
“Oggi è l’inizio di un bellissimo percorso, è il battesimo di un movimento che ha l’ambizione di rilanciare l’Italia nel mondo”. Con queste parole Matteo Salvini entra nell’hotel Da Vinci, alla periferia di Milano, con un presepe in mano (dono di un artista campano) per dare il via al congresso lampo che ha dato vita alla nuova Lega. In un paio d’ore è tutto finito, dopo l’approvazione per alzata di mano e all’unanimità del nuovo statuto che modifica quello federale del movimento fondato da Umberto Bossi nel febbraio 1991, come federazione delle forze politiche autonomiste allora esistenti.
Lo stesso fondatore a sorpresa arriva all’appuntamento in carrozzina, tra applausi e standing ovation, nonostante la sua partecipazione fosse data come incerta a causa delle sue condizioni di salute. Rivolto alla platea Bossi dà la sua benedizione alla trasformazione del partito, ma precisa che sono i “vecchi leghisti” a concedere e non Salvini a imporre: “Oggi arriva solo il doppio tesseramento, lo possiamo concedere a Salvini. Siamo noi che concediamo non è lui che ci impone. Salvini non può imporci un cazzo lo diciamo con franchezza. Le cose imposte non funzionano. Se vuole il simbolo, raccolga le firme”. Aggiunge che “la Lega non è un partito qualsiasi”, ma “una forza identitaria”. E invita a non sottovalutare le Sardine (che manifestano intanto a pochi metri di distanza): “Sono una operazione intelligente, rappresentano la spunta sociale contro il Palazzo. All’inizio lo abbiamo fatto anche noi della Lega. Non diventeranno un partito, il partito c’è già e si chiama Pd”.
Da due anni ormai “soppiantata” dal nuovo soggetto “Lega Salvini premier”, il congresso odierno è servito per concludere la transizione verso il partito nazionale volto daSalvini con la svolta sovranista avviata dal 2013. “Quando ho iniziato questo percorso sei anni fa con la Lega al 3% non avrei mai immaginato di avere l’onore e la fortuna di rappresentare il primo partito di questo Paese e la speranza per milioni di italiani”, afferma il leader leghista.
Il Carroccio dunque si aggiorna. Sono circa 500 i delegati – 350 di diritto, il resto eletti – chiamati alla convention. Tuttavia il partito fondato da Bossi non è stato liquidato ma resterà in vita, soprattutto per le pendenze con la magistratura legate alla restituzione allo Stato dei 49 milioni di euro di rimborsi elettorali giudicati irregolari.
“Siamo nel 2019 e il fatto che la Lega sia un movimento nazionale mi sembra ormai chiaro ed evidente” spiega Salvini. Poi aggiunge: “Il sogno di Umberto Bossi non è morto. Non riusciranno a fermarci”. E risponde ai cronisti sul caso Gregoretti: “Non penso che questi giudici attacchino me, attaccano un popolo. Non c’è in ballo la libertà personale di Salvini è un attacco alla sovranità nazionale, al diritto alla sicurezza e alla difesa dei confini”. Poi nel corso del suo intervento ribadisce: “Processateci tutti. Siamo l’ultima ancora di salvezza per il popolo cristiano occidentale”. E annuncia: “Quando saremo al governo cancelleremo i senatori a vita”. Sulla nuova Lega precisa: “Serve un movimento snello, al passo con i tempi. Abbiamo il 30% dei voti, non possiamo ragionare come se avessimo ancora il 3%. Bisogna aprire con intelligenza”.
La Lega Nord “continua a essere un soggetto politico e giuridico – chiarisce il senatore Roberto Calderoli nel corso del suo intervento – che avrà un proprio ruolo politico. Noi intendiamo da una parte rispettare gli impegni presi con la Procura di Genova, onorare i debiti e continuare a pagare le nostre rate, dall’altra parte qualunque ricorso sia possibile per avere giustizia e non avere più questa spada di Damocle sopra la testa, noi intendiamo percorrerlo”. Poi ricorda ai nostalgici autonomisti che “la Lega è diventata nazionale, lo dico rispetto a chi ha nostalgia della Lega Nord che in Italia due terzi dell’elettorato è al Centro e al Sud, quindi se vogliamo cambiare le cose dobbiamo prendere i voti anche di quella parte del Paese”.
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