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“Abbiamo affermato cose che pensavamo fossero normali, quasi scontate: che un Paese per crescere ha bisogno di fare figli, che la mamma si chiama mamma (e non genitore 1), che il papà si chiama papà (e non genitore 2) […]. La reazione di certi ambienti che fanno del relativismo la loro bandiera è stata violentissima”. Lo scrive, in una lettera pubblicata sul Tempo, il neoministro della Famiglia Lorenzo Fontana.
“La rivolta delle élite non ci spaventa e non ci spaventa affrontare la dittatura del pensiero unico”, scrive Fontana, che cita San Pio X:
“Vi chiameranno papisti, retrogradi, intransigenti, clericali: siatene fieri!”, diceva San Pio X. E noi siamo fieri di non aver paura di dirci cristiani, di dirci madri, padri, di essere per la vita […]. Mai come in questo momento – conclude il ministro – battersi per la normalità è diventato un atto eroico”.
A frenare sulle dichiarazioni del ministro, limitandole a “punti di vista personali”, è però lo stesso Matteo Salvini, che interpellato a Non stop news, su Rtl 102.5, sulle parole del ministro della Famiglia su gay e coppie di fatto rassicura:
“Nessuno ha intenzione di cancellare le leggi sull’aborto, sulle unioni civili. Gli italiani quando mi fermano mi chiedono altro, mi chiedono più sicurezza”. Ma non si può “negare a chi faccia il ministro o qualunque altro mestiere di avere un punto di vista personale e pensare che il papà sia il papà e la mamma, la mamma e che una bambino, come penso io, possa essere adottato solo da un padre e da una madre. Rivendico per Fontana il diritto di pensarla come crede”. Un conto sono le opinioni, “un altro paio di maniche – prosegue Salvini – è il programma di governo e non c’è all’ordine del giorno nessun cambiamento in materia su questi temi”.
E ancora: “Fontana farà il ministro dei disabili. Occorre che i disabili abbiano risposte più efficaci e veloci. Ma ritengo, senza dover essere accusato di omofobia, di poter pensare che i bimbi abbiano bisogno di un babbo e una mamma. Una società in cui non ci sono distinzioni tra bimbi e bimbe, in cui siamo tutti uguali, mi preoccupa”.
Il neoministro Fontana ha affermato un paio di giorni fa che le Famiglie Arcobaleno non esistono.
È buffo, proprio il 31 maggio scorso la suprema corte di cassazione ha affermato il contrario e ha ribadito la sentenza della corte d’appello di Napoli del 30 marzo 2016 riguardo alla nostra famiglia. Non solo la nostra famiglia esiste ma deve essere registrata allo stato civile italiano. Cosi i miei figli sono figli legali di due donne legalmente unite in matrimonio.
Come la mettiamo? Signor ministro della Famiglia?
Due sono le cose: o Lei non è al corrente di ciò che accade nel suo paese riguardo questioni così importanti per la società contemporanea, ed è grave per un ministro della famiglia, o forse peggio ancora, lei sa perfettamente che le Famiglie arcobaleno esistono ma le nega appositamente rifiutando di accogliere ciò che il diritto sancisce. Agendo così lancia un messaggio estremamente preoccupante: mettere a tacere e negare i fatti sono cose che appartengono alle dittature non a uno stato democratico.
Fa anche altro di molto grave, permette agli imbecilli omofobi di tornare a essere violenti con le persone omosessuali. Perché se lo dice un ministro della Repubblica che questi non esistono, possiamo anche farli a pezzi, tanto non ci sono e se ci sono sono una sottospecie senza diritti di cittadinanza.
Ministro Fontana si deve solo vergognare.
Io mi accontento di ricordarle che in Italia con le unioni civili esistono migliaia di coppie regolarmente unite che godono della protezione delle norme del codice di famiglia, esistono decine di coppie omosessuali con figli nati grazie alla procreazione medicalmente assistita, legalmente riconosciute in quanto famiglie con tante di trascrizioni di atti di nascita stranieri o italiani, che esistono figli adottati dal coniuge dello stesso sesso grazie a sentenze dei tribunali italiani.
Ma soprattutto le voglio ricordare che esistono migliaia di figli di due donne e di due uomini che aspettano da anni una legge che li tuteli nei loro beni e nei loro affetti, che gli garantisca di potere contare sui loro due genitori sempre anche e soprattutto nei momenti di crisi e difficoltà.
Questi bimbi, cittadini italiani, contano su di lei e sul vostro neo governo. Non sono roba da scartare, anche loro partecipano e parteciperanno, tanto quanto i loro genitori, allo sforzo collettivo. E come gli altri bimbi hanno bisogno di sentirsi parte di questa Italia, di quest’Europa.
A proposito, le famiglie arcobaleno europee, quelle sancite e protette dalle leggi dei propri paesi, che fa chiude loro i confini dello Stato? Se non esistono nemmeno loro non passano le frontiere?
Caro Ministro, si ricordi che ha giurato sulla Costituzione, dimentichi l’ideologia di pro-vita e faccia il suo dovere di ministro di tutte le famiglie.
Categorie:Governo, Lgbt, Sovranisti
Ieri sera Luciana Littizzetto a “Che tempo che fa”
“E poi c’è Lorenzo Fontana Ministro per la famiglia e per la disabilità, che questa settimana ha detto che non esistono le famiglie arcobaleno. Esistevano fino a 3 mesi fa, adesso non esistono. Forse bisogna fare una nuova formula, “nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia, finché Fontana non ci separi”. Io non ho niente contro Fontana, ho degli amici Fontana, però che facciano i Fontana a casa loro e lascino in pace le coppie gay. Se proprio devo scegliere un Fontana scelgo Jimmy Fontana che cantava “il mondo non si è fermato mai un momento”, quello mi piace, questo invece mi sembra che si sia fermato al medioevo!”.
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