluppo Economico

  • Dl Liquidità. Le garanzie statali sui prestiti bancari sono un capitolo centrale del decreto Liquidità. Capitolo diviso a sua volta in due canali di accesso: la società pubblica Sace (parte del polo Cdp), soprattutto per le imprese più grandi, e il Fondo di garanzia per le Pmi (Mediocredito Centrale e ministero dello Sviluppo) che è più mirato a imprese fino a 499 dipendenti. I prestiti garantiti con le nuove regole non sono ancora operativi, occorre ancora l’autorizzazione della Ue, l’aggiornamento di alcune procedure interne di banche e Sace e l’aggiornamento della piattaforma informatica del Fondo di garanzia. Potranno servire alcuni giorni.

Nunzia Catalfo (5 1/2), ministro del Lavoro.

  • Lavoro pagato 3 euro all’ora, mance sottratte per punizione, minacce di licenziamento: una storia non ordinaria di sopraffazione e sfruttamento quella rilevata e cassata dal Tribunale di Milano, che ha disposto il commissariamento di Uber Italy. Si tratta di un provvedimento inedito, mai adottato prima – non solo in Italia – nei confronti di una piattaforma di delivery. Filiale italiana del gruppo americano che, secondo i giudici, avrebbe “consapevolmente” sfruttato i rider, i fattorini che fanno le consegne di cibo a domicilio, in diverse citta’ italiane, da Milano a Monza, da Torino a Bologna, da Roma a Firenze e non solo, Uber Italy è al centro di una vicenda dai contorni foschi.

Francesco Boccia (5), ministro degli Affari regionali e Autonomie

  • Seduti al tavolo, in videoconferenza, con il premier Giuseppe Conte i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza, i presidenti non arretrano di un millimetro. Il capo del governo ribadisce che non tutto può ripartire e che il faro deve restare l’indice di contagio da Covid-19. I governatori vogliono più autonomia e la ottengono, stando almeno a un tweet di Giovanni Toti. “Il Premier Conte ha accolto la richiesta di autonomia delle Regioni nella gestione della Fase 2, avanzata nei giorni scorsi con una lettera dei governatori indirizzata al Premier – cinguetta – Dal 18 maggio si potranno quindi aprire le attività sotto la nostra responsabilità e in base alle esigenze del territorio. Il Governo farà le sue proposte che verranno integrate da quelle degli enti locali e insieme porteremo avanti il monitoraggio della situazione. Avanti con buon senso! Ripartiamo insieme”. Una novità a metà, visto che lo stesso Boccia aveva anticipato questa volontà dell’esecutivo, confermata questa mattina ma con un distinguo: “Spero che con la differenziazione territoriale, possano riaprire ovunque e poi sarà responsabilità delle singole Regioni avere il quadro dei dati a cui facevo riferimento prima. Se i contagi andranno giù, potranno riaprire anche altre cose. Se i contagi saliranno su, dovranno restringere. E sarà più facile per tutti responsabilità e doveri”.Il nodo comunque resta quello dei protocolli di sicurezza, che i governatori volevano a stretto giro e che invece, per l’ufficialità, bisognerà attendere ancora. Per ora solo una anteprima pubblicata dal Corriere della Sera, che anticipa le misure per bar e ristoranti: devono essere rispettati 4 metri quadrati per ogni cliente e 2 metri tra un tavolo e l’altro. Fondamentale per la suddivisione del locale e la regolamentazione degli ingressi l’effettiva capienza del locale. Ancora da definire le misure per garantire il distanziamento sociale, le mascherine saranno obbligatorie comunque in fila, alla cassa e per andare al bagno. Inoltre “andranno previste tutte le consuete misure di igienizzazione rispetto alle superfici evitando il più possibile utensili e contenitori riutilizzabili se non igienizzati” quindi brocche, acetiere e saliere.
  • E’ scontro nel governo sulla “carica” dei 60mila assitenti civici che l’esecutivo, attraverso il ministero degli Affari Regionali, intende mettere a disposizione dei Comuni per gestire gli ingressi negli spazi pubblici e far rispettare il distanziamento sociale. Esponenti di governo del M5sda Gianluca Castaldi a Stefano Buffagni a Carlo Sibilia, e lo stesso capo politico Vito Crimi, criticano infatti l’iniziativa, definita una “fuga in avanti non condivisa”, del ministro dem Francesco Boccia, concertata con il presidente dell’Anci Antonio Decaro, che ne ha spiegato invece i vantaggi in un’intervista oggi su Repubblica.. In serata arriva da fonti di Palazzo Chigi un chiarimento: “Questi soggetti volontari non saranno “incaricati di pubblico servizio” e la loro attività non avrà nulla a che vedere con le attività a cui sono tradizionalmente preposte le forze di polizia”.

