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Lamorgese sposa la linea Minniti

Lamorgese sposa la linea Minniti

Luciana Lamorgese

“Su di me, se si fa una ricerca su internet, non si trova nulla. È vero, ma io porto al Viminale la mia storia e la mia professionalità”. Luciana Lamorgese, ex prefetto di Milano, ora ministro dell’Interno, parla di rado, ma al “Festival delle città”, incalzata da Corrado Formigli, si toglie qualche sassolino dalla scarpa rispondendo al suo predecessore Matteo Salvini che su di lei chiede: “Chi l’ha vista?”.

Con tono duro e anche un po’ velenoso sul suo predecessore la titolare del Viminale rivendica la sua azione “con equilibrio e serietà. Io studio i dossier. Sono una persona meticolosa”. Dalla platea radunata nel complesso del Pio Sodalizio dei Piceni a Roma, dove a parlare ci sono anche il segretario dem Nicola Zingaretti e il presidente Ali-Autonomie locali e sindaco di Pesaro Matteo Ricci, arriva il primo applauso. Lamorgese prende nei fatti le distanze dal leader della Lega e non nasconde invece di condividere “completamente la linea di Marco Minniti. Aveva una visione globale perché affrontare l’immigrazione non significa solo redistribuzione”. Una nuova frecciata al leghista che a sua volta parla di “messaggio sbagliato se gli sbarchi si triplicano”.

Nel dettaglio si parla dell’accordo di Malta con Germania e Francia ma “attenzione – spiega Lamorgese – è un pre accordo che presenteremo a Lussemburgo e lì dovrà essere discusso”. Toni sempre cauti quelli del nuovo ministro e mai trionfalistici: “Non canto vittoria”. Anche così il ministro dell’interno marca la differenza rispetto al passato arrivando poi a dire che “al di là dei contenuti, l’accordo ha un valore politico importante perché sono caduti dei tabù ed è cambiato il clima nei confronti dell’Italia. Gli altri Stati hanno finalmente recepito che chi arriva in questi paesi va aiutato perché arriva in Europa”. Sempre in controtendenza rispetto al Viminale targato Lega, l’attuale ministro dell’Interno sottolinea che è sbagliato parlare solo di sbarchi piuttosto ci si deve focalizzare sui rimpatri, sugli accordi con gli Stati e sulla stabilizzazione di territori come la Libia o la Tunisia.

A proposito di Tunisia, il ministro ammette che in quest’ultimo week end sono aumentati gli sbarchi. È questa l’accusa che il leader della Lega le rivolge, ma Lamorgese sottolinea che tutto ciò dipende dalla situazione politica e al fatto che per ora il mare è calmo. Sul salvataggio dei migranti in mare “non ci tiriamo indietro ma ci vuole un contratto tra lo Stato e chi provvede al salvataggio. Ci vogliono delle regole. Bisogna ripartire dal Codice delle Ong proposto dal ministro Minniti”.

Ritorna quindi la continuità con l’ex ministro, quello del governo di sinistra. Da Salvini invece “nessun mazzo di fieri e nessun passaggio di consegne”, scherza Lamorgese che fa vedere di esserci. Racconta che quando era prefetto di Milano e ci fu l’incidente di Pioltello “mi sono precipitata. Se ci sono episodi gravi è ovvio che il ministro dell’Interno deve far capire che lo Stato c’è”. Quindi, sintetizzando, “sono garbata e se serve mi faccio sentire”. Un assaggio è già arrivato.

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