È il giorno del terzo giro di consultazioni per la formazione del nuovo governo dopo le elezioni del 4 marzo; il quinto, se si considerano i tentativi Casellati e Fico. In mattinata sono saliti al Colle le delegazioni del Movimento 5 stelle, Centrodestra e Pd. Dopo i colloqui con Mattarella, Salvini e Di Maio si sono incontrati al gruppo della Camera della Lega. Al termine dell’incontro Salvini ha detto che “l’8 luglio è la data più vicina e netta per votare. Una data condivisa con Di Maio”. Anche il leader dei 5 stelle ha detto: “Senza un governo politico possibile data per votare è l’8 luglio”.
Salvini: “Una maggioranza la trovo”. Il leader del centrodestra, Matteo Salvini, al termine dell’incontro con il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha affermato: “Confidiamo che il Presidente della Repubblica ci dia modo di trovare una maggioranza, che contiamo di poter trovare mettendoci in campo personalmente perché stanti così le cose la nostra coalizione rappresenta l’ambizione e la speranza di 60 milioni italiani. Confidiamo di poterci mettere nelle prossime ore finalmente a lavoro”. “Contiamo – ha proseguito Salvini – che sia l’ultima volta che cerchiamo una maggioranza. Abbiamo offerto al Presidente della Repubblica, consci del fatto che il Paese non può aspettare, la disponibilità mia a nome della coalizione a formare un governo”.
Di Maio: “Governo politico con Lega si può ancora fare”. I primi ad incontrare il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sono stati i rappresentanti del Movimento 5 Stelle. Al termine, Luigi Di Maio ha detto: “Se c’è la volontà si può ancora fare un governo politico. Sono disponibile a scegliere con Salvini un premier terzo con un contratto di governo che preveda condizioni non trattabili che sono il reddito di cittadinanza, l’abolizione della Fornero e una serie di misure anti-corruzione”. Il leader M5s ha aggiunto: “Non siamo disponibili a votare la fiducia a governi tecnici. Se c’è buona volontà si può ancora fare un governo politico”. L’offerta di Di Maio al leader leghista prevede nessun leader nel governo e Forza Italia che appoggia dall’esterno (concessi sono tre ministri di area). Di Maio ha proseguito: “Se non ci sono condizioni per governo politico, consapevole dei problemi degli italiani e che non faccia solo quadrare i conti, allora per noi si deve tornare al voto nella consapevolezza che sarà un ballottaggio: ora è chiaro che ci sono due realtà politiche che competono per governo di questo Paese e gli italiani sceglieranno”. “Quando dico vogliamo fare un contratto con la Lega stiamo considerando una forza politica – ha spiegato -: la novità è che siamo disposti a trovare un presidente del Consiglio insieme. Se abbiamo eletto delle cariche istituzionali è bene che continuino a fare le cariche istituzionali”.
Forza Italia ha ribadito senza mezzi termini la sua contrarietà al nuovo tentativo di Luigi Di Maio di spaccare la coalizione, ribadendo di non essere disponibile a dare un appoggio esterno a un esecutivo Lega-M5S. E ha detto no anche all’ipotesi di un governo del presidente. Ieri sera Salvini avrebbe mantenuto la sua posizione contraria ad un governo del presidente spiegando a Berlusconi che senza un governo politico che dia garanzie agli italiani sarebbe meglio andare al voto al più presto. Il leader di Forza Italia avrebbe ribadito al leader della Lega che FI non intende rimanere fuori da un eventuale governo politico con i M5S, avvertendo che non darà mai il via libera ad appoggi esterni.
Martina: “Urgente supportare lo stallo”. “A questo punto pensiamo sia urgente dare una soluzione alla crisi, superare lo stallo di queste settimane”. Il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, dopo l’incontro tra il Pd e il Capo dello Stato al Colle, avverte: “Basta prendere tempo, basta traccheggiare ed esasperare logiche di parte, basta con il gioco dell’oca perché ancora in queste ore ci pare di vivere il gioco di tornare al punto di partenza da parte di chi il 5 marzo si è proclamato vincitore senza avere la maggioranza”.
Telefonata Di Maio-Salvini. Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, come già avvenuto prima del vertice di centrodestra di ieri, si sono sentiti al telefono anche stamane. Il segretario leghista e il capo politico dei 5 stelle – a quanto si apprende – hanno parlato prima che lo stesso Salvini partecipasse al nuovo summit con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, in corso a palazzo Grazioli.
Vertice al Nazareno. Anche al Nazareno, sede del Pd, si è fatto un vertice prima dell’incontro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Oltre al segretario reggente Maurizio Martina, sono arrivati Ettore Rosato, Graziano Delrio, Lorenzo Guerini, Andrea Romano, Matteo Orfini e i ministri Marco Minniti e Carlo Calenda. Atteso Andrea Marcucci. La riunione è allargata anche alle minoranze, sono presenti infatti Dario Franceschini, Andrea Orlando, Gianni Cuperlo, Antoci (in rappresentanza di Emiliano). “Mi pare che adesso il problema sia di qualcun altro”, ha spiegato il reggente Maurizio Martina al suo arrivo.
Smentiti i contatti tra Di Maio e Renzi. Dal portavoce di Matteo Renzi arriva poi la smentita di contatti con Luigi Di Maio: “A differenza di quanto riportato ancora oggi da alcuni quotidiani, Matteo Renzi non ha mai incontrato né si è mai sentito con Luigi Di Maio. Tra i due non ci sono stati dopo il 4 marzo né contatti, né trattative, né sms”.