Federico D’Incà (5), ministro dei Rapporti con il Parlamento e delle Riforme Costituzionali

  • Il Governo non rischia assolutamente. Vi è una forte unità di intenti e io condivido costantemente i lavori che portiamo avanti in parlamento con Maria Elena Boschi e Davide Faraone, i capigruppo di Italia Viva. Con loro troviamo sempre le soluzioni più adeguate per migliorare i testi di legge e portare nuova linfa vitale con idee che possano rafforzare il corso della legislatura e della maggioranza di Governo. Se potessi dare un consiglio a Renzi, gli direi solo che alcune volte si può essere grandi capitani, altre volte grandi gregari. In entrambe i casi si può essere grandi uomini.

Giuseppe Provenzano (5), ministro del Sud

  • La crisi sanitaria, economica e sociale che stiamo vivendo è una grande tragedia collettiva. Si dice che le tragedie uniscano, e in parte è vero. Ma allo stesso tempo fanno emergere e mettono in risalto le fragilità e rischiano di allargare le disuguaglianze, che nel nostro Paese hanno sempre una forte connotazione territoriale. Se la crisi sanitaria ha colpito soprattutto le Regioni più sviluppate, la ricaduta economica e sociale al Sud si somma a fragilità strutturali e alle ferite non ancora sanate dalla crisi precedente. Come governo, abbiamo mobilitato risorse senza precedenti nella storia d’Italia. In due mesi, 80 miliardi in deficit, quello che solitamente si fa in 4 o 5 manovre di bilancio. È stato necessario, per “non lasciare indietro nessuno”. Si può sempre fare di più. Io, per dire, avevo chiesto che il Reddito di emergenza valesse per tre mesi e non solo per due. Nel complesso, rivendico di esserci mossi per salvare il tessuto imprenditoriale ma anche quello sociale. E, me lo lasci dire, per la prima volta in una crisi di queste dimensioni, a pagare il prezzo non è stato il Sud. Nel decreto Rilancio l’impegno del ministro della Salute Roberto Speranza per aumentare i posti letto in terapia intensiva riguarda per quasi il 40% il Sud.

Riccardo Fraccaro (4 1/2), sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

  • Riccardo Fraccaro lavora da settimane, in silenzio, alla norma che può far ripartire gli investimenti privati in edilizia, proprio da quel lato del recupero abitativo e urbano che in questi anni è cresciuto, salvando un pezzo importante del settore in crisi. Il sottosegretario a Palazzo Chigi ha messo a punto un testo largamente condiviso con il ministero dell’Economia e con i ministri competenti.

Alfonso Bonafede (4), ministro della Giustizia.

