
La Francia ha annunciato di aver richiamato l’ambasciatore a Roma per consultazioni. La decisione è stata presa in seguito «agli attacchi senza precedenti del governo italiano», secondo quanto riferisce il ministero degli Esteri francese. Si aggrava dunque la crisi tra i due Paesi dopo settimane di tensioni che hanno riguardato sia i rapporti istituzionali che i messaggi diffusi dai leader del governo italiano in messaggi social o in occasione di comizi elettorali. Negli ultimi otto mesi la Francia è stata bersaglio di violenti attacchi da parte di Lega e M5S su migranti, deficit, Tav .
«Le ultime ingerenze rappresentano una provocazione supplementare e inaccettabile. Violano il rispetto dovuto alle scelte democratiche, fatte da un popolo amico e alleato. Violano il rispetto che si devono tra loro governo democraticamente e liberamente eletti» scrive il Quai d’Orsay nella nota dove si annuncia la decisione di richiamare l’ambasciatore a Roma per consultazioni. Ieri il ministero degli Esteri francesi aveva protestato per l’incontro del vice premier Luigi Di Maio a Parigi con alcuni responsabili dei gilet gialli. «Non abbiamo le stesse scelte politiche della Lega di Matteo Salvini o del Movimento 5 Stelle di Luigi di Maio. Ma ognuno faccia prevalere la preoccupazione per gli affari del proprio Paese, del benessere della propria popolazione e di fare in modo di avere buone relazioni con i vicini», è stato il commento della ministra francese per gli Affari europei, Nathalie Loiseau, intervistata da France Info, al richiamo dell’ambasciatore.
Venerdì mattina nuova replica di Parigi da parte del portavoce del governo francese Benjamin Griveaux in una intervista a Europe 1 : «Le battute di Luigi Di Maio e Matteo Salvini sulla Francia non hanno evitato all’Italia di entrare in recessione». Griveaux ha anche chiarito che la miccia dell’escalation tra i due paesi è stata scatenata dall’arrivo del vice premier dei Cinque Stelle in Francia per incontrare i gilet gialli: «Cortesia istituzionale vuole che si avverta il governo local quando si va in un paese vicino». Inoltre il portavoce del governo di Parigi ha parlato anche della posizione italiana rispetto alla Tav: «Il modo migliore di combattere la sfiducia verso l’Europa è comportarsi bene verso i suoi partner e quindi proseguire il progetto tra Lione e Torino per consentire al Nord Italia di crescere».
Fonti del Quirinale riportano di una grande preoccupazione del capo dello Stato Sergio Mattarella per la situazione che si è venuta a creare con Parigi: «I consolidati e preziosi rapporti di amicizia e collaborazione con la Francia vanno difesi e preservati — riferiscono le fonti vicine a Mattarella — e va ristabilito immediatamente un clima di fiducia con i Paesi amici e alleati. Questo passa attraverso la considerazione dei reciproci interessi nazionali e il pieno rispetto delle dinamiche istituzionali di ciascun Paese».
« La Francia — prosegue il ministero degli esteri francese — è stata, da diversi mesi, oggetto di accuse ripetute, di attacchi senza fondamento, di dichiarazioni oltraggiose che tutti conoscono e hanno presente. Questo non ha precedenti dalla fine della guerra. Essere in disaccordo è una cosa, strumentalizzare la relazione a fini elettorali è un’altra». Francia e Italia sono «unite da una storia comune; condividono un destino. Insieme hanno costruito l’Europa e agito per la pace». Parigi è «profondamente legata a questa relazione di amicizia che alimenta cooperazioni in tutti i settori e la vicinanza tra i nostri popoli».
Sul fronte italiano la prima reazione è arrivata da Matteo Salvini, per settimane in prima fila ad attaccare Macron (spesso definito «il signorino» ): «Sono pronto a voltare pagina nei rapporti con la Francia per il bene dei nostri popoli e sarò felice di incontrare Macron. Ma la Francia deve smetterla di respingere migranti alla frontiera e di dare rifugio a criminali italiani». Su una diversa lunghezza d’onda , meno conciliante, si pone il sottosegretario agli esteri Manlio Di Stefano (M5S): «Quella della Francia è una provocazione, erano abituati ad avere sudditi in Italia, ora notano la differenza». Prova a metterci una toppa, nel tardo pomeriggio il premier Giuseppe Conte che dichiara: «Confido che si possa chiarire subito la situazione e mi sembra di aver letto una dichiarazione di Di Maio: è stato chiarito che ci sono iniziative che riguardano movimenti e partiti. Con i gilet gialli ha agito da capo politico del M5s».
Il vicepremier Di Maio ha voluto chiarire la sua posizione con un post su Facebook: «Il popolo francese è nostro amico e nostro alleato. Il presidente Macron si è più volte scagliato contro il governo italiano per motivi politici in vista delle europee. Questo non ha mai intaccato il sentimento di amicizia che lega i nostri Paesi e mai lo farà. Il mio incontro come capo politico del Movimento 5 Stelle, con esponenti dei gilet gialli e con alcuni candidati della lista Ric è pienamente legittimo. E rivendico il diritto di dialogare con altre forze politiche che rappresentano il popolo francese».
Al rientro a Roma del Presidente del Consiglio dalla missione all’estero, «sono certo che verrà esaminata, con la massima attenzione, la decisione del Governo francese di richiamare a Parigi per consultazioni l’Ambasciatore Christian Masset. Francia e Italia sono nazioni alleate e profonda è l’amicizia fra i due Popoli», ha chiarito il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi, da Montevideo, dove partecipa alla riunione del Gruppo di Contatto sul Venezuela. «La difesa e il confronto sui rispettivi interessi e punti di vista, nonché il dibattito politico per le prossime elezioni per il Parlamento Europeo, non possono incidere e non incideranno sulle solide relazioni che ci uniscono da decenni». E ha concluso: «Conte esaminerà con attenzione il richiamo dell’ambasciatore».
«Più che richiamare l’ambasciatore francese in Italia, suggerisco a Macron di richiamare in Francia i dirigenti francesi che dettano ancora legge nelle banche centrali africane». Così Alessandro Di Battista del M5S su Facebook. «Abbiamo sollevato una serie di questioni: il controllo da parte dei governi francesi delle risorse africane; il tema del Franco Cfa, moneta stampata a Lione e spedita a 14 paesi africani che toglie sovranità monetaria all’Africa; superamento di regole stupide per una nuova politica europea sull’immigrazione; consegna dei terroristi italiani ancora in Francia.
Intanto Maxime Nicolle, uno dei principali leader dei Gilet Gialli, annuncia una mobilitazione a Sanremo, per «far valere le nostre rivendicazioni e mostrare al governo italiano chi sono le vere casacche gialle. E che quelli incontrati a Parigi non sono rappresentanti del movimento: Di Maio ha sbagliato interlocutori». Nicolle, noto sui social come Fly Rider ha detto che alla manifestazione, in programma venerdì alle 14, ci saranno casacche gialle italiane e francesi. Sarà di natura «assolutamente pacifica, non abbiamo alcuna intenzione di entrare all’Ariston», ha precisato.
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