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Berlusconi chiude a qualsiasi ipotesi di appoggio esterno a un governo formato da Lega e M5s. La nota in cui ribadisce che Forza Italia non accetta veti arriva a conclusione di una giornata segnata dal pressing della Lega su Forza Italia. Mentre si delinea lo scenario di un ritorno al voto in piena estate, il Carroccio – contrario come il M5s a un governo del presidente – si è mosso per chiedere a Forza Italia di consentire un tentativo in extremis per un accordo con i cinquestelle. Luigi Di Maio, però, si spinge fino a chiedere “di emanare un decreto di emergenza ad hoc che consenta di modificare un parametro sul voto degli italiani all’estero e quindi andare a votare anche a giugno”.
In mattinata, è il capogruppo del Carroccio alla Camera, Giancarlo Giorgetti, a chiedere a Silvio Berlusconi di manifestare “un grande senso di responsabilità: cercare di trovare una soluzione per permettere la partenza di un governo politico” e cioè “una forma di coinvolgimento di Forza Italia che sia compatibile con la presenza del Movimento 5 stelle”. Di certo per Giorgetti, se gli azzurri votassero l’esecutivo neutrale di Mattarella, l’alleanza “sarebbe da considerarsi finita”.
Maria Stella Gelmini, però, gela Giorgetti: “Proposta irricevibile”, risponde la capogruppo alla Camera. E aggiunge: “Oggi chiedere a Fi di dare l’appoggio esterno mi pare una domanda malposta che non può che avere una risposta negativa”. Chiarendo che Forza Italia non voterà il governo neutrale, anche se “il voto a luglio non sarebbe adatto”. Stessa posizione espressa dal portavoce del partito, Giorgiò Mulè.
Berlusconi non si esprime in mattinata, ma viene descritto come sempre più insofferente rispetto al pressing in corso. Soprattutto perchhé Fi è tutt’altro che monolitica. Molti, spaventati da un ridimensionamento alle urne e nelle stesse liste elettorali, sarebbero tentati di dare un endorsement al governo 5Stelle-Lega e anche tra alcuni dei consiglieri del Cavaliere si fa strada l’ipotesi di non mettersi di traverso rispetto a un governo giallo-verde.
D’altra parte, segnali arrivano anche dai 5Stelle. Luigi Di Maio non chiude del tutto la porta. E ribadisce: “Se qualcuno volesse ricominciare a pensare al bene del Paese, noi siamo sempre disponibili. Ho sempre il cellulare acceso…”. Definisce poi il suo rapporto con Salvini come lo stato di Facebook “una relazione complicata”. Un rapporto difficile che però “aveva enormi potenzialità, ma se non è libero non porta da nessuna parte. Se non toglie i voti dal freezer…”. In serata, poi, il leader 5 Stelle rilancia con forza un “voto il prima possibile” e punta addirittura a votare a giugno.
Un riferimento alle tensioni di queste ore, e alla delusione per il comportamento delle forze politiche, arriva anche da Sergio Mattarella. In una frase pronunciata durante l’incontro con i giocatori di Milan e Juventus, protagonisti domani della finale di Coppa Italia. “Un buon arbitro spera sempre di non essere notato e può non essere notato se i giocatori sono corretti”, ha detto il capo dello Stato. Intanto, sembrano allungarsi i tempi per il conferimento dell’incarico. Il Presidente della Repubblica da un lato deve sondare i possibili candidati alla premiership e i potenziali ministri per un esecutivo chiamato a rimanere in carica fino a dicembre, nell’ipotesi più ottimistica, o poche settimane in caso di mancata fiducia; dall’altro deve cercare di capire quanto siano concrete le voci di un passo di lato da parte di Silvio Berlusconi, che potrebbe ridare vigore alla trattativa tra M5S e Lega. L’incarico, quindi, potrebbe slittare alla giornata di giovedì.
Alle otto di sera, infine, arriva il no di Berlusconi con una nota dai toni secchi che mette un punto alle voci: “Silvio Berlusconi – si legge – smentisce fermamente le indiscrezioni secondo le quali sarebbe pronto a dare un appoggio esterno ad un governo guidato da M5s e Lega. Dopo due mesi di tentativi per dare vita a un governo espressione del centrodestra, prima forza politica alle elezioni del 4 marzo, Forza Italia non può accettare nessun veto”
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“Io non correrò alle primarie che decideranno il prossimo leader del Pd”. Lo ha detto Matteo Renzi a Di Martedì, intervistato da Giovanni Floris. “Secondo me il candidato naturale è Gentiloni”, ha aggiunto rispondendo a Floris che gli domanda chi sarà secondo lui il candidato premier del Pd. “C’è qualcuno che sta giocando sulla pelle del Paese, sono i 5Stelle e il centrodestra”. “Io Salvini l’ho visto, siamo entrambi senatori. Sono curioso di come spiegherà all’operoso Veneto che andranno a pagare il reddito di cittadinanza a chi sta sul divano. Secondo me i due si amano, ma le famiglie non sono d’accordo. Quello che mi colpisce di Di Maio è la straordinaria capacità di cambiare idea. E’ molto simile a Marx, ma non a Karl, a Groucho: ‘questi sono i miei valori, se non vi piacciono li cambio'”, ha detto l’ex segretario dem.
“Tenere bloccato un paese è assurdo, Di Maio, se non è in grado di fare un governo con il centrodestra, lo deve dire e deve consentire di riscrivere le regole del gioco”, ha aggiunto Renzi. “E’ una soap opera, ogni giorno c’è una cosa nuova. Il referendum che mi ha mandato a casa serviva a evitare questa buffonata”
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