  • Di Matteo contro Bonafede. L’ex pm antimafia di Palermo ora al Csm contro il ministro della Giustizia. Non in una sede istituzionale, ma in una trasmissione televisiva. Poco prima di mezzanotte a Non è l’arena di Massimo Giletti. Tema: il posto di capo del Dipartimento delle carceri. In sintesi: Nino Di Matteo accusa Alfonso Bonafede di avergli prima proposto, nel 2018, quindi nel governo Lega-M5S, di fare il capo delle carceri. Ma dopo due giorni avrebbe fatto marcia indietro. La voce corre. La polizia penitenziaria registra la reazione di importanti boss che tra di loro in cella dicono “se arriva questo abbiamo chiuso”, “faremo ammuina”. Le telefonate diventano pubbliche con un articolo del Fatto quotidiano. Di Matteo afferma adesso di essere tornato da Bonafede per accettare il posto al Dap, ma a quel punto il Guardasigilli gli avrebbe detto di aver scelto Francesco Basentini, mentre per lui era disponibile la poltrona di direttore degli Affari penali. Dopo la telefonata di Di Matteo ecco quella di Bonafede che si dichiara “esterrefatto” e propone una versione del tutto opposta nella ricostruzione della proposta e dei tempi. Avrebbe ipotizzato subito con Di Matteo le due soluzioni, la direzione del Dap o quella degli Affari penali, dicendogli però di preferire la seconda strada, perché quello era il posto che fu di Giovanni Falcone ed era più importante nella lotta contro la mafia.
  • Boss mafiosi detenuti che, per la loro età e condizione di salute, sarebbero stati scarcerati in ossequio alle prescrizioni anticoronavirus che indicano di sfoltire le presenze nelle carceri facendo ricorso a pene alternative.E così il boss di cosa nostra Francesco Bonura, di 78 anni, definito da Tommaso Buscetta «un mafioso valoroso», e Vincenzino Iannazzo, 65 anni, ritenuto esponente della ‘ndrangheta, sono stati posti ai domiciliari per motivi di salute. Ira del leader della Lega, Matteo Salvini: «stanno uscendo pericolosi mafiosi. È una vergogna nazionale». Ma il Dap smentisce di aver emanato qualsiasi disposizione riguardante i detenuti al 41 bis: quello che è stato fatto – afferma il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – è «solo un monitoraggio». Ma il ministero della Giustizia ha comunque avviato «tutte le opportune verifiche e approfondimenti». I boss al 41 bis possono sfruttare l’emergenza coronavirus per tornare liberi: sarebbero 74, in particolare, quelli nelle condizioni di età e di salute di farlo.
  • Pace fatta tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi. Al termine del vertice del premier con i rappresentanti di Italia viva, tra cui Maria Elena Boschi ed Ettore Rosato, si respira un’aria di tregua. Con il premier che in questo modo avrebbe anche blindato la posizione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, visto che i renziani a questo punto non dovrebbero votare la mozione di sfiducia individuale presentata dal centrodestra. «È andata non male».
  • Lei, lui e una tesa trattativa dal cui esito dipendono le sorti del ministro della Giustizia e pure del governo. Sullo sfondo la parabola discendente di una pandemia che ha stravolto economia e società. La fase 2 della politica italiana inizia come un thriller e con un doppio paradosso: l’ex dj ora guardasigilli Alfonso Bonafede punto di svolta di una legislatura e pretesto per un probabile patto di legislatura tra Matteo Renzi e il premier Giuseppe Conte. Probabilmente ci avrà sorriso sopra anche Maria Elena Boschi ieri pomeriggio, mentre varcava veloce l’ingresso di Palazzo Chigi, per provare a mettere nero su bianco l’accordo tra Italia Viva e il presidente del Consiglio e rilanciare l’esecutivo. Incontro che a fine serata, la deputata di Italia Viva ha definito in privato incoraggiante e promettente. In premessa c’è la sopraggiunta importanza dei renziani agli occhi di Conte, che sa come senza i voti di Iv oggi il guardasigilli rischia di essere sfiduciato dal Senato. E Bonafede non è un ministro come gli altri.

Luigi Di Maio (3), ministro degli Esteri.

  • La liberazione di Silvia Romano, la ragazza italiana in mano ai terroristi islamici per un anno e mezzo e tornata convertita all’islam, ha scatenato un vero e proprio terremoto nel governo. In particolare, Luigi Di Maio era infuriato per essere stato estromesso dall’operazione all’ultimo minuto. Ne dà conto Repubblica, che fa sapere come a differenza di operazioni simili in passato, Palazzo Chigi – ovvero Giuseppe Conte – ha voluto prendersi tutti i meriti della liberazione, apparendo in modo plastico alla regia di quanto accaduto. La Farnesina, che con l’unità di crisi ha seguito dsin dal principio l’operazione, dell’ultima fase non è sata neppure inormata. Il premier addirittura non avrebbe informato Di Maio dell’operazione: quest’ultimo lo avrebbe scoperto da una telefonata del direttore del servizio estero, Luciano Carta, che gli ha comunicato come la Romano fosse sana e salva. Repubblica scrive che “la reazione del ministro degli Esteri è stata furibonda”, anche perché Conte, “bruciando tutti sul tempo“, ha ringraziato un po’ tutti, tranne Di Maio. “Non è giusto per chi ha lavorato 18 mesi al caso, in silenzio”, sarebbe il senso dello sfogo del grillino. Ma non è finita: Di Maio non si aspettava neppure la presenza del premier a Ciampino, dove invece si è palesato in favor di telecamere.

Fabiana Dadone (n.c.), ministro della Pubblica Amministrazione.

  • “Lo smart working va regolamentato in parte in legge e in parte in accordi sindacali. È una materia delicata e bisogna raggiungere il giusto equilibrio, non si può mettere troppo in legge per non limitare la discussione sindacale rispetto a certe modalità di lavoro flessibili per loro natura”. Così a Timeline, su Sky TG24, la ministra della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone. “Il diritto alla disconnessione è sicuramente uno dei punti che andrà discusso nei rapporti con i sindacati”

Lucia Azzolina (n.c.), ministro dell’Istruzione

  • La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina intervenendo in audizione alla Camera ha detto che le condizioni sanitarie, ad oggi, «non consentono di terminare l’anno scolastico in presenza, a scuola» e che per tale ragione il governo «ha deciso il rientro a scuola da settembre prossimo». Azzolina ha inoltre ricordato che gli esami di maturità inizieranno «il 17 giugno, con lo svolgimento di colloqui, della durata massima di circa un’ora, in presenza, senza che comunque sia messa a repentaglio la sicurezza per tutte le persone coinvolte».

Elena Bonetti (n.c.), ministro della Famiglia e Pari Opportunità

  • Dallo smart working alle materie STEM, sono numerose le proposte allo studio della task force istituita dalla Ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità Elena Bonetti. Più soldi alle neo-mamme lavoratrici, riorganizzazione degli orari di lavoro per conciliare meglio ufficio e famiglia, nuovo calendario per le scuole cosi da andare incontro ai genitori, conti correnti facilitati per le donne. E ancora: pubblicità che combatta gli stereotipiparità di genere negli organi di governo centrali e locali, centomila posti in più negli asili nido nei prossimi 5 anni, una piattaforma per invogliare le ragazze a intraprendere studi nelle cosiddette materie Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica).

Enzo Amendola (n.c.), ministro degli Affari Europei

  • “Stiamo ai fatti. Siamo passati da marzo a quando si diceva che l’Europa ci aveva abbandonato, ad oggi che stiamo ragionando su come gestire tutte le risorse. Stiamo lavorando bene”. “L’Europa sta reagendo perché tutti gli strumenti sono in campo, politica monetaria e politica fiscale”. “Il 25 marzo quando mandammo la lettera all’Europa, insieme ad altri 9 paesi, sul tavolo non c’era nulla. L’Europa per la prima volta sta marciando unita. Certo ci sono posizioni differenti ma credo che siamo su una strada giusta”. “C’è l’accordo di tutti per trovare un compromesso perché sul campo c’è il mercato unico europeo”

Vincenzo Spadafora (n.c.), ministro dello Sport e Politiche Giovanili

  • “Ho appena convocato una riunione per il 28 maggio con il presidente della Figc, Gravina, e con quello della Lega, Del Pino: per quel giorno saremo in grado di decidere se e quando far ripartire il campionato di calcio”: lo ha annunciato il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, a TGsport Rai2. “Vogliamo ripartire, per terminare”, ha aggiunto Spadafora. “Il Comitato tecnico scientifico ha approvato il protocollo della Figc per la ripresa degli allenamenti di squadra dei club di calcio”.

Gaetano Manfredi (n.c.), ministro dell’Università e della Ricerca

  • “Credo che oggi sia importante più che mai una riflessione su quella che sarà la società nel post Covid e sul ruolo che avranno l’università e la ricerca in questa nuova società. In questi tre mesi abbiamo vissuto uno degli eventi più significativi dal dopoguerra, che ha inciso profondamente sulla società e su una serie di meccanismi che ritenevamo consolidati, ha aperto nuove prospettive, ha posto interrogativi e ha messo in campo una serie di sfide rispetto a cui tutti noi siamo coinvolti. E soprattutto lo saranno i nostri giovani”. A parlare è Gaetano Manfredi, Ministro dell’Università e della Ricerca, che, prima di ricoprire questo ruolo, è stato Rettore dell’Università Federico II e Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI). Il Ministro è intervenuto, venerdì 15 maggio, nell’ambito del ciclo di seminari “Covid-19 e crisi”, organizzato dal Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche (DISES) per discutere i vari aspetti della crisi che stiamo attraversando. Il suo seminario “La formazione superiore dopo il Covid-19”, introdotto dai saluti della Direttrice del DISES, la prof.ssa Maria Gabriella Graziano, e dal prof. Saverio Simonelli, è stato seguito da moltissimi docenti e studenti degli Atenei italiani attraverso la piattaforma Zoom e la diretta Youtube.

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